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Daniele Mazzone a SuperNews: “Voglio giocare le Olimpiadi 2021. Convocazione in Nazionale? Per Chicco Blengini pronti tanti giovani talenti”

Daniele Mazzone è stato ospite ai microfoni di SuperNews. Il centrale del Modena, squadra che milita nel campionato di Serie A1, e della Nazionale Italiana si è raccontato alla nostra redazione, svelandoci come è nato l’interesse per questo sport, quali siano state le esperienze più significative e formative del suo percorso sportivo e raccontandoci un simpaticissimo aneddoto legato alla sua prima convocazione in Nazionale, avvenuta nel 2011. Infine, Mazzone ha manifestato la volontà di disputare un ottimo campionato per poter finalmente rivestire la maglia azzurra, in vista delle Olimpiadi 2021, manifestazione in cui il nostro team sarà guidato dal coach Gianlorenzo Blengini.
La passione per il volley è nata in fieri o fin da quando eri bambino?
E’ nata per caso. In realtà, io praticavo nuoto. Ho preso il brevetto per insegnare a nuotare ai più piccoli. Facevo nuoto insieme ai miei amici, compagni di scuola che giocavano tutti a pallavolo. Così, per amicizia, ho iniziato a giocare a pallavolo anch’io. Inizialmente, ero esile, magrolino, scoordinato, e avevo dei risultati non propriamente positivi. Tuttavia, ho voluto continuare a praticare questo sport e le cose sono decisamente migliorate.

