Pescara. Dire, contraddire e smentirsi. Il presidente del consiglio regionale e esponente di spicco di Forza Italia Lorenzo Sospiri ha dichiarato più volte la chiusura immediata del mercatino etnico in caso di vittoria del centro destra alle prossime elezioni comunali. Il candidato sindaco Carlo Masci si è detto contrario alla collocazione del mercatino nel sottopassaggio della stazione ferroviaria, dimenticando però di essere stato proprio lui assessore nel 1995 a votare a favore dello spostamento “temporaneo” del mercatino nell’area di risulta. Da quel momento si è generata una situazione di illegalità dalla quale per 24 anni centro destra e centro sinistra hanno sempre distolto lo sguardo. E per di più ieri la Lega, alleato di coalizione del centro destra, ha smentito lo stesse dichiarazioni forziste, affermando che in caso di loro vittoria il mercatino etnico non verrà smantellato perché sono stati spesi soldi pubblici e assegnate delle concessioni. “Questo a meno che il futuro sindaco non voglia finire dinanzi alla Corte dei Conti”, si è letto sulla stampa locale.
“Il MoVimento 5 Stelle è l’unico ad avere una chiara visione: il centro destra si sta dimostrando impegnato a smentirsi da solo, non riuscendo a trovare una proposta unanime nè una posizione comune prima delle elezioni, immaginiamo cosa potrebbe accadere se andassero al governo della città. – dichiara la candidata sindaco del M5S Pescara Erika Alessandrini – C’è un interesse pubblico superiore per il quale quel sottopassaggio può e deve essere ricondotto all’uso che gli è proprio. Riportare le macchine ad attraversare quel sottopassaggio consentirebbe di snellire il traffico intenso di una zona cruciale della città, che rende invivibile la zona di via Enzo Ferrari e dintorni, specie con l’apertura del nuovo ponte Flaiano, comportando gravi ripercussioni sull’inquinamento e sulla salute pubblica. Il mercatino etnico, come abbiamo sempre affermato, non doveva essere collocato in quegli spazi: un sottopassaggio, non è una collocazione dignitosa e sicura per nuovi insediamenti mercatali. L’integrazione si fa insieme, nei mercati rionali, non ghettizzando e isolando una comunità per mantenerla lontana dai nostri occhi”.