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Vini dealcolati, Radica: “Opportunità di mercato per le aziende italiane, ma serve corretta comunicazione”

Tollo. “Prendiamo atto delle novità introdotte dal Decreto del Ministero dell’Agricoltura che regola la produzione dei cosiddetti “vini dealcolati” ma vogliamo proporre alcune riflessioni per eventuali modifiche che possano in futuro migliorare la normativa che ne scaturirà.
In primo luogo va sottolineato in modo positivo il fatto che il Decreto consentirà anche ai produttori italiani di produrre vini dealcolati, praticando la dealcolizzazione parziale o totale, tenuto conto che all’estero la pratica è già consentita; questo permetterà ai produttori italiani di competere alla pari con quelli degli altri paesi, ad esempio per la diffusione di certi prodotti in nuovi mercati dove abitualmente non è praticato il consumo di alcol anche per motivi religiosi.
Riteniamo, quindi, che il decreto sia una equilibrata mediazione per rispondere alle nuove esigenze di mercato, mantenendo al contempo l’eccellenza e la tradizione dei vini italiani grazie al divieto di dealcolazione per i vini DOP e IGP, al fine di preservarne l’autenticità.
Altro aspetto da sottolineare del Decreto è relativo al fatto che il processo produttivo dei vini dealcolati dovrà avvenire in strutture dedicate, fisicamente separate da quelle utilizzate per la produzione vitivinicola tradizionale, con registri digitalizzati e licenze autorizzative, con l’obbligatorietà di inserire nell’etichettatura la dicitura “dealcolizzato” o “parzialmente dealcolizzato”. A questo proposito, in etichetta dovrebbe comunque sempre essere indicata la provenienza territoriale del prodotto dealcolizzato, per non perdere il legame con il territorio. Città del Vino propone che in etichetta non si faccia riferimento alla parola “vino” e suggerisce di introdurre la dicitura “bevanda ottenuta da uve” potendo specificare se monovitigno o meno, come può essere indicato per i vini DOP e IGP.
Riteniamo il Decreto una buona base di partenza che dà indicazioni normative certe, apre il mercato verso nuovi segmenti di consumatori che, stando alle più recenti indagini, prediligono vini decisamente più leggeri e fanno particolare attenzione agli aspetti salutistici legati al consumo di alcol, anche se Città del Vino da sempre è convinta che una adeguata informazione e comunicazione debbano comunque ricordare l’importanza di un corretto e moderato consumo di alcol, tenuto conto che il vino è un prodotto che ha nella matrice alcolica la sua natura.
L’Associazione Città del Vino sottolinea però la necessità di realizzare un surplus di comunicazione per spiegare bene al consumatore le differenze che esistono tra i due prodotti, tenuto conto che anche il vino dealcolizzato se viene consumato in modo non corretto, può provocare effetti negativi, perché togliendo l’alcol si va a togliere anche il principale conservante naturale del vino”. Si legge così in una nota del presidente nazionale di Città del Vino, Angelo Radica.

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