Politica

Meritocrazia Italia: “Recovery Fund quale cambiale per un nuovo progetto Italia”

Roma. “Al termine di quattro giorni di negoziato serrato il Consiglio Europeo, riunito a Bruxelles, è finalmente giunto all’approvazione di una bozza di intesa, condivisa dai 27 Stati membri. Nonostante l’auspicio di maggiori concessioni, il compromesso raggiunto rappresenta un traguardo storico per l’Ue, che, per la prima volta, ha deciso di optare per un considerevole indebitamento comune per rilanciare la crescita diffusa, spinta dall’acquisita consapevolezza di una crisi economica senza precedenti, le cui conseguenze, se non correttamente gestite, potrebbero essere devastanti per il futuro stesso dell’Unione. Ponendosi al di fuori delle diverse, opposte letture politiche dell’accordo, molto spesso dettate e contraddistinte da interessi elettorali nemmeno troppo celati, Meritocrazia Italia vuole, invece, sottolineare come l’adozione del Recovery Fund consegni al nostro Paese una pesante cambiale, ponendo l’Italia dinanzi ad un incrocio valutativo di assoluta responsabilità. Ed invero, al di là di alcuni dati non certo secondari, come la previsione di una tempistica oltremodo dilatata per l’assegnazione dei fondi (basti pensare che circa il 70% delle somme previste dal programma saranno assegnate tra il 2021 è 2023, mentre la restante parte sarò erogata in base alla perdita del pil per gli anni 2020 e 2021) la vera scommessa riguarderà le previsioni circa le condizioni di utilizzo degli importi a fondo perduto ed i vincoli di spesa, in quanto sarà fondamentale capire se il Paese verrà lasciato libero di decidere in autonomia le modalità di migliore impiego delle risorse, ovvero verrà condizionato dal vertice comunitario, molto spesso orientato verso logiche complessive che rischiano di avvantaggiare le componenti sociali più forti a discapito di quelle più deboli. Su tali presupposti, Meritocrazia Italia invoca un cambio assoluto di prospettiva e di mentalità progettuale, consapevole che la mera iniezione di liquidità a prestito non sia la panacea di tutti i mali (potendosi, al contrario, trasformare in vero e proprio punto di non ritorno), se non accompagnata da un corrispondente mutamento di approccio operativo da parte della classe politica e dirigente del Paese. Sarà allora fondamentale adottare misure e soluzioni durature e di prospettiva, capaci di attuare i correttivi necessari a scongiurare gli effetti della crisi e l’inversione di prassi non funzionali, proprio come suggerito da Meritocrazia nel Progetto Italia, documento di proposta strutturale di riforma del Paese, già sottoposto, nel periodo del lockdown, all’attenzione delle forze governative e parlamentari. In tal senso, le direttrici per trasformare l’accordo sul Recovery Fund in effettiva opportunità di ripartenza e ripresa, dovranno essere individuate: – nella previsione di una nuova fiscalità, da porre a partner della rinascita delle imprese e dei contribuenti, mediante un ridimensionamento della pressione e una redistribuzione del reddito, in uno alla sostituzione della mera logica dei sussidi con quella della efficienza e dell’ampliamento dei servizi ai cittadini;
– nella necessità insopprimibile di proteggere i posti di lavoro, mediante una complessiva mobilitazione finalistica del sistema finanziario delle risorse in arrivo, una forte logica di incentivazione occupazionale e con il superamento della farraginosità di un sistema eccessivamente burocratizzato nel settore pubblico, unito ad un un occhio vigile sul sostegno delle politiche di welfare aziendale nel settore privato; – nel ridisegno del sistema sanitario nazionale, correggendo gli errori derivati dalle regole di austerity e rimediando, con adeguato rifinanziamento, all’insufficienza delle strutture ospedaliere, delle apparecchiature terapeutiche e del personale medico e paramedico; – nel necessario intervento di riforma strutturale del Settore Giustizia, rendendo efficace il suo ruolo di servizio essenziale, mediante non solo l’aumento delle dotazioni organiche e strumentali rivelatesi inidonee a sostenere situazioni ordinarie (oltre che impreviste) ma altresì provvedendo a scongiurare le deformazioni che garantiscano all’Organo Giudicante terzietà, imparzialità e indipendenza; – una seria programmazione di razionalizzazione dell’Edilizia, con la bonifica delle aree e la ristrutturazione degli immobili dismessi per favorire la valorizzazione e la creazione di poli produttivi e residenziali favorendo in ogni caso uno sviluppo urbanistico eco-sostenibile, – mediante, infine, concreti interventi sul settore dell’Università e della Ricerca, con investimenti infrastrutturali adeguati (prime tra tutte le opere di alta velocità e banda larga) per consentire di rendere effettivo il principio di inclusione superando gli ostacoli della arretratezza culturale e territoriale. Le chance di inversione di rotta sono tante e Meritocrazia Italia vigilerà sull’adozione delle migliori scelte attuative, perché non sono i soldi a cambiare il destino di un Paese, ma il mutamento culturale, di mentalità, di partecipazione collettiva, di visione strategica e di corretta politica sociale. finalizzata al raggiungimento di un giusto punto di convergenza tra politiche economiche e diritti fondamentali del cittadino”. Si legge così in una nota di Meritocrazia Italia.

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