Cultura e eventi

Festa della Rivoluzione con lo scrittore Maurizio Serra ed Edoardo Sylos Labini

Pescara. Saranno lo scrittore Maurizio Serra, con il volume ‘L’imaginifico. Vita di Gabriele d’Annunzio’, e l’attore Edoardo Sylos Labini, con lo spettacolo ‘La Carta del Carnaro Rock’, i protagonisti domani, giovedì 3 settembre, della seconda giornata della Rassegna ‘La Festa della Rivoluzione – d’Annunzio torna in Abruzzo’, promossa per celebrare i 100 anni della Carta del Carnaro e della nascita dello Scudetto dalla Presidenza del Consiglio regionale d’Abruzzo, in collaborazione con il Consiglio regionale, la Giunta regionale e il Comune di Pescara. A far da cornice ai due appuntamenti, completamente gratuiti, a partire dalle ore 18, saranno gli spazi dell’Aurum, in Largo Gardone Riviera.
“La seconda edizione della rassegna segna il ritorno di d’Annunzio nel suo Abruzzo, grazie al coinvolgimento di forze molteplici, ma soprattutto – ha ricordato il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri -, ci permette di porre Pescara al centro del dibattito nazionale sulla ripartenza del Paese proprio grazie alla estrema varietà delle manifestazioni artistiche prescelte per l’evento. La giornata di domani, in particolare, ci permetterà da un lato di portare a Pescara un personaggio come Maurizio Serra che è stato l’unico italiano a essere eletto come membro dell’Accademia di Francia in trecento anni di storia, e, dall’altro lato, di restituire l’attualità di un atto costituzionale come la Carta del Carnaro proponendola in una versione teatrale e musicale assolutamente innovativa, moderna e capace di arrivare anche ai più giovani”.
L’apertura della giornata di domani, giovedì 3 settembre, alle ore 18, sarà dunque affidata alla personalità di Maurizio Serra, scrittore e diplomatico, che presenterà il libro ‘L’imaginifico. Vita di Gabriele d’Annunzio’. Nato a Londra nel 1955, Maurizio Serra ha rappresentato l’Italia a Berlino e a Mosca ai tempi dell’Unione Sovietica, poi è stato ambasciatore all’Onu a Ginevra e all’Unesco a Parigi. Ha diretto l’Istituto diplomatico ‘Mario Toscano’ del ministero degli Affari esteri e insegnato Storia delle relazioni internazionali alla Libera Università Internazionale degli Studi Sociali ‘Guido Carli’ (Luiss) di Roma. È autore di numerosi saggi ed articoli. Tra i suoi libri, spiccano le biografie degli scrittori Curzio Malaparte, per il quale ha vinto il Premio Goncourt per la biografia, Italo Svevo e, appunto, Gabriele D’Annunzio, edizione Neri Pozza, la cui edizione francese ha ottenuto il Prix Chateaubriand (2018) e il Prix de l’Académie des Littératures (2019). Nel 2018, Serra ha ricevuto il Prix de la Fondation Prince Pierre de Monaco per l’insieme della sua opera. Il 9 gennaio 2020 Maurizio Serra è stato eletto all’Académie française coprendo il posto lasciato vacante da Simone Veil. È il primo italiano a ricoprire la prestigiosa carica a vita dell’Istituzione Culturale di Parigi entrando a far parte dei 40 ‘immortali’ di Francia. L’Académie française è stata fondata nel 1635 dal cardinale Richelieu e da allora l’Istituzione è garante della correttezza della lingua francese, sorvegliandone l’evoluzione. La nazionalità francese non è un requisito necessario per entrarvi, ma alcuni ‘immortali’ sono stati naturalizzati prima dell’elezione, come Joseph Kessel o Eugene Ionésco, e molti appartengono a Paesi francofoni, come Dany Laferrière, haitiano-canadese. Serra è stato eletto al seggio numero 13, già occupato da Jean Racine e da Simone Veil, sopravvissuta ai lager nazisti, ministra, presidente del Parlamento europeo.
Nel volume ‘L’immaginifico. Vita di Gabriele d’Annunzio’, Maurizio Serra, cercando l’uomo al di là del personaggio che lo occulta, mostra come Gabriele D’Annunzio non sia stato affatto un frivolo esteta che indossava di volta in volta i panni del poeta, del seduttore, dell’uomo d’azione, del condottiero. «È stato, dall’inizio alla fine, un poeta dell’azione, un aedo epico portato alle stelle dal movimento esistenziale, paralizzato dal decadimento, ucciso dall’inerzia», un cultore dell’opera d’arte totale wagneriana il cui coerente, intimo scopo era «riproporre il vate dantesco, guida lirica e sacerdotale della nazione». E infatti ne ricorda le descrizioni: ‘Era bianco come la neve, impomatato, immacolato nell’abito e nella persona, con un guardaroba che uguagliava quello del principe di Galles, e una calvizie precoce che ne fece, con l’età, un piccolo idolo d’ebano dalla testa d’avorio’, cita Marinetti. ‘Di statura modesta, aveva la fronte alta, volitiva, il naso dritto, ma lo sguardo e la bocca così deboli, completamente abbandonati alle fatalità e alle passioni. Nell’aspetto, non tradiva alcunché del poeta o dell’artista, ma, stando alle parole di Romain Rolland che lo detestava, sembrava un addetto d’ambasciata molto snob. Scandali, duelli, separazioni accompagnate da tentativi di suicidio e da soggiorni all’ospedale psichiatrico suggellavano puntualmente i suoi numerosi amori. Lettore onnivoro, era un cesellatore del plagio capace di prendere tanto dai classici quanto dalle tendenze e dagli stili alla moda’. Un avventuriero, dunque? Un fatuo Narciso che le bizzarre circostanze dell’epoca elevarono a ‘scrittore più celebre al mondo’, oggetto di ammirazione di Thomas Mann, D.H. Lawrence, Pound, Hemingway, Brecht e Borges? In realtà l’imponente biografia testimonia che Gabriele d’Annunzio ‘non fu un avventuriero, dunque, ma un principe dell’avventura, precursore e fratello maggiore dei Lawrence d’Arabia, Saint-Exupéry, Malraux e Romain Gary’.

