Pescara. “Ho letto abbastanza per farmi un’idea sull’ennesima inchiesta sul Pd della mia città.
Il garantismo impone di attendere lo sviluppo della vicenda giudiziaria. Ma il piano penale non è quello politico. I fatti emersi sono certamente gravi e rientrano
in un diffuso malcostume, in un clima di clientelismo e di corruzione sistemica che denunciamo da anni e che in Abruzzo ci hanno visto spesso scontrarci col Pd e alla fine separare le nostre strade.
È desolante che nessun esponente del Pd sia andato oltre frasi generiche e che nessuno abbia espresso parole di condanna.
I comportamenti emersi non riguardano in questo caso grandi appalti o l’edilizia, ma una propensione all’uso privatistico della pubblica amministrazione e delle sue risorse per favorire la propria camarilla o il proprio clan. Un’abitudine all’occupazione della cosa pubblica comunque intollerabile.
Il fatto che il centrodestra non polemizzi sull’inchiesta non mi stupisce dato che condivide le medesime attitudini.
Sarò all’antica ma sulla questione morale continuo a pensarla come Berlinguer”. Si legge così in una nota di Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.