Politica

Confessioni di uno zero: l’incontro di Michele Fina con Giovanni Di Iacovo

Pescara. E’ stato “Confessioni di uno zero” (Castelvecchi), di Giovanni Di Iacovo, il libro al centro del 23esimo incontro di “Un libro, il dialogo, la politica”, la rubrica in diretta Facebook di Michele Fina. L’incontro con tra Fina e l’autore si è svolto dal vivo, alla festa dell’Arci a Pescara.

Proprio la città adriatica è tra le ambientazioni principali del romanzo. Si tratta della storia di una ragazza che perde la memoria quando si sta per sposare. La riacquisterà; decisivo nell’intreccio l’incontro di un amico di un passato di cui non ricorda nulla, che la fa scoprire vittima di una manipolazione. Il matrimonio in programma è con un uomo scelto in realtà dalla madre, il vero amore della protagonista è un altro.

Tra le notazioni di Fina quella che riguarda proprio il cuore della vicenda: “La storia è apparentemente strana, ma in certo senso è ciò che capita a molti. Ognuno di noi ha una sorta di memoria trasferita basata sul conformismo: qui il rapporto fra generazioni spesso è basato sulla continuità e finisce con il poggiarsi esclusivamente su elementi come la sicurezza economica e la certezza sociale; senza vera libertà e senza felicità”.

Fina rileva anche la capacità di Di Iacovo di tratteggiare una sorta di altro Abruzzo rispetto a quello di cui siamo abituati a leggere nelle opere narrative, o vedere al cinema.

L’autore ha accolto le osservazioni, rivelando che la storia è costruita “puntando sulle diversità, sulla possibilità di costruire una vita sulla base delle scelte personali. Seguire vie tracciate, mulattiere, porta a spegnere le caratteristiche che sono più proprie di ciascuno di noi”. Di Iacovo ha parlato diffusamente anche del suo metodo di lavoro e della sua concezione di scrittura: la ricerca meticolosa che precede la redazione; l’importanza data al ritmo e alle esperienze personali; un lavoro di revisione del testo molto accurato dopo la stesura iniziale. Fina ha anche sottolineato una delle caratteristiche della scrittura di Di Iacovo, l’abilità a mescolare generi diversi, che molto ricorda le modalità di comunicazione proprie della generazione della rivoluzione digitale.

Di Iacovo, ha detto, ha in cantiere un libro sulla “costruzione e la scelta” della felicità. Nelle considerazioni finali sulla situazione politica cittadina, l’autore, che è anche consigliere comunale, ha messo in guardia dalla sottovalutazione della riemersione del neofascismo: “Il pericolo non è costituito solo dal momento del voto. Questi fenomeni tra l’altro si nutrono di parole d’ordine che un tempo erano proprie della sinistra, che deve ritrovare le ragioni che l’hanno resa popolare, e la capacità di confrontarsi con le persone, conoscerle”.

Anche per Fina per la sinistra “c’è bisogno di ricostruire una presenza fatta anche di accudimento dei bisogni materiali e, aggiungo, tornare a lavorare sulle parole. Abbiamo la tendenza a usarne troppe e poco incisive”. La Pescara di oggi, ha concluso Di Iacovo, è caratterizzata “da una situazione avvizzita, un inverno culturale”. L’urgenza è ripartire.

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