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Solitudine

Care amiche e cari amici,
questa settimana il protagonista del mio intervento in questa rubrica è un sostantivo. La solitudine. Una condizione nella quale un individuo ci si trova per scelta (se un tipo solitario), perché isolato dagli altri, o perché vive una situazione familiare o sociale che lo conduce ad essere solo/a. Nel primo caso credo non porti a nessun tipo di problema dato che in qualsiasi momento può decidere di cambiare scelta di vita. Negli altri casi è un po’ più complesso. Vengono a mancare le emozioni, lo slancio, il senso che vorrebbero dare alle cose e a lui stesso. Capita di vivere quei momenti in cui sembra che nessuno riesca a capirlo e/o aiutarlo. Avverte così quel vuoto incolmabile, fatto di silenzio ridondante. Ecco che sopraggiunge la tristezza che gli dà la sensazione di sprofondare in una voragine. Il vuoto fa paura e fa soffrire. Per questo cerca di riempirlo con le soluzione più a portata di mano.Tentativi. Finte soluzioni che danno una sensazione di pienezza, ma solo temporanea e con molte controindicazioni. Il più delle volte espongono al rischio di relazioni dannose, trasformando il problema iniziale in uno ancora più serio. Quasi tutti sono convinti che per sconfiggere la solitudine sia necessario avere molti amici, una relazione di coppia, uscire, stare in mezzo alla gente. Sicuramente tutto molto importante che potrebbe servire per riempire parte di quella voragine inquietante. Ritengo però, che la solitudine sia qualcosa di interiore che noi stessi fatichiamo a capire. Ė un problema per chi non sa vivere senza “stampelle” in grado di dargli la sicurezza che non sa trovare dentro di sé. Ecco che allora si rischia di trovarsi in situazioni scomode o di pericolo. Parlo del tentativo di riempire quel vuoto interiore attraverso la presenza di compagnia virtuale o della ricerca di “gioie virtuali”. Per la maggior parte dei casi, quando si ha a che fare con gente “ombra”, all’apparenza non sembrano esserci problemi perché individui innocui. Spesso e volentieri però, non è tutto oro quello che luccica. Quando si ha a che fare con chi “sta dall’altra parte” dietro un freddo schermo, non si ha la capacità o la possibilità di riconoscerlo. Ormai è risaputo che tutti possono fingere di essere migliori o comunque diversi da quello che sono davvero. Dietro ad una foto – più o meno bella -, dei bei post o video, ci potrebbe essere chiunque. Le emozioni che dicono di provare possono non essere vere. Se proprio si vuole ricorrere al mondo dei social allora è necessario non sottovalutare alcune accortezze per garantirsi un minimo di sicurezza. Quindi prima di aprirsi a chi dall’altra parte può fingere è utile seguire alcuni stap fondamentali:

# Stare sempre all’erta facendo un po’ di sana investigazione;
# Non fermarsi alla prima immagine del profilo o all’avatar della chat;
# Sfruttare la potenza di Google Images trascinando o incollando la fotoprofilo nel box di ricerca. Le foto possono essere copiate da altri profili;
# Scandagliare il più possibile tra i suoi contatti e le sue amicizie;
# Non dare credito a chi dopo pochi giorni dichiara un amore folle. L’impostore fa questo perché ama giocare con i sentimenti delle persone. Altre volte perché vogliono trovare l’amore sulla rete, ma sono troppo spaventati per rivelare la loro vera identità. Altre volte ancora stanno cercando di farvi del male;
# Non acconsentire di dare loro foto audaci. Un falso account è una buona truffa per ottenere del materiale pornografico gratuito che poi sarà ridistribuito sulla rete. Lo scopo è quello di avanzare ricatti per ottenere ciò che vogliono.

Questi solo alcuni dei suggerimenti. Più astuzia si adopera nel conoscere un “amico” virtuale e meno possibilità che la vostra solitudine diventi anche disperazione causata dal male ricevuto. Anche perché il momento in cui ci si rende conto di avere a che fare con un impostore potrebbe già essere troppo tardi: Alea iacta est, ovvero Il dado è tratto.

Per concludere mi sento di dire che bisogna dare importanza e priorità al linguaggio del corpo e a quello non verbale che comunicano le sfumature emotive più significative. Altro aspetto importante per colmare il vuoto della solitudine, è quello di circondarsi di individui che garantiscano la qualità della presenza fisica. Non serve la quantità di persone. È fondamentale ricordare che ci si può sentire soli anche in compagnia di molte gente, mentre una sola può donare tutto ciò di cui si ha bisogno. Meglio ancora, bisogna impegnarsi a “bastare a sé stessi”, ovvero la sicurezza di poter contare sulle proprie forze e risorse. Solo così ci si può liberare delle illusioni-delusioni, della solitudine e della paura che la stessa solitudine porta.

Enza Nardi Autrice

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Mail: enzanardi1@virgilio.it

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