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L’onorevole Di Stefano sulla zona franca nella manovrina: “La montagna che ha partorito un topolino”

L’Aquila. “Come si suol dire -La montagna ha partorito un topolino-. La tanto decantata Zona Franca Urbana, su cui il Presidente D’Alfonso poggiava speranze baldanzose, di fatto si è concretizzata in un semplice articolo della cosiddetta –manovrina- promulgata ieri dal Governo” lo ha dichiarato in una nota l’On. Fabrizio Di Stefano a seguito della promulgazione del Decreto Legge: “Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo”.
“Infatti” ha continuato l’On. Di Stefano, “L’articolo 46 del Decreto legge: -Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo- credo rappresenti ben poca cosa rispetto a quello che ci si aspettava. In questa Zona Franca non solo non c’è nessuna misura volta a stimolare investimenti nelle zone terremotate, come sbandierava il Governo regionale, ma anche per le realtà già esistenti e operanti in Abruzzo le agevolazioni sono deludenti.
Si rammenta che, in sintesi, il regime prevede per il 2017 e 2018, per le imprese con sede o unità locale che hanno subito a causa del sisma una riduzione del fatturato almeno pari al 25% della media dei 3 periodi di imposta precedenti:
a) esenzione dalle imposte sui redditi, fino a 100.000 euro per ciascun periodo di imposta;

b) esenzione IRAP fino a 300.000 per ciascun periodo di imposta;

c) esenzione imposte municipali per immobili siti nella ZFU utilizzati per l’attività di impresa;

d) esonero per contributi previdenziali e assistenziali (salvo INAIL) sulle retribuzioni dei dipendenti (analogamente per lavoratori autonomi).

In ogni caso, appare fortemente limitante la capacità propulsiva della disposizione la clausola -de minimis-: la circostanza che il Governo non intenda neppure affrontare un confronto con l’UE per ottenere il riconoscimento delle doverose deroghe, in ragione della indiscutibile specialità della situazione, rappresenta l’ evidente debolezza a livello europeo in cui è stata relegata l’Italia, e la strumentalizzazione solo a fini propagandistici sia del sisma, sia della c.d. -flessibilità di bilancio-, sprecata nella moltiplicazione di inutili bonus che si sono rivelati del tutto insussistenti come sostegno della ripresa” ha concluso l’On. Fabrizio Di Stefano.

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