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La necessità della poesia nel 43esimo incontro della rubrica di Michele Fina

L’Aquila. Si è discusso di poesia nel 43esimo incontro di “Un libro, il dialogo, la politica”, la rubrica curata da Michele Fina. Si è partiti dal libro “Perché i poeti. La parola necessaria” (Neri Pozza) di Eugenio Mazzarella (filosofo e poeta). Ospite assieme all’autore Sergio Givone (filosofo e saggista).

Fina ha introdotto: “C’è stato un tempo in cui si poteva chiedere chi fossero i grandi poeti viventi, oggi a una domanda del genere in pochi saprebbero rispondere”. La necessità della poesia, al centro del libro, Mazzarella la individua, ha detto nel corso del dialogo, nel suo essere “custodia in parola di quel breve cenno nell’universo che siamo, ci aiuta a dargli significato. La necessità della parola poetica parla anche a questi giorni tristi e difficili. La poesia ascolta il cuore del niente, e lo fa nel nostro cuore, ci fa vedere le cose e le relazioni tra le cose soprattutto quando collassano, la centralità del nostro esserci che non deve cedere a nullificare”.

Per Givone “la poesia è più di qualsiasi altra arte la custode di questo cenno che viene dal profondo. E’ questo che fa della poesia qualcosa di necessario. Mazzarella ce lo dice in questo libro: la poesia per prima ha registrato che il mondo si è fatto muto, che la luce si è spenta. Il rapporto tra segno e significato si è rotto e l’uomo si è trovato perso nell’infinito. La poesia coglie nel niente, si presta all’ascolto di quel cenno che ne viene dal cuore. Il niente verso cui andiamo è il risultato di una sofferenza e la poesia è esperienza, il poeta si trova dove il nulla parla, dove sta il luogo germinale. Qui la la parola torna a parlarci, accenna a chi siamo e verso dove stiamo andando”. Anche per Fina “il libro muove da una perdita del mondo, è contro gli esiti nichilistici della modernità. Cerca di ritrovare un rapporto con il mondo”.

Sul rapporto tra filosofia e pandemia, Mazzarella ritiene che “la gestione di una pandemia è un fatto sanitario, sociale, politico e non deve essere traslitterato. Alcune scelte sono dolorose ma necessarie. Come filosofi dovremmo pensare a fare accorgere tutti della necessità della presenza e delle relazioni umane”. Per Givone la pandemia è “una malattia e riguarda la medicina ma allo stesso tempo riguarda tutti: la parola chiave per comprendere questo è contagio. E’ la filosofia e non più la medicina a dirci che di questa cosa siamo responsabili, ne rispondiamo, nei confronti degli altri”.

Il video dell’incontro è disponibile qui

https://www.facebook.com/michelefina78/videos/464831978256976/

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