Politica

Case Ater di Pescara, Pettinari: “La mia analisi mette nero su bianco le inadempienze di Regione e Comune”

Pescara. Sono circa 105 le case gestite dall’Ater di Pescara occupate abusivamente o senza titolo. Mentre noi parliamo, ci sono delinquenti che stanno usufruendo di soldi, luce, gas e acqua di proprietà pubblica senza averne alcun diritto. Un dato che mette in evidenza l’inefficienza di Comune e Regione a guida centro destra, soprattutto se pensiamo a quante famiglie, oneste e bisognose, in questi giorni sono in difficoltà per pagare le bollette o l’affitto. Gli strumenti per porre fine a questo fastidioso scippo alle casse pubbliche ci sono, ma la politica locale non applica le leggi non adempie ai suoi doveri. Questa è una partita importante per la sicurezza che non si può perdere. Ognuno deve fare il proprio dovere e non si può chiedere solo alle forze dell’ordine di agire mentre chi è al Governo di Regione e Comune è fermo e al di là di qualche azione spot e quello che potrebbe realmente risolvere una volta per tutto non viene fatto”. E’ questo il commento di Domenico Pettinari che questa mattina in conferenza stampa ha tenuto un focus sulle periferie cittadine. Lo ha fatto da Fontanelle, luogo simbolo della lotta alla criminalità per il Vice presidente del Consiglio regionale. Ma come lui stesso ha sottolineato “Fontanelle è un esempio, ma qui stiamo parlando di tante zone della città che aumentano costantemente sul fattore criminalità Rancitelli, San Donato, Via Rigopiano, Zanni, Borgo Marino e ultimamente anche Piazza Grue. I problemi che investono queste periferie in cui insistono case Ater investono sia la sicurezza strutturale che i problemi di sicurezza sociale.

CRIMINALITA’ E LEGGE REGIONALE, CHI NON FA IL SUO DOVERE?

L’Abruzzo è dotato di una legge regionale molto chiara a riguardo: la 96/96, che io stesso ho contribuito a migliorare attraverso l’approvazione di importanti emendamenti. Nell’articolo 2 della legge regionale è chiaramente espresso che l’accesso e la permanenza nelle case popolari deve avere come condizione essenziale che negli ultimi 10 anni, né l’assegnatario né i componenti del suo nucleo familiare, devono avere riportato sentenza passata in giudicato per reati penali tra cui sono iscritti anche i reati di spaccio, usura, racket ecc.

La legge prevede anche che gli appartamenti e i locali pertinenti non possono essere utilizzati, pena il decadimento dell’assegnazione, per atti criminosi. Stessa pena di decadimento dell’assegnazione per coloro che cedono, in parte o nella totalità, la casa Ater: in sostanza non puoi riaffittarla, venderla o sub affittarla. Ma anche per coloro che vengono semplicemente ospitati a titolo gratuito ci sono delle regole. Infatti se un ospite viene colto in flagranza di reato, la pena per l’assegnatario è comunque il decadimento del diritto all’immobile. Questi requisiti e regole riguardano tutto il nucleo familiare e, cosa fondamentale, persistono per tutta la durata dell’utilizzo dell’alloggio.

Sempre la legge 96/96, all’articolo 34 prevede che se viene eseguito un allaccio abusivo per le utenze di acqua, gas e luce per l’assegnatario decade ogni diritto sulla casa Ater.

Ma come viene recesso un alloggio Ater in presenza di questi reati?

È il Comune l’organo preposto all’istruttoria con il compito di verificare se le condizioni di assegnazione persistono. Una volta individuati i soggetti che non rispondono più ai requisiti il Sindaco ha il potere di annullare il contratto ed emanare il provvedimento di decadenza a cui segue lo sfratto. A oggi sarebbe utile che la Giunta di centro destra chiedesse al Comune di Pescara quali sono le istruttorie portate avanti, quali verifiche sono state fatte sui requisiti per il mantenimento della casa e quali sono gli allacci abusivi. In merito a questo ultimo punto, infatti, la Legge regionale nell’articolo 36 Bis prevede che il Comune e l’Ater pubblichino sul sito istituzionale tutte quelle abitazioni che sono state occupate abusivamente in modo da consentire ai gestori di interrompere l’erogazione del servizio, o in caso sia già in atto di bloccarlo ma da un controllo effettuato sui siti non risulterebbero pubblicati.

