Politica

Cammino Nazionale Confraternite 2018 a Milano

Roma. Si è concluso il XXIV Cammino Nazionale delle confraternite delle diocesi d’Italia a Chieti dal 24 al 25 giugno. Suggestioni del medioevo. Spiragli di luce in un’epoca segnata dal peccato e dalla paura della morte. Per secoli hanno legato il proprio nome ad una spiritualità popolare confluita poi nella definizione di pietà popolare. Animati dallo zelo della fraternità, ma anche spinti dalla conquista di una stabilità sociale in periodi segnati dall’autarchismo le confraternite hanno animato e vivificato la storia europea, fino a divenire testimoni di fede, cultura e arte cristiana. Oggi, a 24 anni dalla ripresa ecclesiale di questi organismi in una rinnovata spinta cultuale e culturale le fraterie, sotto la guida sapiente del presidente Francesco Antonetti e con l’amorevole sguardo di mons. Mauro Parmeggiani, Assistente Ecclesiastico di recente riconfermato dalla CEI, si vedono rinnovati testimoni di uno spirito associativo.
Il XXIV cammino delle confraternite che si è tenuto della stupenda cornice della storica Chieti ha segnato un momento di riflessione sul tema “Famiglia e società, il ruolo delle Confraternite”. Con presenze che hanno sfiorato i tremila partecipanti su 1600 iscritti ufficiali, i confrati provenienti da ogni parte d’Italia, con maggiore incidenza delle Puglie, Campania, Sicilia, oltre che dalla regione ospite, hanno fatto conoscere piccoli stralci di pietà popolare, variopinta, folklorica ma significativa nel panorama di un patrimonio di cultura immateriale che, spesso, sopravvie grazie alla “traditio” messa in atto dalle famiglie che, da secoli, trasmettono ai giovani l’amore per la devozione e la fede semplice dei padri. Costruzioni dell’effimero, quadri sacri e sculture floreali hanno sfilato per le vie del centro cittadino fino alla cattedrale di Chieti in cui si è svolta la solenne concelebrazione presieduta da mons. Bruno Forte, arcivescovo metropolita del luogo che ha sottolineato il messaggio che le confraternite, oggi, consegnano alla Chiesa nelle dimensioni della fede, comunione, servizio e missione. Durante il lavori del convegno di sabato 24 giugno è stato consegnato il contributo di solidarietà di 7500 euro alle regioni del centro Italia

che hanno subito il terremoto. “Le confraternite sono un baluardo della nostra società; sono famiglia nella famiglia nel senso di inclusivo e non esclusivo” è quanto emerso durante le testimonianze di alcuni rappresentanti delle confraternite sulla traccia di “confraternite e carità”, dopo gli interventi dei relatori principali tra cui mons. Parmeggiani ed il prof. Cascavilla ordinario del dipartimento di scienze giuridiche e sociali all’università di Chieti. A moderare gli interventi il dott. Giulio Obletter, giàPriore della Confraternita del Sacro Monte di Chieti.
L’impeccabile organizzazione, affidata alla Confraternita del Sacro Monte dei Morti di Chieti, la stessa che allestisce la toccante processione del Cristo Morto per le vie cittadine, intonando il solenne Miserere del Selecchj, ha permesso a tutti, nonostante il caldo torrido, di gustare la finezza della celebrazione e i punti di meditazioni offerti da mons. Forte. In un clima di fraternità il concetto chiave è stato assimilato da tutti: non avere paura di essere testimoni, martiri della
fede, in una temperie storico culturale permeata di secolarismo e indifferenza religiosa. Il camminare ricorda l’essere pellegrini su questa terra ma anche il senso di crescita spirituale che non può e non deve essere solo esteriore ma vissuto attraverso una preparazione catechetica che dura per tutto l’anno. Due giorni intensi, a tratti commoventi, che hanno ribadito il nuovo corso di questi organismi, un tempo amati e temuti dalla Chiesa ufficiale, con cui, grazie allo Spirito Santo e all’azione “politica” dell’associazione delle Confraternite, si sta imparando a convivere e a condividere l’azione missionaria e testimoniale. L’appuntamento è all’anno prossimo, nel 2018, a Milano, per infiammare di amore le strade della città che ha ospitato Ambrogio, grande vescovo e padre della Chiesa.

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