“La guerra tira fuori il peggio e il meglio delle persone, le guerre non rendono grandi gli uomini ma fanno emergere la grandezza negli uomini buoni. La guerra è romantica solo per coloro che sono lontani dai suoni e dal tumulto della battaglia”, Richard D. Winters. “Questa frase”, dice il curatore Antonio Besana, “può essere la sintesi dei contenuti della mostra 1914: Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale che racconta di una tregua. Quella avvenuta sul fronte delle Fiandre, in Belgio, la notte di Natale del 1914. Una tregua che non è stata decisa dai grandi comandi ma dai soldati che si trovavano nelle trincee”.
L’esposizione, nell’ambito del progetto “Scuola e Volontariato”, è allestita dal Centro Servizi per il Volontariato Abruzzo Ets tra marzo e aprile nelle quattro province. In un contesto mondiale in cui la pace è minacciata e molte persone vivono senza conoscerla, la mostra si propone di stimolare la memoria di eventi come la Tregua di Natale, affinché atti di coraggio e solidarietà non rimangano confinati nella storia, ma diventino esempi da seguire per affrontare le ingiustizie contemporanee, promuovendo i valori della solidarietà e della resistenza morale.
Oggi (lunedì 3 marzo) la presentazione nella Maison des Arts | Fondazione Pescarabruzzo, in corso Umberto I, 87, che ospiterà l’esposizione fino al 16 marzo, a cui hanno partecipato il presidente del Csv Abruzzo Ets, Casto Di Bonaventura; il curatore Antonio Besana, il presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio, il coordinatore della delegazione territoriale di Pescara del Csv Abruzzo, Lorenzo Di Flamminio. Hanno portato i propri saluti il sindaco di Pescara, Carlo Masci; la sindaca di Spoltore, Chiara Trulli; il prorettore dell’università Gabriele d’Annunzio, Tonio Di Battista; il professor Antonio Di Sante dell’Ufficio scolastico regionale.
DICHIARAZIONI
“Proprio oggi è necessario, come non mai, fare memoria del desiderio di pace che vive nel profondo del cuore umano”, spiega Casto Di Bonaventura, presidente Csv Abruzzo, “Questa mostra racconta proprio di quanto la forza di questo desiderio faccia cessare le ostilità tra gli uomini che lo accolgono. Ci dice anche che la pace nasce solo dalla fiducia nell’altro e dal sentirsi appartenenti alla comunità degli umani. Venirla a visitare ci aiuta a comprendere come il desiderio di pace aiuti a recuperare la bellezza della vita insieme”.
“Ospitare la prima tappa di questa mostra itinerante alla Maison des Arts della Fondazione
Pescarabruzzo”, dice Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo, “è un atto di forte valore simbolico e civile. L’esposizione non è soltanto un’occasione di riflessione storica, ma un appello concreto alla coscienza collettiva affinché il ricordo di gesti di umanità e di pace, come la Tregua di Natale del 1914, possa ispirare le nuove generazioni e quanti hanno responsabilità in questi momenti così difficili e con i gravi episodi di guerra che inaspettatamente sono ricompresi negli scenari a noi più prossimi. La Fondazione Pescarabruzzo ha sempre creduto nella cultura come strumento di crescita sociale e di resistenza morale, ed è con questo spirito che accoglie e sostiene un’iniziativa così significativa”.
“La mostra nasce dal desiderio di comprendere meglio perché questa incredibile tregua avvenuta la notte di Natale del 1914 è potuta accadere”, ha spiegato Antonio Besana, “Per farlo abbiamo deciso ad andare a cercare il luogo dove la tregua è avvenuta e quindi siamo andati nelle Fiandre, nella cittadina di Ypres. Sono infatti profondamente convinto che la storia può essere meglio compresa andando a rileggerla sui luoghi dove è accaduta”.
Sembra quasi che le pietre siano in grado di raccontare meglio quello che nel corso degli anni hanno visto.
“Questa mostra”, aggiunge Lorenzo Di Flamminio, “suscita stupore perché ci si ritrova immersi nella guerra come quei ragazzi dentro la trincea, si percepisce almeno in parte quel che hanno vissuto. L’abbraccio fra nemici di quella notte di Natale del 1915 è straordinariamente attuale in un mondo pieno di guerre come quello in cui viviamo”.
L’esposizione itinerante, resterà allestita dal 3 al 16 marzo a Pescara (nella Maison des Arts | Fondazione Pescarabruzzo, corso Umberto I, 87), dal 19 al 25 marzo a Chieti (nell’androne del palazzo della Provincia, corso Marrucino, 97), dal 28 marzo al 4 aprile a Teramo (nell’ufficio Iat e Casa del patto per la lettura del Comune, via Carducci, 17), dal 10 al 16 aprile a Sulmona (nel polo museale civico diocesano Santa Chiara, piazza Garibaldi), rappresenta una modalità privilegiata per avvicinare gli studenti, i cittadini e più in generale tutta la comunità regionale al problema dei conflitti che sono in corso in tutto il mondo.
In un contesto mondiale in cui la pace è minacciata e molte persone vivono senza conoscerla, la mostra si propone di stimolare la memoria di eventi come la Tregua di Natale, affinché atti di coraggio e solidarietà non rimangano confinati nella storia, ma diventino esempi da seguire per affrontare le ingiustizie contemporanee, promuovendo i valori della solidarietà e della resistenza morale.