Risulta difficile capire con un simile strumento a disposizione come sia possibile che negli alloggi Ater persista la presenza di occupanti abusivi, che si continui tranquillamente a spacciare e a commettere atti criminosi negli edifici di proprietà della Regione Abruzzo, a subaffittarli illegalmente e ad allacciarsi abusivamente alle utenze.

È palese che qualcuno non sta facendo il suo lavoro. O la Regione non chiede adeguatamente conto al Comune del lavoro svolto o il comune non applica la legge 96/96 nell’assenza di monitoraggio adeguato da parte della Regione. O entrambi continuano a ignorare nel concreto questo problema e si limitano, come di consueto, solo a grandi uscite pubbliche poi si rivelano un pungo di mosche. C’è un anello debole in questa catena di controllo e deve capire dove si trova. Una cosa è certa, se avessero ascoltato chi, come me, ha sempre chiesto un tavolo permanente di monitoraggio in cui Regione, Comune, Prefettura, Questura e Procura lavorassero di concerto, probabilmente il problema degli occupanti abusivi nelle case di edilizia residenziale pubblica e soprattutto di coloro che non hanno i requisiti per rimanerci si sarebbe risolto da tempo.

Il centro destra sembra aver applicato solo quello che io voglio definire “L’Articolo vergogna” di questa legge regionale, ovvero il 36 comma 1 bis. Grazie a questo infatti gli occupanti senza titolo all’interno delle case popolari possono essere “sanati”. Una sorta di condono dell’abusivismo contro cui in Consiglio regionale mi sono battuto con forza ma, essendo in opposizione, non ho potuto fermare.

Alla luce di tutto questo, prima di chiedere miracoli alle forze dell’Ordine, Assessore competente in regione Abruzzo e Comune di Pescara dovrebbero prima pensare ad applicare pedissequamente la legge e poi chiedere ulteriori sforzi ai nostri agenti. Gli strumenti ci sono, se continuano ad applicarli al 5% non si risolverà mai l’annosa situazione che coinvolge tante periferie pescaresi. Situazioni che continuano a precipitare come ci raccontano gli ultimi fatti di Piazza Grue. Anche in quel caso il centro destra in Comune prima di tuonare sulla stampa dovrebbe agire con gli strumenti che ha a disposizione e agire nei fatti. Intensificazione dell’illuminazione, telecamere di sorveglianza, pattuglie della polizia locale, sono tra le prime azioni da mettere in campo.

MANUTENZIONE EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA. LE PERIFERIE CADONO A PEZZI E I SOLDI DOVE SONO?

Per poter intervenire sulla sicurezza delle strutture nella provincia di Pescara, già dal giugno 2019, l’Ater aveva richiesto la cifra di 2 milioni e 750mila per opere di manutenzione assolutamente urgenti. Molte palazzine si trovano in condizioni pessime e hanno urgente bisogno di importanti lavori strutturali prima che possano esserci gravi conseguenze. Per questo uno stanziamento di fondi è necessario, eppure la Giunta regionale continua incredibilmente a rimanere sorda di fronte alle grida di aiuto della popolazione più in difficoltà. Infatti la richiesta dell’Ater non è stata accolta dalla Regione che nei fatti non ha inviato le somme richieste. Questo sarebbe l’unico modo per rendere le zone in cui si trovano le case popolari di Pescara più vivibili, quartieri più curati.

Ci sono cittadini che vivono in condizioni igienico sanitarie rischiose a causa della formazione di muffe. L’umidità dilagante, maggiormente nei mesi invernali rende le abitazioni per anziani e disabili quasi delle trappole mortali.

I fondi chiesti da Ater servono per attuare un censimento delle situazioni più a rischio, agire dove ci sono emergenze strutturali gravi e poi poter pianificare una serie di interventi mirati. Abbiamo chiesto dal primo giorno che sediamo sui banchi del Consiglio regionale che chi è al governo di regione stanziasse fondi adeguati. A parole, e soprattutto in periodi elettorali, le periferie di Pescara pullulano di politici che promettono grandi cose, ma poi alla conta dei fondi tutti guardano dall’altra parte. L’insalubrità delle case ha ricadute serie su tanti aspetti della qualità della vita di chi le abita: sociale, economico psicologico e non da ultimo sanitario”. Conclude.

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