Politica

D’Incecco (Lega) su polemica per bandiera europea

Pescara. “Chiedere di ammainare la bandiera europea non era un atto di disobbedienza, ma piuttosto è servito per alzare il velo su un problema autentico che ha assunto dimensioni tragicamente eccezionali con l’epidemia da coronavirus, ovvero l’assenza di un’Europa realmente unita e solidale con i propri popoli che, più di altri, sono deboli e stanno soffrendo. Chi, come il Pd, o il Movimento 5 Stelle o anche altre forze della maggioranza di centrodestra, ha voluto sterilizzare il dibattito sulla legittimità o meno del singolo gesto, vuol dire che era in malafede o, in alternativa, che non ha capito nulla di quanto sta accadendo e che non si riduce al proprio orto di casa. La Lega non retrocede di un passo e, da questo momento, continueremo a tenere alto il dibattito al fine di riportare un nuovo ordine del giorno all’esame della prossima seduta del Consiglio comunale”. Lo ha detto il capogruppo comunale della Lega Vincenzo D’Incecco, consigliere regionale, primo firmatario dell’ordine del giorno, sottoscritto da tutto il gruppo consiliare, con cui ieri si chiedeva a sindaco e giunta di ammainare la bandiera europea fino a quando dalla stessa Europa si sarebbe registrata una posizione di reale vicinanza all’Italia.
“A Pescara abbiamo voluto sollevare lo stesso problema di cui si sta tanto dibattendo negli ultimi giorni in tutta Italia – ha rimarcato il capogruppo D’Incecco – perché se decine e decine di sindaci, o Presidenti di Regione e di Consigli regionali, oggi, stanno rimuovendo il vessillo europeo dai palazzi istituzionali, non credo che siano tutti impazziti, ma forse stanno denunciando in modo forte e concreto il disagio collettivo. La verità è che oggi tutte le amministrazioni locali, le Regioni, sino al Parlamento, stanno affrontando una crisi sanitaria ed economica che non ha ricevuto alcun appoggio dal Governo Europeo, che pure abbiamo contribuito a fondare e che oggi ci tratta come sudditi, l’Europa unita che tutti abbiamo immaginato e sognato oggi ha rivelato tutte le sue falle, ovvero l’incapacità di supportare i governi nazionali quando si pone un serio problema come una pandemia, un Governo Europeo che non è capace di essere solidale, ma fa solo gli interessi delle banche o delle lobby economiche. Quanto accaduto negli ultimi quindici giorni, con l’Italia che da sola ha dovuto trovare in sé le risorse per fronteggiare la crisi, ci dimostra che oggi l’assenza di un’Europa unita, alla quale il nostro Paese ha dato il proprio contributo anche economico, è la madre di tutti i problemi. E lo sanno bene quei sindaci che stanno togliendo quel vessillo europeo perché si sentono abbandonati e perché non sanno come dare risposte ai propri cittadini. Ammainare la bandiera europea – ha proseguito il capogruppo D’Incecco – significava solo constatare uno stato di fatto, l’assenza dell’Europa che non ha saputo o voluto tendere la mano a un Paese momentaneamente più debole. E ieri il dibattito manieristico del Pd e del Movimento 5 Stelle ha assunto toni risibili quando, da un lato contestavano la posizione della Lega, e dall’altro contestavano le carenze del sistema sanitario, ignorando, o facendo finta di ignorare, che il taglio degli ospedali e dei posti letto è stato anche frutto delle direttive europee che hanno imposto al nostro sistema sanitario nazionale, il migliore al mondo, degli standard contrari al diritto della salute che il Pd ha applicato senza discutere. Non abbiamo ben compreso cos’abbiano da esultare i colleghi del Pd al nostro rinvio dell’ordine del giorno – ha sottolineato il capogruppo D’Incecco -: io mi preoccuperei piuttosto dei contenuti del dibattito trasmesso ieri in diretta del Consiglio che ha permesso ai pescaresi di farsi un’idea chiara su chi dagli scranni difende i cittadini, ovvero la Lega, e chi si preoccupa della posizione di una bandiera blu, che si chiamino 5 Stelle o Pd fa lo stesso. Porteremo avanti il dibattito, porteremo avanti l’ordine del giorno e qualunque altra iniziativa che possa accendere i riflettori su un punto chiaro: questa Europa non ci piace, dunque o la cambiamo o è meglio farne a meno”.

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