Politica

Mar Giallo sul Trabocco, un giorno a Sasso della Cajana

San Vito Chietino. L’arte contemporanea sul trabocco, anzi su uno dei trabocchi più belli e suggestivi della costa a-bruzzese. L’artista aquilano Stefano Ianni allestirà il ciclo Mar Giallo, reduce dal successo delle personali di Istanbul e Pescara, presso il Trabocco “Sasso della Cajana” di Marino Verì in località Vallevò (CH) sabato prossimo 26 agosto per una mostra che potrà essere visitata dall’alba al tramonto, magari immergendosi nelle acque cristalline del mare che bagna questa zona d’Abruzzo.
Situata nel cuore della costa dei trabocchi Vallevò, questa amena località, vedrà interagire le opere relative agli ultimi due anni di produzione, già esposte presso la RussoArt Gallery con la NeoArt Gallery di Ferdan Yusufi e Giorgio Bertozzi di Istanbul e presso lo spazio “UsoMagazzino” di e con Lucio Rosato di Pescara, con uno dei luoghi più tipici e tradizionali della tradizione marinara abruzzese: il trabocco simbolo e segno del lavoro e del sacrificio delle genti di queste terra, oggi monumento originalissimo e testimonianza della storia d’Abruzzo. Luogo degnamente descritto nel Trionfo della Morte di Gabriele D’Annunzio: “Le due maggiori antenne verticali, sostenute alla base da piuoli di tutte le grossezze, s’intersecavano s’intralciavano congiunti tra di loro per mezzo di chiodi enormi, stretti da fili di ferro e da funi, rinforzati con mille ingegni contro le ire del mare. Due altre antenne, orizzontali, tagliavano in croce quelle e si protendevano come bompressi, di là dalla scogliera, su l’acqua profonda e pescosa. Alle estremità forcute delle quattro antenne pendevano le carrucole con i canapi corrispondenti agli angoli della rete quadrata. Altri canapi passavano per altre carrucole in cima a travi minori; fin negli scogli più lontani eran conficcati pali a sostegno dei cordami di rinforzo; innumerevoli assicelle erano inchiodate su per i tronchi a confortarne i punti deboli. La lunga e pertinace lotta contro la furia e l’insidia del flutto pareva scritta su la gran carcassa per mezzo di quei nodi, di quei chiodi, di quegli ordigni”. Un luogo tanto conosciuto quanto perfetto per fare da cornice alle opere di Stefano Ianni che in questo suo ultimo ciclo indaga proprio il mare e la sua vita.
“Dopo l’incontro con Marino Verì in questo luogo unico – spiega Ianni – l’idea di portare qui i miei ultimi lavori è scattata immediata. Così il passo per progettare un’ esperienza insieme è stato breve”. Proprio per il sito e le condizioni molto particolari la mostra resterà allestita soltanto per un giorno mentre la vita al trabocco Sasso della Cajana continuerà a scorrere regolarmente. Tutta la struttura del trabocco sarà interessata dall’allestimeto ed oltre a due grandi composizioni ed una fuga lineare di elementi che percorreranno il sistema di pontili che portano al casotto principale sono previste tre grandi elementi di dieci metri ciascuno che interaggiranno tra il sistema di tiranti e la struttura principale. In caso di condizioni meteo avverse l’evento sarà annullato.

Mar Giallo, l’ultima ricerca del pittore, è ispirata al mare inteso nelle sue tante accezioni ma so-prattutto come flusso continuo, il “fluctus” latino inteso come onda tutelata dal dio Nettuno poi il colore giallo simbolo di vita e di gioia di vivere, di allegria e di immaginazione. Questi due concetti creano insieme opere intense e di grandissimo impatto realizzate usando tessuto in pile, gomma-piuma, pellicole trasparenti e compensato, come avviene nella più grande per dimensioni (200X360) di esse dal titolo, appunto, “Grande Mar Giallo” composta da ben 52 pannelli, in cui Ianni “immerge completamente l’osservatore in un’installazione verticale che contrasta con il bisogno rassicurante di un “mare orizzontale” e rafforza il senso di spaesamento dello spettatore”. Inizia così un vero e proprio viaggio di scoperta guidati da un’onda gialla che ti fa imbattere in indefinite creature marine che hanno il tratto denso e potente che semplifica e cancella i particolari e ne evi-denzia la forza e la capacità di attrazione. Sono “Mostri Gentili” (da “un’opera quasi completa-mente gialla intitolata Mostri Gentili, che illustra la raccolta di poesie omonima di mia madre Anna Ventura, io ritrovo i germogli che mi hanno portato a questo nuovo lavoro insieme anche ad una serie di opere dove la materia è messa sottovuoto e dove su tutto, domina il giallo”) che guidano lo spettatore a non perdere la rotta dell’esperienza visiva e, al tempo stesso, sono elementi che ci ripor-tano alla realtà, al nostro ambiente, che sia mare, terra o cielo. Sono queste creature a prenderti per mano e a narrarti la storia di Mar Giallo, a raccontarti l’emozione di un luogo ancestrale fatto di mi-stero, dominato dalla bellezza e dalla purezza di una forza vitale e positiva. “Tutti questi lavori re-centi, legati al cambiamento radicale della mia vita dopo il terremoto che ha distrutto la mia città, tendenzialmente si offrono al pubblico – spiega Stefano Ianni – Quando ho iniziato ad utilizzare pelliccia sintetica, quando non è messa sottovuoto, volevo che le mie opere fossero toccate, era un modo per far interagire il pubblico con il mio lavoro. Adesso l’elemento dirompente è il giallo. Questo tipo di giallo molto forte ed intenso, molto saturo e carico che suggerisce il massimo della positività. E’ un colore molto vicino alla spiritualità del bianco, allo stesso tempo ha una grande carica di energia fisica, residuo della luce solare. Insieme a questa forza vitale c’è il tema del mare che deriva sia dalle dimensioni del lavoro, perché ho realizzato oltre cinquanta pannelli, sia dagli elementi visivi che dialogano con il giallo. Anche questi sono resti delle mie ricerche precedenti sulla natura morta.

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