L’attuale vice-direttore prende il posto di don Marco Pagniello, da diversi mesi impegnato con Caritas Italia. Giorgio Ferrara, invece, sarà il nuovo economo
Pescara. «Alla luce del lungo discernimento fatto, dopo aver sentito il Collegio dei Consultori e il Consiglio degli Affari Economici, come da Statuto per la Fondazione Caritas, riunitisi nella giornata del 17 giugno, sono ora in grado di annunciarvi che il prossimo direttore diocesano Caritas e direttore della Fondazione Caritas sarà il dott. Corrado De Dominicis, attuale vice-direttore della nostra Caritas». Con queste parole monsignor Tommaso Valentinetti si è rivolto al clero (lettera-allegato 1) per ufficializzare l’avvicendamento nella direzione della Caritas diocesana; una successione attesa da tempo, da quando don Marco è stato scelto dalla Conferenza Episcopale Italiana per lavorare in Caritas Italia e rimandata a causa di questo momento difficile. «La sua presenza durante il lockdown – continua l’arcivescovo – è stata provvidenziale, perché durante questo tempo i servizi svolti dalla Caritas, da lui organizzati e diretti, hanno risposto prontamente e adeguatamente alle innumerevoli richieste che ci sono pervenute».
La nomina del giovane, classe 1985, è, senza dubbio, una scelta di continuità perché De Dominicis lavora in Caritas dal 2010 ed è stato lo stesso don Marco a sceglierlo come suo fedele collaboratore e a formarlo nel lavoro di coordinamento. «Raccogliendo l’esperienza di questi anni, portata avanti insieme al direttore uscente – è l’augurio di monsignor Valentinetti – Corrado potrà continuare con lo stesso zelo e con lo stesso impegno il servizio della carità, soprattutto a favore dei più poveri e dei più indifesi».
Nella stessa giornata, inoltre, l’arcivescovo ha ufficializzato il nome del nuovo economo della diocesi dopo le dimissioni di don Rodolfo Soccio: il dott. Giorgio Ferrara, già impiegato nell’ufficio amministrativo della curia di Pescara-Penne.
«Due ruoli importanti – conclude Valentinetti – affidati a due laici, che comunicano, senza dubbio, il lavoro in continuità del nostro progetto ecclesiale, ma anche la volontà di dare più voce ai nostri laici».
