Cultura e eventi

Anche a Pescara nasce ufficialmente Sinistra Italiana

Pescara. Domenica 12 Febbraio, c’è stata la prima assemblea congressuale di Sinistra Italiana anche a Pescara che ne ha sancito ufficialmente la nascita, e questo fine settimana, ci sarà l’assise nazionale del nuovo soggetto politico a Rimini (17-18-19). Costruire un nuovo partito in una stagione che vede sentimenti di delusione o peggio, odio verso la politica, è impresa difficile, un po come citando un film Italiano di qualche anno fa, partire “in barca a velo controvento”. Pensiamo però che seppur difficile sia necessario, perché che negli ultimi trent’anni la sinistra, in Italia e in Europa, ha perso contatto con i propri corpi sociali di riferimento. La politica, completamente subalterna alle globalizzazione neoliberista, è diventata spesso mera amministrazione dell’esistente. Abbiamo sentito come un mantra l’affermazione che “Sinistra e destra sono categorie superate”: la sentenza è continuamente ripetuta, ma è falsa. Una delle mille prove provate è la situazione drammatica vissuta nel mese di Gennaio a Pescara e in Abruzzo.

Una regione in ginocchio: in pochi giorni neve, ghiaccio, pioggia, esondazioni, scosse continue di terremoto, mancanza di energia elettrica per centinaia di migliaia di utenze, isolamento di centinaia di frazioni e dei comuni montani e di alta collina più lontani dai grandi centri, scuole chiuse, università chiuse, servizi pubblici a singhiozzo e su tutto la tragedia dell’albergo di Rigopiano nel comune di Farindola, nel versante pescarese del massiccio del Gran Sasso. Una situazione drammatica, in cui la solitudine e l’impotenza sono stati sentimenti diffusi. Prigionieri nella proprie abitazioni, prima della neve, poi della pioggia e dei fiumi che esondano come a Pescara. E poi di nuovo la terra che trema, come nel 2009. E i disagi che diventano paure, spettri del passato che tornano. Assediati dai fenomeni naturali che si riprendono quello che la nostra sciatteria spesso gli ha tolto: la natura è corpo vivo e ci restituisce quello che gli abbiamo dato.

La storia tragica di Brittoli, dove due anziani che per scaldarsi avevano acceso un generatore di corrente che si è rivelato fatale. Una storia drammatica che in un paese civile non dovrebbe accadere. Questi accadimenti ci mettono di fronte un fatto innegabile: le responsabilità politiche di chi negli ultimi anni,ha dismesso l’idea che centro e periferia vanno avanti insieme, che un Paese si tiene insieme se la famiglia in cui nasci e la città in cui vivi non sono discriminanti per il tuo futuro. I morti stanno li a ricordarci che Paese vogliamo immaginare e costruire. E allora una regione in cui tantissimi sindaci gridano aiuto, senza mezzi, soli, con le pale in mano a spalare neve stretti insieme ai loro cittadini. La regione con il “nostro” sottosegretario Mario Mazzocca in prima linea, giorni senza dormire per provare a dare risposte alle mille emergenze e alle mille ferite. Encomiabili, quasi eroici a volte. Ma con pochissimi strumenti per lavorare. L’Abruzzo e l’Italia ammalati cronici di dissesto idrogeologico, che già normalmente vanno in criticità per due gocce d’acqua, e che di fronte ad eventi non ordinari mostrano tutta la loro fragilità. Impossibile non pensare allo scioglimento del corpo forestale dello stato, alla mancata prevenzione del territorio, alle province, abbandonate al loro destino, senza risorse, in un processo lasciato colpevolmente a metà in cui l’unica cosa davvero abolita e il diritto di voto. E sopratutto l’Enel, privatizzata, smantellata, spezzettata. A questa situazione non vogliamo arrenderci, e non saranno certo le fiction televisive annunciate intempestivamente dalla Rai a rendere memoria e giustizia alle vittime innocenti di Rigopiano. Serve un Green new deal, un piano a lunga gittata, sostenuto da un massiccio intervento pubblico, di sicurezza sismica e idrogeologica, di tutela del paesaggio, del territorio, del patrimonio ambientale, storico culturale. Questo comporta un pensiero nuovo sulle città, uno stop al consumo di suolo, e un profondo cambiamento del rapporto tra città e campagna. Per invertire la tendenza allo spopolamento della montagna e della collina, lungo la dorsale appenninica, tanto fragile e così unica, e così abbandonata a se stessa. Una canzone scritta dopo il terremoto cantava “siamo cosi soli”, ecco oggi siamo ancora più soli, e voglio credere che il congresso fondativo di Sinistra Italiana, possa essere un’occasione per esserlo meno e ricostruire l’idea che una speranza ci sia. Serve più politica all’Italia, e all’Abruzzo, non meno. Sinistra Italiana nasce perché pensiamo che ci sia una Sinistra che possa tornare ad essere utile e fare quello che dice. Questo si, non uno slogan ma un nuovo impegno per il futuro.

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