Cultura e eventi

Francavilla, “Itinerari del cuore”: esposizione di Nicola Di Rico

Francavilla al Mare. Dal 19 agosto al 1 settembre prossimi nella Sala Foyer del Palazzo Sirena ci sarà l’esposizione di Nicola Di Rico dal titolo “Itinerari del cuore”. Il vernissage si terrà lunedì 19 agosto alle ore 18 nel quale, dopo un primo intervento istituzionale, interverranno il critico Massimo Pasqualone e l’artista Nicola Di Rico, modererà la giornalista Alessandra Farias. Gli orari di apertura della mostra saranno dal lunedì al venerdì 10-13/17-20, sabato e domenica 10-13/17-23.
Nicola Di Rico, ex docente della Cattedra di Discipline Pittoriche presso l’Istituto Statale d’Arte “Nicola da Guardiagrele” di Chieti, è nato ad Ari ma è residente a Francavilla al Mare sin dall’infanzia. È stato allievo dell’Istituto d’Arte di Chieti di Domenico Umberto Diano, Tommaso Cascella, Lucio Spiezia, Domenico Bontempo, Luigi Bozzelli e Gaetano Memmo. Al Liceo Artistico Statale di Pescara, di Giuseppe Misticoni, Giovanni Melarangelo, Giovanni Pittoni, Nicola Febo, Elio di Blasio, Giuseppe Di Prinzio, Ferdinando Gambelli.
Così scrive Luigi Morgione nella sua introduzione critica: “Nel cammino che ogni uomo fa lungo l’arco dell’esistenza la vita spesso appare come un accumulo di fatti nei quali non è tanto possibile rinvenire un filo logico quanto invece isolarne alcuni che, nella loro chiara peculiarità, sembrano dare, e danno, luce e consistenza a tutti. Basta allora, quando si vuole andare alla ricerca di se stessi per una resa dei conti che sia uno spietato esame di coscienza, puntare la memoria e il cuore verso quelle ‘soglie’ che da sole ci permetteranno di capire il senso complessivo della nostra esperienza umana. Nella storia di Di Rico uomo e artista, a scandire questi punti nodali ci sono luoghi e avventure, ricordi precisi e sensazioni che ne amplificano significati e contorni. Intanto c’è il mare, questo eterno affabulatore che riserba alla curiosità degli uomini sensibili il sentimento del suo colloquio millenario col mondo. Di Rico lo guarda attento, il mare, lo ascolta, gli tasta il polso per capirne il flusso vitale. E ci sono i luoghi: Venezia, Vasto, Francavilla, a cui il mare fa da sfondo e cornice comunicando loro inquietudini e bonacce, turbamenti e attese come se, più che città immobili e penose fossero cuori aperti. Di Rico usa il bianco e nero e i colori con la stessa compostezza e levità. Il bianco e nero gli permette di arrivare al fondo delle cose senza distrazioni, per un bisogno maggiore di interiorità: è allora l’artista che visita la sua storia nascosta passando per le vie del paese e dell’anima. I colori sono come una seconda vita della realtà, alla quale riescono a dare parole e allusioni indefinite come indefinito sa essere solo il linguaggio lirico e fantastico. Non c’è drammaticità nei suoi acquerelli: solo la calma visione dei momenti di vita e di memoria, nei quali l’urgenza delle vicende e il dolore del tempo che corre sono assorbiti e come dominati dalla capacità dell’artista di tenere a freno rimpianti e passioni accese. Questa delicatezza di toni si stende anche sugli scenari interni: le vie fissate nell’attesa e quasi nella solitudine, dove i corpi e le loro ombre hanno la stessa labile consistenza; le scalinate che si inerpicano e s’incurvano fino a perdersi, come certe vie, in luoghi che possono solo immaginarsi. Linguaggio comune a tutti gli scenari, ai ponti e alle gondole della laguna come alle vie strette e alle palme e ai grumi di case delle città abruzzesi, è il silenzio: un silenzio non dolente né greve, che è piuttosto un velo di tenerezza appena posato sulle cose che sono state testimoni di un passaggio, di una voglia di vivere di un uomo intento oggi a rievocare con gratitudine luoghi e momenti che conservano tuttora la forza e la grazia dei prodigi”.
“Nicola Di Rico – sottolinea Massimo Pasqualone – è una delle voci più autorevoli del panorama artistico regionale e non solo, con le sue incursioni nei lidi più frequentati dell’arte contemporanea e con la sua capacità di dominare la prospettiva, nell’equilibrio perfetto degli spazi”.

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