Cronaca

Pescara, divieto di scoppio di petardi e simili

Pescara. Anche quest’anno, come sollecitato pubblicamente il la settimana scorsa dal mio assessorato e dal capogruppo UDC Massimiliano Pignoli, Pescara vara il divieto di scoppio dei petardi e botti“

L’obiettivo è quello di tutelare i cittadini – e in particolare i giovanissimi – dai rischi dell’esplosione dei giochi pirici evitando il disturbo della quiete pubblica ma anche tutelare il mondo animale che subisce un fortissimo stress psicofisico dagli scoppi.

L’Ordinanza sindacale n° 215 di oggi 27 dicembre 2019, che ha come oggetto: “Divieto di scoppio di petardi e simili dal 29/12/2019 al 07/01/2020”, ha anche l’obiettivo di “contrastare la vendita dei materiali suddetti non conforme a quanto disposto dal D.lgs n. 58/2010, (con particolare riferimento all’art. 5 che definisce vincoli per la vendita ai minori), e il loro uso non conforme”.

Inoltre viene raccomandato ai “genitori e tutori di minori, di vigilare sul corretto uso dei dispositivi nei luoghi privati, sul rispetto delle istruzioni, e per evitare che i minori raccolgano ordigni inesplosi” e ai proprietari di “animali d’affezione di vigilare e attivarsi affinché il disagio degli animali determinato dagli scoppi non causi danni alle persone e agli animali medesimi”.

Il provvedimento impone il divieto “ai detentori di materiale pirotecnico, non titolari di licenza di cui all’art. 57 del Tulps, né autorizzati all’attuazione di manifestazioni pirotecniche in luoghi pubblici: di effettuare lo scoppio di petardi, mortaretti e artifici simili e di ogni tipo di fuoco pirotecnico in luogo pubblico o di uso pubblico, e nei luoghi privati da cui possano essere raggiunte o interessate direttamente aree e spazi ad uso pubblico; dell’utilizzo di fuochi pirotecnici, non posti in libera vendita, nei luoghi privati, senza la licenza; dell’utilizzo di giochi pirotecnici, anche posti in libera vendita, nei luoghi privati senza rispettare le istruzioni per l’uso stabilite sulle etichette, e le prescrizioni” normative.

Sono previste sanzioni amministrative per chi viola l’ordinanza (dai 25 ai 500 euro).

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