Cronaca

Montesilvano, da giugno la Casa della Solidarietà accoglie uomini soli in difficoltà

Montesilvano. Apre i battenti la struttura comunale ricettiva situata all’interno della Casa della Solidarietà Madre Teresa di Calcutta, in corso Umberto e gestita dalla Fondazione Caritas Onlus dell’Arcidiocesi Pescara Penne, dall’Associazione Spazi di Prossimità e dall’Azienda Speciale del Comune di Montesilvano, per soddisfare i bisogni socio assistenziali di persone senza dimora. La Casa si pone come servizio di prima accoglienza, nell’ambito dell’approccio housing first, al fine di un graduale reinserimento nella società e alla fuoriuscita dallo stato di emergenza abitativa. La durata della permanenza è di almeno tre mesi, per un totale di dieci posti. Alla scadenza del periodo di permanenza, la camera dovrà essere riconsegnata in buone condizioni e completa degli arredi presenti e inventariati al momento della consegna delle chiavi.

Possono accedere al servizio nuclei familiari solo adulti e uomini con età minima di 18 anni, che versano in stato di emergenza abitativa, residenti nel Comune di Montesilvano e muniti di documento d’identità valido o di regolare permesso di soggiorno (se non è cittadino dell’Unione Europea). L’ingresso nella casa di seconda accoglienza è subordinato al rispetto di un progetto sociale individualizzato che indica i tempi, gli obiettivi e la durata dell’accoglienza. Tale progetto dovrà essere verificato periodicamente con l’operatore di riferimento. Si specifica che l’assegnazione degli alloggi avverrà compatibilmente con la capacità ricettiva della struttura. All’atto dell’ingresso, ad ogni ospite viene consegnato il corredo di due lenzuola, una federa, una coperta, un telo bagno, due asciugamani. In caso di assenza ingiustificata per 2 notti consecutive, l’ospite perde il diritto a conservare il proprio posto letto, che verrà assegnato ad altri. L’eventuale reingresso sarà valutato dalla Segreteria di accoglienza.

Durante il periodo di permanenza spetta all’operatore incaricato della Caritas e dell’Azienda Speciale, elaborare e seguire il progetto individuale di ogni ospite, individuando gli obiettivi a breve, media e lunga scadenza. Ogni imprevista difficoltà si presentasse nella convivenza tra gli ospiti andrà immediatamente comunicata al referente Caritas competente, al fine di attuare tutte le misure necessarie a ristabilire una civile convivenza o, in caso di necessità, per provvedere all’allontanamento degli stessi dalla struttura.

“L’assistito dovrà sottostare ad alcune regole di vita comunitaria – afferma l’assessore alle Politiche sociali Barbara Di Giovanni – . Al momento dell’accoglienza nell’abitazione e della relativa consegna delle chiavi da parte dell’operatore della Casa della Solidarietà Caritas, si impegna a rispettare il patto sociale condiviso e sottoscritto con l’assistente sociale incaricato nell’ambito del proprio progetto individualizzato. L’ospite può utilizzare gli spazi secondo le proprie esigenze in relazione alle proprie attività quotidiane condivise nel progetto individualizzato, resta comunque sempre la sua responsabilità del buon mantenimento e conservazione della struttura abitativa e dei relativi arredi, nonché del buon uso collettivo degli spazi comuni ed esterni in condivisione con gli altri conviventi e si rende disponibile a controlli periodici anche in merito allo stato di salute. Ogni inquilino si dovrà impegnare a rispettare le normali e civili regole di comportamento e di convivenza, fra cui il divieto di fumare all’interno della struttura abitativa, di introdurre bevande alcoliche o sostanze stupefacenti di qualsiasi tipo. E’ inoltre obbligatorio fare rientro presso la struttura abitativa non oltre le ore 23.00”.

“Da un anno l’amministrazione comunale stava lavorando a questo progetto, che da questo mese è operativo grazie all’impegno dell’Azienda Speciale e dei soggetti coinvolti nella gestione dell’iniziativa – spiega il consigliere delegato alle Politiche della Casa e alla Sicurezza Marco Forconi – . Il servizio supporterà alcune situazioni di disagio con dieci posti a disposizione delle persone in stato difficoltà. L’iniziativa si inserisce all’interno del progetto Pon Inclusione per i casi di povertà estrema e vuole dare una risposta in particolare ai papà separati e in grave difficoltà economica. Il progetto non è semplicemente di accoglienza ma è personalizzato e prevede un percorso per l’inserimento sociale e nel mondo lavorativo con l’assistenza anche di professionisti dall’Azienda Speciale. In questo momento di crisi economica e sociale l’iniziativa fornisce delle risposte concrete alle gravi carenze che si stanno manifestando nel territorio”.

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