Cronaca

Coronavirus, mascherine e sospensione della pena: la situazione nelle carceri

Chieti. I dati situazione in Abruzzo aggiornati a prima dell’emergenza Coronavirus:
Casa circondariale di Pescara: oltre 400 detenuti in una struttura che ne può contenere 270
Casa circondariale di Chieti: oltre 150 detenuti in una struttura che ne può contenere 79
Casa circondariale di Lanciano: oltre 300 detenuti in una struttura che ne può contenere 230
Casa circondariale di Teramo: oltre 430 detenuti in una struttura che ne può contenere 250
Casa di reclusione di Sulmona: oltre 450 detenuti in una struttura che ne può contenere 303

Colorate e allegre, sono quasi cinquecento le mascherine realizzate in questi giorni dalla sartoria del carcere di Chieti. Al lavoro sulle macchine da cucire ci sono sei detenute nella sezione femminile di Madonna del freddo che hanno utilizzato carta da forno, stoffe e tessuti vari donati anche dagli agenti di Polizia penitenziaria dell’Istituto. Un lavoro di squadra e di gruppo, soprattutto di responsabilità e collaborazione. In proposito così scrive Emma in un suo testo che sarà pubblicato sul nuovo speciale della rivista di Voci di dentro: “L’unione fa la forza. Noi detenuti non siamo gli unici a non poter abbracciare i familiari; ci sono nelle stesse condizioni tanti agenti giovani o che vengono da lontano”.
Intanto, sempre a Chieti – come del resto anche in altre carceri – prosegue l’attività per cercare di ridurre il più possibile il numero dei detenuti ed evitare ulteriori emergenze specie in strutture con scarsità di cure adeguate, sovraffollamento, acqua calda spesso razionata, poca igiene.
In particolare nel carcere di Chieti sono oltre venti le persone uscite, inviate ai domiciliari o presso comunità tipo quella di suor Vera a Brecciarola, con la sospensione dell’esecuzione della pena ai sensi dell’articolo 147 del C.P., con la legge 199 e in misure alternative. In definitiva sfruttando tutte le possibilità delle normative come ad esempio anche provvedimenti di lunga licenza per semiliberi, motivi di salute e incompatibilità col regime carcerario.
Tutto grazie al lavoro che vede impegnati direzione del carcere, area giuridico pedagogica, polizia penitenziaria, magistratura di sorveglianza, Sert di Chieti, con l’obiettivo di ridurre il sovraffollamento, rendere il carcere più sicuro e poter applicare l’isolamento sanitario per eventuali casi di positività. Per la sicurezza di tutti, come hanno più volte chiesto gli stessi detenuti durante le loro proteste.
Ma siamo solo all’inizio, dal Governo occorre subito una decisione senza tentennamenti, ambiguità, sottovalutazioni, indifferenza, irresponsabilità.
Voci di dentro ribadisce la propria posizione: 1) provvedimento di sospensione della pena per tutti coloro (22.987) che hanno da scontare ancora tre anni di carcere (8.682 con un residuo inferiore a un anno, 8.144 con un residuo fino a due anni e 6.171 fra i due e i tre anni), 2) scarcerazione di 54 mamme e dei loro 59 bambini attualmente detenuti in 9 istituti, 3) blocco dei nuovi ingressi per reati minori, pregressi e cumuli di pena.

Comunicato stampa di Voci di dentro

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