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Porto di Ortona, Febbo e Cieri: “Purtroppo il Consiglio di Stato rende reali le nostre denunce” VIDEO

Ortona. Il capogruppo della Commissione Vigilanza in Regione, Mauro Febbo, ed il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale a Ortona, Tommaso Cieri, tornano a denunciare lo stato degli interventi sul Porto ortonese, in particolare quelli riguardanti il dragaggio.
“La mia preoccupazione è che si è fatto tanto per avere questo finanziamento sia dall’amministrazione regionale che comunale e lo si è messo in discussione per un’arroganza ed un modo becero di fare amministrazione con il quale non si vuole sentire l’altra campana – ha affermato il presidente della Commissione Vigilanza in Regione, Muro Febbo – avevamo detto che non era possibile fare una gara senza aspettare le prescrizioni del Via, abbiamo detto che le prescrizioni del Via erano confusionarie e che non avevano centrato la problematica e ci hanno detto che non volevamo il bene di Ortona. Anzi qualcuno ultimamente ha scommesso le mie dimissioni contro le sue se non c’era l’affidamento entro il 31 dicembre 2016, anzi all’inizio era il 30 giugno e poi è stato spostato al 31 dicembre. Purtroppo la situazione p drammatica perché c’è una non decisione del Consiglio di Stato che rinvia tutto quantomeno al 18 maggio, ma non sarà il 18 maggio perché nel frattempo è stato nominato un Ctu che dovrà fare tutta una serie di attività che sicuramente comporterà altro tempo. Ma credo che purtroppo l’arroganza ed il modo di gestire la cosa pubblica metta veramente a rischio il tutto anche se mi auguro di no”.
“Si doveva fare un bando per i lavori del dragaggio del Porto – ha detto il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale a Ortona, Tommaso Cieri – ci sono state varie vicissitudini, il termine ultimo per la presentazione era il 31/12/2015, il bando è stato fatto però c’era il vizio di forma preliminare: si è fatto il bando senza avere la valutazione Via della Regione che è arrivata dopo la ratifica del bando, è venuto fuori che la realizzazione di una vasca doveva essere sottoposta ad una valutazione nazionale e diverse altre preclusioni che erano fondamentali per il bando. Nel 2015 abbiamo detto che c’era una valutazione successiva al bando, quindi ci si doveva fermare, rifare il bando, tanto non c’erano offerte, e ripartire con il piede giusto. Quindi è normale che una volta che sono state fatte le offerte che avevano diversi contributi, c’è stato il contenzioso e c’è stato il ricorso al Consiglio di Stato che doveva decidere se il tutto è stato ben fatto. Il Consiglio di Stato anziché decidere e fare una sentenza nomina un esperto che deve verificare la legittimità degli atti. Se non si affrontano questi problemi perché si è portata avanti un’idea che si sapeva che era sbagliata. Io dico che il Comune dovrebbe conoscere la questione, i è venuti a conoscenza di questa cosa attraverso i media ed i mezzi di comunicazione, non è possibile gestire dei fondi da 9,5 milioni di euro in questa maniera”.

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