Cronaca

Pescara, arrestate due persone per rapina. Ne stavano progettando un’altra

Pescara. Erano già pronti per commettere una nuova rapina, ma i Carabinieri della Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pescara, dopo due mesi di serrate indagini, alle prime luci dell’alba di sabato scorso, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto D. C. C. cl.’83 e S. L. Joshua cl.’87 poiché ritenuti responsabili di aver, in concorso tra loro, unitamente ad altri due correi in corso di identificazione, perpetrato una rapina a mano armata ai danni della locale Ditta “GLS Corriere Espresso”.
Era il 26 marzo scorso, ore 20,00 circa, quando nella sede della menzionata ditta di trasporti fecero irruzione due soggetti con volto travisato e armati di pistola, un terzo esecutore materiale ed un quarto complice rimasto all’esterno a svolgere le funzioni di c.d. “palo”: in particolare, i due arrestati, nelle rispettive qualità di basista (poiché dipendente della Ditta in parola con mansioni di corriere) ed esecutore materiale e con altre due persone da identificare, il primo fornendo indicazioni sui percorsi da fare e luoghi ove era custodito il denaro ed il secondo introducendosi nei locali della società con il viso travisato, usando violenza nei confronti di un dipendente che veniva sbattuto a terra e sotto la minaccia di pistole semiautomatiche portata nei confronti dei dipendenti addetti alla reception e ufficio cassa cui intimavano di stendersi a terra e consegnare loro il denaro, si impossessavano della somma contanti di circa 22.000 euro, prelevandola dai cassetti delle scrivanie per poi darsi alla fuga a bordo di una moto.
Gli investigatori della Sezione Operativa, intervenuti sul posto, dalla visione delle immagini del sistema di video sorveglianza, immediatamente rimasero insospettiti dal comportamento alquanto anomalo di un corriere presente durante l’esecuzione materiale della rapina stessa: di fatti, questi, al termine del proprio turno di lavoro, anziché lasciare la sede, si tratteneva nascosto nel locale magazzino, attiguo all’ufficio cassa e dal quale questo era visibile per la presenza di un oblò in vetro, ove nella fase precedente la rapina si intratteneva in continue telefonate per poi, in una seconda fase, osservare lo stesso svolgimento della rapina senza intervenire né allertare le Forze di Polizia.
I militari intuivano, dunque, che sin da subito quel corriere in qualche modo potesse essere coinvolto nell’atto criminale, commesso con sapiente determinazione e con armi in pugno. I malviventi avevano, infatti, agito con troppa sicurezza, conoscendo ambienti ed abitudini del centro di raccolta della ditta: dato, questo, che dopo essere stato opportunamente sviluppato, consentiva altresì di appurare che il D. C. era dedito a compiere furti all’interno delle scuole. Come si ricorderà, di fatti, proprio il corriere della GLS, che dopo aver effettuato il giro di consegne, di sera aveva organizzato un furto, precisamente in data 2 maggio scorso, allorquando venne arrestato in flagranza di reato immediatamente dopo aver perpetrato un furto all’interno di un edificio scolastico di Chieti unitamente ad altro complice tuttora detenuto. Dopo il suo arresto, gli investigatori stringevano ancora di più il cerchio: si comprendeva, dunque, che il D. C. aveva fornito precise indicazioni sulle modalità d’esecuzione quale l’ubicazione del bottino, la scelta del giorno con un incasso cospicuo, il movimento degli impiegati all’interno, etc.. Il rapporto tra questi e lo S. appariva, sin dalle prime battute, molto stretto fino al punto che i due iniziavano a progettare un nuovo colpo su un obiettivo simile che avrebbero dovuto mettere a segno.
Pertanto, in considerazione del concreto pericolo di reiterazione di condotte illecite omologhe per entrambi i rei e alla luce altresì della pericolosità derivante dall’avere disponibilità di armi, dopo essere stati tratti in arresto in ottemperanza al decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal Pubblico Ministero titolare delle indagini presso la Procura della Repubblica di Pescara, Dott.ssa Rosangela Di Stefano, al termine della relativa udienza di convalida, il G.I.P. presso il locale Tribunale ne disponeva l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.

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