Sui sentieri della bellezza

L’Abruzzo di Bruno Terrenzio

Massimo Pasqualone

Bruno Terrenzio nasce in contrada San Donato di Pescara il 26 febbraio 1929. e muore il 16 dicembre del 2009. Sin da ragazzo ama conversare e ascoltare la gente del posto, soprattutto le persone anziane, da cui apprende storie e parole del passato. Conseguita la licenza elementare, si iscrive nel 1942 alla scuola di Avviamento Professionale d’indirizzo industriale, ma la frequenza si interrompe a causa della seconda guerra mondiale. Conseguito il diploma di Scuola Media inferiore, per un anno emigra in Venezuela. Tornato in Italia lavora nell’industria meccanica. Si avvicina alla poesia da autodidatta, esordendo nel 1978 con la poesia La notte fusse pe’ durmì al concorso di poesia dialettale di Ripa Teatina con un lusinghiero giudizio del presidente della giuria Gino Tosini: “Bruno Terrenzio è giunto da poco tra i poeti dialettali che amano spostarsi da un lato all’altro di questo magnifico palcoscenico che è il nostro Abruzzo: tuttavia Bruno scrive versi che risuonano di echi profondi derivanti da regioni e stagioni della sua vita molto remote. Forse Terrenzio è sempre stato poeta senza saperlo.

Successivamente incontra il favore della critica e del pubblico, con l’interpretazione emotiva dei suoi testi, di canzoni folcloristiche e spettacoli di teatro dialettale che lo hanno visto regista, attore, coreografo.

Come operatore culturale ha promosso diverse manifestazioni tra cui il concorso di poesia dialettale abruzzese Pescara Quartiere Uno, che ha coordinato con il Comune, il coniglio di quartiere e l’Avis.

Le sue poesie sono raccolte in diverse pubblicazioni ed antologie, ma la sua opera principale è sicuramente il volume L’Abruzze sgrizze puesije, pubblicato da Editrice italica di Pescara nel 2006 con la presentazione di Renzo Del Monaco.

Tra i temi prediletti si evincono le problematiche di giustizia sociale, il problema della droga della delinquenza minorile, che sentiva forte per la zona in cui viveva; il problema della fame nel mondo; la guerra e la pace: il problema ecologico; gli affetti famigliari; l’emigrazione; l’incontentabilità dell’animo umano, l’amore profondo e sincero per la sua terra. Che t’ariempie l’ucchie e, come recita il titolo del suo libro, sgrizze puesje.

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