Politica

Azione Civile Abruzzo: “A Valle Cena è terra dei fuochi. E sta bruciando la credibilità della politica”

Vasto. “Azione Civile, movimento fondato dall’ex pm e oggi avvocato antimafia Antonio Ingroia, Abruzzo esprime tutto il suo sconcerto e indignazione di fronte al nuovo maxi incendio, che ha creato in vari comuni una gravissima emergenza ambientale, al Civeta. A marzo denunciammo con forza quella che definimmo il vuoto della non politica. Il non dibattito, i riduzionismi, i “non si facciano allarmismi”, i “è sempre colpa di altri” o non c’è nulla di grave, i silenzi su perché il consorzio si trova in questa situazione, chiare risposte al perché c’è un gestore privato (e dal curriculum che conosciamo), perché e cosa hanno portato aziende di altre regioni (soprattutto campane…) di cui si trovano notizie che non fanno stare troppo tranquilli cercando sul web, e tutto quanto su cui siamo già intervenuti altre volte in questi mesi, conferma alla grande quella nostra denuncia. L’ex commissario Gerardini disse prima molto prima di andarsene che si stava valutando la fine del contratto con il gestore privato. Cosa è stato fatto e non fatto? La sorveglianza dell’area con telecamere è attiva? Se non lo è perché? Il gestore privato ha depositato un progetto alla regione per un impianto privato e che, parole loro, va oltre il piano regionale. Il Civeta è destinato quindi alla fine e, nello stesso territorio, avremo quindi un impianto privato che non servirà minimamente al territorio? Quale posizione hanno i sindaci? Cosa vogliono fare per la gestione pubblica e il nostro servizio smaltimento rifiuti? Da sindaci come Vasto (maggior socio del consorzio) non registriamo interventi, sarebbe ora che tutti spezzassero il silenzio e s’impegnassero per difenderci e far terminare questa gravissima emergenza ambientale, e ormai anche sociale.

A Valle Cena sta bruciando un intero territorio, sta bruciando la credibilità di tutti, di quella non politica che deve dare risposte, essere chiara e trasparente, smetterla di tergiversare. In Sicilia chi lotta contro la mafia da decenni urla che chi tace è complice, chi non svolge il suo ruolo pubblico qui, ora, senza perder tempo o nascondendosi in tecnicismi e politicismi vari, chi non si indigna e sconcerta davanti a tutto quanto sta succedendo, come lo vogliamo definire?

Terra dei Fuochi è termine ormai di uso comune per tante vicende italiche. Non solo campane. Rifiuti che bruciano, aziende intere che fanno piombare in una doppia (perché già prima la situazione era gravissima) emergenza ambientale interi territori. C’è poco da girarci intorno, poco da ancora affidarsi a negazionismi o invocazione di allarmismi. La situazione è sotto gli occhi di tutti ed è palese. Continuano le segnalazioni di puzze e odori nauseabondi nell’area e, con ieri sera, siamo al quinto incendio in meno di un anno e mezzo. Ovviamente in questo momento non possiamo sapere quali sono le cause precise. Ma, di fronte a quanto la cronaca nazionale quasi ogni giorno ci riporta, quando sentiamo di rifiuti incendiati pensare che lo “facciano da soli” ci viene sempre più difficile.

Il 10 ottobre, apprendiamo dalla stampa, la Procura di Vasto aveva dato l’assenso ad una copertura di alcuni rifiuti. Pare, dalle dichiarazioni che leggiamo in queste ore, non sia avvenuta. Perché? Chi ne è il responsabile? Un fatto questo che conferma il nostro precedente comunicato sui ruoli di Procura, custode giudiziario e istituzioni tutte”. Si legge così in una nota di Azione Civile Abruzzo.

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