Cronaca

30 Maggio: Giornata Internazionale della Patata

L’Associazione Nazionale Città della Patata: 2025 patate da seme

Pizzoferrato. Nel 2023, su proposta del Perù, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite incaricava la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura di celebrare la prima Giornata Internazionale della Patata, sulla scia del successo dell’Anno Internazionale della Patata nel 2008.

La Giornata Internazionale della Patata 2025 ha come tema “ Plasmare la storia, nutrire il futuro”, riconoscendo il significato storico e culturale della patata e la sua importanza per il futuro dell’alimentazione umana. Ci sono oltre 5000 varietà di patate al mondo e la più costosa è la “Bonotte, coltivata sull’isola francese di Noirmoutier: oltre 500euro al chilogrammo.

L’Associazione Nazionale Città della Patata aderisce all’iniziativa delle Nazioni Unite, poiché in tempi di oramai conclamati cambiamenti climatici e guerre commerciali, dopo due anni dalla sua istituzione, occorre più che mai, celebrare la giornata dedicata alla patata, sopratutto valorizzando le specie e le produzioni autoctone.

L’Associazione Città della Patata partendo del tema 2025 della Fao intende dedicare e concentrare la propria attenzione nella celebrazione della giornata di domani, 30 maggio 2025, sulla questione del seme, essendo, le patate da seme, controllate dalle multinazionali. La questione solleva diverse problematiche. Nella sostanza le multinazionali del settore agricolo hanno un forte controllo sulla produzione e distribuzione delle patate da seme, determinando, nei fatti, le varietà coltivate, quelle che vengono consumate, i loro costi e i tempi di riproduzione e distribuzione.

L’Associazione Nazionale Città della Patata in collaborazione con il Professor Paolo Ranalli, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e il Dottor Bruno Parisi esperto e ricercatore de CREA, in occasione della celebrazione della giornata del 30 maggio avvieranno la riflessione sulla “privatizzazione delle risorse genetiche”, “la dipendenza dei contadini costretti ad acquistare i tuberi-seme dalle multinazionali”, diventando dipendenti da queste per la loro attività agricola, la questione della biodiversità, l’impatto ambientale, la questioni etiche e la possibilità che la coltivazione della patata da momento di integrazione del reddito diventi una vera e propria economia delle zone marginali montane con la produzione del tubero-seme. L’Associazione con la collaborazione del Ministero e dei Comuni aderenti promuoveranno lo sviluppo degli impianti per la produzione delle patate da seme per il rilancio delle particolarità delle specie autoctone.

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