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L’anatomia nella storia dell’arte: Leonardo da Vinci tra il 1485 e il 1515

Il rinnovamento anatomico fu il primo ad imporsi proprio per la natura stessa dell’indagine, che presupponeva, come nell’arte, l’osservazione diretta, attenta e disincantata dell’artista (o dell’anatomista in questo caso) dei particolari della Natura o della “Humani Corporis Fabrica” a detta del buon Vesalio.
Non per nulla né fu protagonista uno dei sommi artisti del tempo, innovatore non solo della meccanica, ma dell’anatomia,della fisiologia e della biologia.
Il segreto della grandezza di Leonardo da Vinci sta forse, oltre che nelle sue abilità, nel fatto di confidare nelle sue doti di indagatore e di osservatore, che nel campo medico anatomico è prerogativa assoluta.
Una frase del da Vinci, la quale tra l altro io ho impresso con un indelebile pennarello sul muro di uno studio, recita questo:

“io scopro alli homini l’origine della prima o forse seconda cagione del loro essere”

Con Leonardo si risveglia il senso critico, nell’arte ma anche in medicina, ossia vedere con occhi propri e non con quegli degli antichi Maestri.
Vi erano a disposizione diversi cadaveri dagli ospedali e le autopsie di essi rivelarono ogni giorno sempre nuove varietà anatomiche, verità strutturali e teorie nuove.
V’erano poi I cadaveri dei giustiziati infatti una delle pene capitali di allora consisteva nel consegnare il condannato all’anatomista (come se fosse il boia del corpo privo di vita) per essere vivisezionato.
La Pietà pubblica tuttavia esigeva che al condannato fossero somministrate fortissimi dosi di papavero o di altre droghe “sicché dormendo morisse”.
Leonardo disegnó le sue tavole di Anatomia nel corso di un trentennio, che corre dal 1485 al 1515, quello che viene chiamato periodo Anatomico dell’artista;
Circa un migliaio di disegni relativi alla morfologia e la fisiologia umana.
Dello scheletro della faccia descrive “l’armatura della mascella”, che un secolo e mezzo dopo l’inglese N. Highmore ridescriverà avocandone a se la priorità, con il nome di “antro di Highmore”.
Si interessò in prima istanza del sistema nervoso, delle facoltà sensorie e della vista all’interno del cranio.
Fu il primo a descrivere l’ubicazione del terzo ventricolo cerebrale, area in cui circola il liquor cerebri.
Dopo una pausa di circa 20 anni Leonardo riprese i suoi studi anatomici focalizzando l’interesse sui movimenti all’interno del corpo umano dichiarando di aver sezionato oltre 30 cadaveri (fu papa Leone X che gli tolse il permesso).
Studió le ossa, le articolazioni e i muscoli escogitando un sistema unico per raffigurare le sue scoperte.
Anche il suo maestro, Andrea del Verrocchio, si accorse di questo suo talento sin da quando era bambino e frequentava la sua bottega.
Ne fecero tesoro anche altri due artisti, ispirati dai disegni leonardiani, ossia Antonio e Pietro del Pollaiolo.
Leonardo stesso nel 1480 ne trovó spunto per raffigurare il suo San Gerolamo, ove l’anatomia dei muscoli del collo e delle spalle riflette in modo drammatico l’angoscia dell’animo.
Il pittore ebbe così l’idea nel 1489 di comporre un personale atlante anatomico, diviso in 120 parti, tuttavia negli anni che trascorsero sino alla fine degli ultimi disegni (datati 1513) le cose cambiarono;
Tutto preso com’era nell’andare a fondo a ogni particolare che l’idea dell’atlante cadde nel nulla, ma si moltiplicarono i fogli singoli dei disegni anatomici di questo o quell’altro segmento particolare, come testimoniano alcune Tabulae, come l’anatomia della mano, della colonna vertebrale, del feto intrauterino, dei muscoli e dello scheletro.
Studi e disegni innovativi per l’epoca targati da uno dei più insigni ingegni del Rinascimento.
Leonardo studio l’anatomia in tre periodi specifici:
Dal 1480 e il 1489 a Milano si occupò di ossa e muscoli; a Firenze tra il 1502 e il 1507 studiando il movimento e, per ultimo, tra il 1508 e il 1513 a Roma, ove studió gli organi interni e la circolazione del sangue, ovviamente ancora scoperta poiché bisognerà attendere il 1628 con l’inglese William Harvey.
Questi suoi disegni sono conservati nel castello di Windsor appartenenti al casato reale, dunque alla regina d’Inghilterra.
Fu dunque Leonardo ad inventare l’illustrazione anatomica, sopratutto l’immagine esplosa è di sua creazione.
Ma fu la passione per la pittura che spinse l’artista a interessarsi all’uomo nel suo intimo interno, prendendo così in mano anche bisturi e forbici e sezionare cadaveri negli obitori, sopratutto fiorentini e romani, dando sfoggio, come se fosse un pennello, all’osservazione delle virtù umane.

” la pittura s’estende nelle superfizie, colori e figure di qualunque cosa creata dalla natura, la filosofia e anatomia penetra dentro alli medesimi corpi, considerando in quelli per le lor proprie virtù…”

“Quando la curiosità smuove l’animo” (cit. Strona).

Al prossimo racconto dalla tematica caratteristica, intrigante e aneddotica.

Dr. Marco Strona

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