Cultura e eventi

Zoo Music Fest, l’intervista ai Fanoya AUDIO

Pescara. Nell’ambito dello Zoo Music Fest si sono esibiti al Porto Turistico di Pescara (dove torneranno stasera) i Fanoya aprendo il concerto di Calcutta.
Dopo i tre singoli, “Ricordi gli accordi”, “Torno giovedi” e “Ti ho trovata su tinder”, il 19 Luglio è uscito “Generazione sushi” il primo disco dei FANOYA prodotto da Ventidieci e distribuito da Artist First. Il disco è una fotografia della società contemporanea, tra aperitivi, social, precarietà lavorative e app di incontri, le canzoni raccontano di modernità, sogni irrealizzabili, storie d’amore (in)finite e quotidianità, attraverso sonorità pop che rimangono in testa. Il tema del ricordo, tema centrale del disco è sempre declinato in maniera agrodolce, una piacevole nostalgia che non è un fardello di esperienze e sentimenti, ma un filtro fluorescente con cui osservare il presente, per restare leggeri. Quella dei Fanoya (Giacinto Brienza (voce/ chitarra) e Leone Tiso (synth)) è una storia fatta di oggetti: cresciuti tra un vecchio registratore Grunding e una tastiera Casio la loro è una ricerca musicale rivolta al synth-pop più moderno, in cui analogico e digitale si confondono, si mescolano, si intrecciano proprio come passato e presente.La produzione artistica è stata curata dal team di Indigo Music: Fabio Rizzo, già al lavoro con Eugenio in via di Gioia, Dimartino e Donato Di Trapani, nuovo tastierista di Paolo Nutini. Il mixing è stato affidato a Francesco Vitaliti e il mastering è firmato da Giovanni Versari (Thegiornalisti, Muse). Abbiamo raggiunto telefonicamente e intervistato Leone Tiso.

– Vi siete esibiti a Pescara nell’ambito dello Zoo Music Fest riscuotendo apprezzamento tra il pubblico. Che tipo di serata è stata?
– “È stata una serata fantastica un po’ perché siamo dei grandissimo fans di Culcutta e poi anche perché la gente ha apprezzato ed è stato veramente bellissimo”.
– Il live è stata l’occasione anche per presentare al pubblico pescarese “Generazione sushi”, il vostro ultimo lavoro discografico, come si caratterizza?
– “È un disco synth-pop in cui ci sono 9 brani che invito tutti ad andare ad ascoltare su Spotify o su You Tube. Sono 9 canzoni che da una parte raccontano amori finiti e infiniti e dall’altra raccontano quella che è un po’ la nostra società con una malinconia e rassegnazione descritta con una vena un po’ ironica. Una società di cui assolutamente ne siamo parte, non ci vogliamo alzare e giudicarla dall’altare”.
– La vostra ricerca musicale è rivolta al synth-pop più moderno, come si sviluppa questo percorso?
– “Noi siamo dei grandissimi fans degli anni ’80 che oggi sono tornati nel modo di arrangiare la musica italiana, quindi siamo stati le persone giuste nel posto giusto perché abbiamo avuto la fortuna che la moda del momento incontrava esattamente i nostri gusti. Siamo dei grandi fans dei sintetizzatori e di tutto ciò che è vintage, quindi tutto questo nel nostro disco emerge, abbiamo avuto la fortuna di lavorare con dei grandissimi professionisti di Indigo Music a Palermo che ci hanno aiutato a dare forme e vita al disco. Poi ci tenevo a ringraziare Ventidieci che ha creduto in noi e ci sta dando la possibilità di far ascoltare a tutte le persone le nostre canzoni con quello che noi abbiamo da raccontare”.
– Com’è nato e come si sta evolvendo il vostro progetto musicale (quello dei Fanoya)?
– “Siamo Leone Tiso e Giacinto Brienza, siamo amici da quando avevamo circa 8 anni, siamo originari della provincia di Foggia, scrivevamo canzoni sin da quando avevamo 15 anni, all’epoca non esisteva internet, non c’erano gli smartphone e registravamo le nostre canzoni su delle audiocassette di un corso d’inglese, per dare l’idea di com’eravamo messi. Poi nel 2016 abbiamo deciso di fare sul serio, le opportunità che ci sono con gli streaming digitali e di essere fruibili da subito al pubblico le abbiamo volute sfruttare, poi da cosa nasce cosa, ci siamo superati nel senso che abbiamo davvero investito tempo e denaro in questo progetto autoprodotto, abbiamo cercato di fare le cose nel miglior modo possibile rispetto a quello che ci potevamo permettere ed è nato questo disco. Ovviamente abbiamo scritto dei testi nuovi, i pezzi che abbiamo pubblicato non sono assolutamente quelli che avevamo scritto tanti anni fa, ce n sono tanti nuovi, abbiamo già quasi pronto un nuovo disco. Adesso abbiamo messo su una band con degli amici d’infanzia della provincia di Foggia e soprattutto ci divertiamo veramente tanto”.

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