Politica

Pescara, Rapposelli (Fratelli d’Italia) su Commissione per problematiche balneazione nel Covid-19

Pescara. “Scatta la corsa contro il tempo per fornire ai balneatori pescaresi gli strumenti per poter lavorare nella stagione estiva ormai alle porte. Entro breve chiediamo alla Regione Abruzzo di fare il massimo sforzo per riuscire a emanare le linee guida inerenti le regole e i criteri per attrezzare gli arenili, sulla falsariga delle indicazioni che dovranno necessariamente arrivare dal Governo Conte, ma che poi andranno calate e adeguate alla realtà locale. L’obiettivo è quello di fare in modo che per l’inizio della prossima settimana i nostri operatori del mare possano cominciare a montare ombrelloni, palme, gazebo e quant’altro possibile, operazione che comunque richiederà giorni e giorni. Ormai non possiamo più attendere oltre, ricordando che in Abruzzo il settore balneare garantisce lavoro ad almeno 35mila unità tra dipendenti diretti, indiretti o collegati, e rappresenta un asse portante della nostra economia turistica, ricettiva, dell’accoglienza e dell’intrattenimento”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Attività Produttive Fabrizio Rapposelli ufficializzando l’esito della seduta odierna della Commissione che ha visto anche la partecipazione via web dei rappresentanti di categoria, ossia Stefano Cardelli presidente del Consorzio Ciba, Riccardo Padovano e Franco Danelli, rispettivamente Presidente Sib-Confcommercio e Presidente Confcommercio, Sandro Lemme come rappresentante balneatori della Confartigianato.
“Una seduta strategica quella della Commissione che ci ha consentito di far emergere, ascoltare e raccogliere le preoccupazioni, le ansie, i timori e anche la rabbia di centinaia di balneatori, intere famiglie che, ancora una volta, oggi, si sono viste escluse, anzi ignorate dalle misure inserite nell’ultimo provvedimento legislativo ‘Rilancio’ emanato ieri dal Governo Conte – ha sottolineato il Presidente Rapposelli -. Ma non solo: sembra che la linea espressa dal Governo fosse quella di emanare a breve le indicazioni tese a disciplinare l’attività sulle spiagge sull’intero territorio nazionale, lasciando poi alle Regioni il compito di recepirle e di emettere le ordinanze per l’utilizzo estivo delle aree demaniali calando quelle indicazioni generali e generiche sulle singole realtà, perché è evidente che la costa abruzzese è diversa da quella sarda o romagnola. E invece, come hanno evidenziato i rappresentanti di categoria, ieri sera è subentrato un Protocollo stilato dall’Inail nel quale vengono dettate delle regole restrittive e che oggi risulta inapplicabile o, addirittura, costringerà tante imprese balneari a non riaprire i battenti, con il rischio del ritiro della concessione”. “La mia attività è nata nel 1934, mio figlio rappresenta la terza generazione di balneari – ha detto Lemme della Confartigianato – e siamo offesi dal non essere stati neanche considerati nel Decreto del Governo Conte, il quale ha ignorato la protesta dei giorni scorsi, quando tutti i titolari delle concessioni hanno messo un ombrellone e una sdraio in mezzo alla spiaggia per denunciare i ritardi, l’assenza di attenzione, una protesta che ha visto l’adesione del 100 per cento degli imprenditori. Qui ci sono Regioni che non riapriranno le proprie spiagge”. A elencare alcune delle direttive più critiche del Protocollo, è stato il Presidente del Ciba Cardelli: “L’applicazione del Protocollo dell’Inail è fallimentare, innanzitutto perché sul montaggio delle strutture sull’arenile prevede un coefficiente sulle distanze che è capestro, parliamo di una distanza tra un ombrellone e l’altro di 5,40 metri, imponendo uno spazio di almeno 22 metri quadrati ogni 4 persone per mantenere la ‘distanza sociale’ e imponendo anche l’eventuale collocazione degli ombrelloni. Che significa che in uno spazio dove prima potevamo ospitare mille persone, oggi ne potremo accogliere a malapena 300, ma questo solo per gli stabilimenti grandi, che possono contare su una spiaggia di almeno 5mila metri quadrati. Quelle stesse regole applicate a chi ha un fazzoletto di spiaggia di fatto si concretizzeranno nella non apertura dello stabilimento perché lo sforzo economico dell’operatore sarebbe impossibile da sostenere. A questo punto, calcolato il coefficiente, chiediamo che sia lasciata almeno al singolo balneatore e alla sua esperienza la possibilità di scegliere come montare le attrezzature in spiaggia, ovvero la loro disposizione sull’arenile, sempre assicurando il distanziamento sociale, fermo restando che a Pescara così come in Abruzzo non c’è alcun problema di affollamento delle spiagge né di assembramento, né durante la settimana né a giugno o luglio, magari qualche attenzione in più va prestata nel mese di agosto, ma nel fine settimana. Ma non basta, perché l’Inail impone anche al balneatore di fare il check-in e check-out dei clienti come negli alberghi, che è impossibile se non permetti di recintare le aree in concessione, quindi non possiamo controllare chi accede direttamente dalla battigia o dai lati, così come impone di prevedere un ingresso e un’uscita separati, ma allora devi anche consentire di aprire dei varchi là dove oggi non ci sono. Dunque parliamo anche di norme che sono in contrasto con le leggi vigenti sul demanio marittimo”. Il Presidente Padovano, che ha annunciato un nuovo incontro previsto per le prossime ore con il Ministero e con l’assessore regionale Mauro Febbo, ha poi sollevato anche il problema “dell’uso delle piscine realizzate sulla spiaggia, nell’ambito delle concessioni, in realtà vasche-parchi gioco in acqua, usate prevalentemente per bambini e anziani, per le quali occorrono regole chiare per disciplinarne utilizzo e sanificazione”. “A questo punto – ha aggiunto Rapposelli – attendiamo l’esito del nuovo incontro, ma dobbiamo darci delle scadenze perché siamo già evidentemente in ritardo nell’allestimento delle nostre spiagge e non è possibile chiedere agli imprenditori del settore di attendere ancora: la nostra Commissione resterà vigile e pronta ad aiutare la Regione a dipanare una matassa difficile, proponendo che Pescara assuma un ruolo di capofila in tal senso, avendone sia le competenze che le possibilità. Chiediamo dunque con forza che siano emanate a breve le linee guida, che devono nascere anche da un confronto con le associazioni di categoria, ed entro la prossima settimana vogliamo vedere trasformare tutta la nostra riviera in un grande collettivo cantiere per preparare la spiaggia all’arrivo dell’estate”.

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