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Un grande classico del balletto russo in scena a Pescara: Il Balletto Di Roma interpreta “Lo Schiaccianoci” di Ciajkovskij con la rilettura ecologica dello “scaligero” Massimiliano Volpini

Pescara. Un grande classico del balletto russo in scena a Pescara. La Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” di Pescara presenta il “Balletto Di Roma” ne “Lo Schiaccianoci” di Piotr Ilijc Ciajkovskij, con la direzione artistica di Francesca Magnini, l’ideazione e la coreografia di Massimiliano Volpini e le scene e i costumi di Erika Carretta.

Il balletto si terrà al Teatro Massimo di Pescara, martedì 3 dicembre con inizio alle 21. Lo spettacolo è fuori abbonamento. Il prezzo del biglietto di ingresso è di 22 euro per le poltronissime e di 18 euro per le poltronissime.

Non è Natale senza Lo Schiaccianoci ma, si sa, non è Natale solo dove splende la luce. La rilettura del più classico dei classici, ideata dal coreografo scaligero Massimiliano Volpini, ribalta l’ambientazione originale del primo atto, sostituendo all’enorme casa borghese in festa la strada di un’immaginaria periferia metropolitana: qui, abitanti senzatetto e ribelli senza fortuna vivono come comunità d‘invisibili, adattandosi agli stenti della quotidianità e agli scarti della città. Un muro imponente separa due strati di società, chiudendo fisicamente e idealmente una fetta d’umanità disagiata in un angolo di vita separata e nascosta.

Nessun pupazzo o soldatino, ma solo un principe, il Fuggitivo, e la sua amata: i due giovani temerari tenteranno il grande salto oltre il muro e affronteranno bande di uomini oscuri, vigilanti di rivoluzionari tumulti. La tradizionale ‘battaglia dei topi’ si trasformerà in un cruento scontro di strada il cui esito sarà l’evasione del Fuggitivo e la salvezza di Clara. Attraverso il coraggioso passaggio a un’altra dimensione – il viaggio immaginario di Clara è tutto ciò che avviene nella testa della giovane un attimo prima di decidere se seguire o no il suo eroe verso luoghi ignoti – la coppia di avventurosi inizierà una nuova vita, non bella e fantasiosa come quella immaginata, ma pur sempre fiduciosa verso il futuro.

Il secondo atto riaggancia ambientazioni e personaggi della tradizione, in un viaggio tra danze di mondo e personaggi bizzarri, un incanto che cancellerà per un attimo gli incubi grigi di una vita nell’ombra. La magia non durerà tuttavia per sempre e sul finale Clara, pur tentando davvero la fuga da quel luogo, tornerà ad osservare il muro della sua prigionia con la consapevolezza di un’impossibile liberazione: dall’altra parte continueranno a vivere gli invisibili, estranei al suo nuovo mondo come pezzi mancanti di un’umanità irrisolta.

Ma cosa rappresenta davvero la festività nella contemporaneità? Volpini l’ha voluta immaginare come una Pandora dei tempi moderni, sorpresa a scoperchiare un grande vaso di verità. Sorpresa. Proprio così è l’effetto che il vetro, la plastica, il legno, la carta e il cartone – materiali molto preziosi recuperati e riutilizzati grazie al riciclo creativo – hanno dato vita nei costumi e nelle scenografie di questo originale Schiaccianoci del Balletto di Roma. Il passo verso una riflessione sul tema ecologico è breve, un contesto avvertito ormai come una vera e propria necessità di riscoperta del sé.

È tramite un processo giocoso e naturale che Lo Schiaccianoci svela pezzi di tela, cartone, plastica e quant’altro disponibile alla fantasia, inventando nuovi mondi e dimensioni che strappano questi oggetti dal rischio di trasformarsi in un semplice “rifiuto”. Un’attenta analisi delle caratteristiche dei materiali, dimenticata la loro funzione iniziale, ha aiutato a dare agli oggetti una nuova vita, una nuova storia, sfruttandone potenzialità e caratteristiche specifiche, in una corroborante e creativa fase di studio e progettazione. Così una vecchia scatola di cartone dimenticata in soffitta si scompone in tante divertenti sagome da appendere a un albero di Natale fatto di bottiglie di plastica e una manciata di vecchi bottoni spaiati o di tappi colorati potrà rappresentare una fantasiosa alternativa a perline per bijoux.

Lo Schiaccianoci di Volpini è uno stimolo ecologico a riflettere anche sulla condizione delle persone-rifiuto, sullo smarrimento d’identità sociale e sui mille volti del nostro “essere”; se ci si arrende all’idea che questa entità sia unica e immutabile, infatti, si rischia di “ammalarsi” di noia, insoddisfazione e apatia. Quest’opera fa pensare che in tutti noi si possa sempre nascondere una piacevole sorpresa e che è importante coltivare i sogni custoditi in fondo ai cassetti perché potrebbero rivelarsi meravigliosi progetti di vita nuova, troppo spesso offuscati dalla paura e dall’incapacità di affrontare una svolta decisiva: imparare a “riciclarsi” con la stessa gioia e facilità con cui da bambini giocavamo con un pezzo di carta.

Sulle note di Piotr Ilijc Ciaikovskij, attraverso una danza fresca e attuale, Massimiliano Volpini porta in scena una riflessione lucida e insieme poetica sul classico natalizio che tutti conosciamo, stimolando lo spettatore a osservare la fiaba da più punti di vista. Pur nella conservazione del binomio realtà/sogno, questo Schiaccianoci scopre i risvolti terreni e umani di una società contemporanea piena di contraddizioni. Una rilettura carica di emozioni positive, che ci fa assaporare una prospettiva di trasformazione continua, delle persone e delle cose.

La Stagione Musicale della Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” prosegue, venerdì 6 dicembre, con il concerto del Quartetto Adorno, composto da Edoardo Zosi e Liù Pellicari al violino, Benedetta Bucci alla viola e Danilo Squitieri al violoncello: in programma, musiche di Beethoven, Colasanti e Debussy.

La stagione artistica della Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” è accompagnata dal supporto del Main Partner Fondazione PescarAbruzzo e dell’Istituto Acustico Maico.

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