Alle 21.30, sempre all’Aurum, prenderà il via lo spettacolo teatrale-musicale ‘La Carta del Carnaro Rock’, l’orazione-concerto con cui Edoardo Sylos Labini racconterà la storia e le idee della costituzione fiumana, accompagnato dalla cantante Alma Manera e da una band composta da Carlo Zanetti, Kozeta Prifti, Enrico Cresci e Umberto Vitiello. La sceneggiatura è di Emanuele Ricucci. Lo spettacolo è il racconto dell’8 settembre di 100 anni fa, ambientato a Fiume, dove da un anno assieme ai suoi legionari d’Annunzio rivendicava l’italianità misconosciuta della città, provando a definire i contorni di un mondo nuovo, assediato dagli Alleati e dalle forze armate di quello stesso Re di cui si proclamava Reggente, e promulgava la Carta del Carnaro, il suo documento politico più importante, scritto assieme al sindacalista rivoluzionario Alceste de Ambris. Un testo immaginifico, ma anche profetico e per molti aspetti sintesi (estrema) della riflessione politica più all’avanguardia del tempo, sviluppatasi soprattutto in Francia e in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento e corroborata da quella tragica eppure rivoluzionaria esperienza collettiva che fu la Grande Guerra. Edoardo Sylos Labini attualmente consulente artistico del Teatro Manzoni di Milano e organizzatore della rassegna Mondadori OFF per Mondadori Store, nel 2013 fonda e dirige il web magazine IlGiornaleOff.it, approfondimento dell’inserto OFF cartaceo del sabato del quotidiano Il Giornale, che ha vinto il Premio Margutta – la via delle arti per l’Editoria 2017. Il suo debutto sulle scene avviene nel 1995, al fianco di Alida Valli, in ‘Questa sera si recita a soggetto’ di L. Pirandello, regia di Giuseppe Patroni Griffi. Nel 1998 è stato segnalato come autore al Premio Riccione con la sua opera prima ‘Scritti metropolitani per violino’. È stato protagonista di numerose fiction e ha calcato i palcoscenici dei più importanti teatri italiani diretto, tra gli altri, da G. Sepe, A. Pugliese, R. Guicciardini, S. Marconi, A. D’Alatri. Avvia poi un percorso autoriale interpretando i grandi personaggi della storia e della letteratura italiana, da Marinetti a Italo Balbo, da Giuseppe Mazzini a Gabriele D’Annunzio passando per l’imperatore Nerone. Nel marzo 2011 ha ricevuto la medaglia dalla Presidenza della Repubblica in occasione del 150° dell’Unità d’Italia per lo spettacolo ‘Disco Risorgimento’, una storia romantica, di F. Gili, regia di A. D’Alatri. Dal 2015 è direttore artistico del Teatro Civico di Norcia. Nel 2016 riceve il Premio Penisola Sorrentina per lo spettacolo ‘D’Annunzio Segreto’ di A. Crespi, regia di F.Sala. Nel febbraio del 2018 ha fondato e lanciato sul palco del teatro Manzoni di Milano il movimento CulturaIdentità e dal 1 febbraio 2019 ha fondato l’omonimo mensile cartaceo, in allegato a Il Giornale.

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