Cronaca

L’emergenza Covid-19 non ferma i pescatori abusivi. Prosegue l’attività di vigilanza della Guardia Costiera a tutela dell’ambiente marino costiero

Ortona. Diversi i sequestri operati in mare nelle ultime settimane dal personale della Capitaneria di Porto di Ortona a carico di pescatori abusivi che, nonostante le limitazioni imposte dal Governo per l’emergenza sanitaria in atto, continuano a violare le regole, a danno dell’ambiente marino e delle specie ittiche in riproduzione. In pochi giorni, infatti, sono stati sequestrati più di 20 attrezzi tra cestelli e nasse, oltre ad alcune centinaia di metri di reti da posta, rilasciando in mare il pesce ancora vivo al loro interno.
E’ stato così possibile restituire al libero uso diverse zone di mare evitando il danneggiamento dell’ambiente marino costiero, causato dall’abbandono, sui fondali, di reti, plastiche, nylon, blocchi di cemento e tondini di ferro utilizzati per la pesca illegale, a tutela della riproduzione di diverse specie di piccoli pelagici.
L’incrocio delle informazioni e dei dati acquisiti dai sistemi satellitari di controllo della pesca (c.d. Blue-box) e dalla Rete A.I.S. nazionale, gestita dalla Guardia Costiera, ha consentito, altresì, di rilevare e sanzionare due pescherecci intenti all’attività di pesca in zone vietate.
Continuano, inoltre, le attività di controllo sul rispetto delle restrizioni discendenti dall’emergenza epidemiologica da COVID-19 lungo l’intera costa provinciale nell’ambito della quale, i militari della Capitaneria di Porto di Ortona stanno, in particolare, vigilando sul corretto svolgimento delle attività di pulizia degli arenili condotte da parte dei concessionari e gestori degli stabilimenti balneari, in attuazione del disposto dell’Ordinanza n. 36 del 13 aprile della Regione Abruzzo.
L’attuale limitazione delle attività antropiche sulla costa ha fatto registrare, da parte delle motovedette della Guardia Costiera, un aumento di avvistamenti di delfini mentre sulle spiagge, in più punti del litorale ortonese, sono stati rinvenuti dalle pattuglie dei militari diversi nidi con uova di uccello fratino che sono stati immediatamente segnalati alle articolazioni locali del WWF con cui il Corpo collabora, a livello nazionale, per la tutela e la valorizzazione degli habitat naturali.

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