Qual è l’esperienza sportiva che ti ha fatto crescere di più?
Credo l’anno di coach Lorenzetti, quando indossavo la maglia del Trento. Nel mio secondo anno nella società trentina, Angelo ha voluto scegliere i suoi titolari su princìpi meritocratici, piuttosto che su gerarchie prestabilite. Ricordo che ci disse: “Chi mi darà i risultati migliori, giocherà titolare”. Un modo di gestire una squadra davvero raro da trovare, però lui agì esattamente così. Inizialmente fece giocare a turno, poi mi scelse come titolare. Purtroppo, a causa di un infortunio sono stato costretto a fermarmi per un mese, imprevisto che mi fece perdere il ritmo di gioco in un momento cruciale come quello del finale di stagione, dei playoff. Tuttavia, sono cresciuto tantissimo grazie a Lorenzetti, sia per la fiducia che ha riposto in me sia per i suoi preziosi consigli tecnici. Non capita quasi mai di essere allenati da qualcuno che mette tutti gli atleti sullo stesso piano. Dovrebbe essere così, ma molto spesso non lo è.
Nel 2018 vinci la Supercoppa italiana con la maglia del Modena. Che sensazione hai provato?
E’ stata una strana sensazione. La Supercoppa è una competizione particolare: tu arrivi dalla Nazionale, in cui a malapena conosci i compagni con cui giocherai, per poi essere catapultato nel giro di una settimana in questa manifestazione. E’ sicuramente una soddisfazione vincere la Supercoppa, ma credo che non possa essere paragonabile a quella di vincere uno scudetto o la Coppa Italia, che si vince dopo grandi sforzi e dopo una pianificazione del percorso da intraprendere. Vincere è bello, ma è più bello farlo dopo aver sudato. La Supercoppa si vince, al contrario, in maniera un po’ più casuale.
Quando è avvenuta la tua prima convocazione in Nazionale?
La mia prima convocazione è arrivata nel 2011. Vivevo a Roma, in aeronautica militare, andavo ancora a scuola. Fu una convocazione particolare. Il mio nome appariva nella lista tra i giocatori selezionati per la Nazionale, ma in realtà in quell’elenco il mio nominativo era stato inserito più per una questione formale, burocratica, di necessità. Nonostante ciò, ero emozionatissimo. Sapevo di dover ricevere la chiamata di Berruto, in quegli anni coach degli azzurri. Quel giorno, però, dimenticai il cellulare a casa, sul letto. Qui il tragico epilogo: le donne delle pulizie, senza rendersene minimamente conto, tirarono via le coperte, e con esse il cellulare, per chiuderle nella stanza in cui venivano riposti i panni da lavare. Io sentivo il telefono squillare in questa stanza, senza poterlo recuperare e sapendo di dover ricevere la chiamata di Berruto, che probabilmente avrà pensato: “Questo ragazzo neanche mi risponde. Ma chi si crede di essere?”. (Ride). Una vera tortura. Sono riuscito a riprendere il possesso del mio cellulare solo la sera tardi, “scassinando” quella porta con l’aiuto di mio padre. A distanza di anni, la trovo una vicenda divertente.
Hai delle soddisfazioni particolari o dei rimpianti con la maglia azzurra?
Ho esordito nel 2013 come “giovane promessa” azzurra. Tuttavia, negli anni a seguire sono stato messo ai margini, perché non “promettevo” poi così tanto. Così, mi sono perso il Mondiale 2014 e l’Olimpiade del 2016. Probabilmente non lavoravo con la mentalità giusta. La mia grande soddisfazione, però, è stata poter rientrare nei progetti della Nazionale dal 2017 in poi, soprattutto perché, una volta uscito di scena, non è per nulla semplice rientrarci. Spesso non ti chiamano più. Per merito e per fortuna, io sono riuscito a riconquistarmi la maglia azzurra.
Come ci si prepara ad una nuova stagione, dopo mesi di stasi e di rinvii?
Credo che la strada da seguire venga tracciata dall’allenatore, in base al tipo di squadra in cui si gioca. Ci sono squadre con caratteristiche diverse: alcune puntano sulla battuta, sul muro, sulla fase break, altre sul cambio palla, ecc. Bisogna capire quali siano i punti di forza e quelli di debolezza della squadra e lavorare su quelli, nascondere quelli di debolezza e migliorare quelli di forza. Per esempio, la nostra squadra è diversa da quella dello scorso anno, e durante le amichevoli che stiamo disputando abbiamo registrato dati altrettanto differenti da quelli della precedente annata. Lavoreremo su ciò che deve essere migliorato e accresceremo il livello di tutto ciò in cui siamo forti.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? L’assenza dei tifosi sugli spalti credi che sia un fattore che possa influenzare le prestazioni?
Sembra una frase fatta, ma il mio obiettivo è sempre vincere. Sono arrivato anche ultimo in campionato, e, nonostante questo, quell’anno il proposito rimaneva lo stesso. Per il Modena stesso l’obiettivo è sempre quello di vincere. Nonostante si creda che la squadra di quest’anno non sia forte come quella dello scorso, mi riesce difficile pensare di aver un obiettivo diverso. Cercheremo di emergere a discapito di altre squadre che magari non saranno pienamente preparate per conquistare lo scudetto o un titolo differente. Proveremo a vincerle tutte. Per ciò che riguarda il fattore pubblico, ne parlavo ieri con altri pallavolisti, chiedendomi quanto sarebbe stato difficile giocare senza tifosi per tutta la stagione. Noi pallavolisti siamo “uomini di spettacolo”, senza i nostri spettatori sugli spalti a supportarci si perde il senso di ciò che facciamo, di uno sport che si nutre del tifo e della presenza della gente nei palazzetti. Credo che si possa porre rimedio a questa situazione attuando le stesse misure pensate, per esempio, per i cinema, luoghi chiusi in cui vige la regola del distanziamento dei posti e in cui si indossa regolarmente la mascherina.
Pensi di poter rientrare tra gli azzurri che coach Blengini sceglierà per le prossime olimpiadi? Lanza continuerà ad affiancare Juantorena o credi saranno fatte delle scelte differenti? Stanno emergendo tanti nuovi giovani talenti, come Daniele Lavìa, Randazzo e Francesco Recine…
Non sono nella testa di Chicco, ma spero di rientrare nelle sue scelte tecniche. Sto lavorando per questo. Al momento, sto cercando di migliorare la mia battuta, dandole uno spin che possa potenziarla. La metterò in pratica e cercherò di darle continuità. Come ho detto precedentemente, la mancanza nella Nazionale del 2016 mi è pesata, ed è questo che mi sprona a guadagnarmi la convocazione nel 2021. Campionato e Nazionale sembrano due competizioni differenti, ma in realtà si condizionano reciprocamente. Quindi, se voglio sperare di vestire la maglia azzurra nel 2021, devo disputare un ottimo campionato. Per quanto concerne il talentuoso vivaio italiano, devo dire che stanno emergendo tanti ragazzi, come Lavìa, Randazzo, Micheletto, Rinaldi. Hanno tutti caratteristiche diverse: qualcuno è più forte in ricezione, qualcun’altro in attacco, ma nessuno possiede ancora la completezza di un campione come Juantorena. Osmany verrà sicuramente affiancato da un altro giocatore, ma non so se Chicco Blengini preferirà un atleta più forte nella fase difensiva, per dare maggiore equilibrio alla squadra, oppure puntare sulla potenza e scegliere un pallavolista che sappia far bene nella fase offensiva. Lo scopriremo.

FONTE: https://news.superscommesse.it/interviste-personaggi-famosi/2020/09/daniele-mazzone-a-supernews-voglio-giocare-le-olimpiadi-2021-convocazione-in-nazionale-per-chicco-blengini-pronti-tanti-giovani-talenti-403309/

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