1914: Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale è stata realizzata per il Meeting di Rimini.
L’esposizione si avvale di numerosi patrocini tra cui Regione Abruzzo, Consiglio regionale dell’Abruzzo, Ufficio scolastico regionale, le Fondazioni Pescarabruzzo, Tercas, Carispaq, Provincia di Chieti, i Comuni di Pescara, Chieti, Teramo e Sulmona, la Diocesi di Sulmona-Valva, la Protezione civile di Cepagatti Torre Alex.
La mostra si terrà a:
Pescara 3 – 16 marzo, Maison des Arts | Fondazione Pescarabruzzo, corso Umberto I, 87
dalle 9 alle 14 e dalle 15:30 alle 19:30
Chieti 19 – 25 marzo, Androne del palazzo della Provincia, corso Marrucino, 97
dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Domenica 23 chiuso
Teramo 28 marzo – 4 aprile, Ufficio Iat e Casa del patto per la lettura del Comune, via Carducci, 17
dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19
Sulmona 10 – 16 aprile, Polo museale civico diocesano Santa Chiara, piazza Garibaldi
dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30. Lunedì 14 aprile chiuso
Info: https://www.csvabruzzo.it/abruzzo/mostra2025/
Video del Csv su YouTube: https://youtu.be/fJdJ1KuhIOk
Video mostra del Meeting: https://youtu.be/M1HsEMjP1c4?si=o60LTNupHW-hmefX
Approfondimenti sulla mostra:
1914: Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale
di Antonio Besana, curatore della mostra
Belgio, fronte delle Fiandre, Natale 1914.
A sud di Ypres, nella zona del fronte compresa tra Messines e Armentières, nella notte di Natale del 1914, avvenne qualcosa di impensabile. Contravvenendo a una delle principali regole contenute in tutti i manuali militari, e cioè che in nessuna circostanza è ammesso fraternizzare con il nemico, ci fu una tregua spontanea. Non fu decisa dai comandi delle due parti: fu concordata tra i soldati che stavano nelle trincee, che si incontrarono nella terra di nessuno.
Tutto ebbe inizio la notte del 24 dicembre, quando i tedeschi posero sui parapetti delle trincee gli alberi di Natale che avevano ricevuto in regalo dall’Imperatore, addobbati dalle luci delle candele. Qualcuno nelle trincee tedesche si mise a cantare i canti della tradizione natalizia e i soldati dai due lati del fronte scoprirono che, pur con parole diverse, si trattava degli stessi canti che nella Notte Santa intonavano nelle loro case e nelle loro chiese. Qualcuno propose di smettere di sparare, almeno nel giorno di Natale. Sorprendentemente la proposta fu accettata. La mattina di Natale i soldati sui due fronti uscirono allo scoperto e si incontrarono nella terra di nessuno. Si parlarono, si strinsero la mano, si abbracciarono, seppellirono i caduti delle due parti e ci fu una funzione funebre. I soldati fumarono e cantarono insieme, si scambiarono auguri e doni, capi di vestiario e bottoni delle divise, cibo, tabacco, fotografie degli amici e delle famiglie, indirizzi e ricordi del tempo di pace. La tregua coinvolse i soldati su circa nove chilometri di fronte.
Come è immaginabile, l’episodio mise in difficoltà gli Stati maggiori di entrambe le parti, che in seguito decisero di sostituire le truppe al fronte con altre unità, le spostarono in altri settori, cercando di cancellare la memoria dei fatti.
Tutto questo a pochi mesi dallo scatenarsi di uno dei più sanguinosi conflitti della storia. Pochi giorni dopo quegli stessi uomini avrebbero ricominciato a spararsi e ad uccidersi in una terribile carneficina che sarebbe durata altri quattro anni e avrebbe causato oltre di 16 milioni di morti e più di 20 milioni di feriti e mutilati tra militari e civili, ai quali si aggiungeranno i morti causati dalla terribile epidemia di influenza “Spagnola”, iniziata nel 1918 nelle trincee del fronte occidentale e terminata nel 1920, facendo tra i 50 e i 100 milioni di persone (più vittime della peste del 1300!)
La tregua di Natale del 1914 è stato dunque un evento unico nella storia, sia per come è iniziata sia per il numero di persone coinvolte. Ci si chiede come questo possa essere stato possibile. In mezzo all’inferno della guerra, tuttavia, si verificano talvolta accadimenti che sembrano riuscire a negarne totalmente la stessa essenza, a redimerne almeno per qualche istante la malvagità totale. Questo accade quando la mente degli uomini, magari per pochi istanti, si dispone ad ascoltare quello che il cuore suggerisce, fidandosi del barlume di buono che ha intravisto, che per un istante ha permesso di cambiare le carte in tavola.
Ci si chiede allora quale possa essere l’intuizione, il sentimento iniziale, che fa scattare nel cuore dell’uomo questi comportamenti, che gli fa riconoscere la parte più vera di sé stesso. La risposta la suggerisce forse il grande scrittore russo Vasilij Grossman in Vita e Destino: “Solo quando riconosce negli altri ciò che ha già colto dentro di sé, l’uomo assapora la gioia della libertà e della bontà”.