Politica

Comune di Chieti, sì al piano di riequilibrio

Sindaco e maggioranza: “Un’azione di responsabilità per restituire alla città un futuro migliore e alla comunità servizi e risposte”

Chieti. Domani il piano di riequilibrio finanziario pluriennale sarà esaminato dal Consiglio Comunale per l’approvazione, oggi il sindaco Diego Ferrara e i capigruppo di maggioranza hanno fatto il punto sulle misure e le azioni contenute nella manovra di risanamento dei conti dell’Ente che dopo l’approvazione dovrà essere inviata a Ministero e Corte dei Conti per le dovute analisi. Alla conferenza erano presenti il presidente del Consiglio comunale Luigi Febo, gli assessori Enrico Raimondi e Chiara Zappalorto, per i gruppi consiliari: la consigliera Barbara Di Roberto per il Pd, Vincenzo Ginefra per Chieti c’è e Silvia Di Pasquale per Chi ama Chieti, Alberta Giannini e Silvio Di Primio per La sinistra con Diego, Luca Amicone per il Movimento 5 Stelle.

“Faccio un appello alla cittadinanza intera e all’intero Consiglio comunale perché si mantenga un atteggiamento equilibrato, costruttivo, propositivo e non fazioso nei confronti della situazione economica attuale – così il sindaco Diego Ferrara – Tutta la città deve essere coinvolta in questo sforzo che l’Amministrazione sta compiendo per ridare un futuro a Chieti in cui ci sia: la possibilità di portare a termine le grandi opere iniziate; l’attuazione di un piano regolatore che sfati il pregiudizio di una città respingente; il decoro della città che rispecchi la storia e la bellezza di cui siamo depositari e la faccia crescere in modo sostenibile; l’attuazione e l’esaltazione di eventi culturali in grado di diventare un valore aggiunto per il comparto economico e turistico, in modo da sostenerlo; il potenziamento dei servizi, soprattutto quelli sociali e della capacità di rispondere come Pubblica amministrazione. Tutti questi sforzi non diminuiranno la nostra attenzione al sociale e alla ripresa che dovrà seguire la pandemia. Domani condivideremo una strada per arrivare a tutto questo con il Consiglio Comunale che dovrà approvare il Piano, ma la nostra azione di riequilibrio è cominciata dal primo giorno di governo della città e accompagna anche l’approvazione del documento, che è stato preceduto da alcune decisioni e atti propedeutici, all’ordine del giorno anche nella seduta di domani. Si è parlato di privatizzazione degli asili nido, con la delibera che presenteremo in Consiglio riapriremo gli asili nido, azzerando le liste di attesa, portando da 40 a 200 le possibilità di entrarvi, passando da una struttura a 6, di cui due nuovissimi, che aspettano di essere animati, andando a potenziare il solo nido comunale che presto avrà necessità di personale per via dei pensionamenti. Questa è una risposta alle famiglie che darà vita a introiti per il Comune. Si è parlato di raddoppio dell’IMU, nella rimodulazione proposta, invece, le famiglie non vengono intaccate, la modifica attuata è contenuta, perché si passa dall’1,06 all’1,14 per cento, calibrata su categorie di utenti che possono sostenerla. Domani approveremo un regolamento che disciplinerà le affissioni comunali e le concessioni per gli spazi pubblici e nel corso del piano definiremo gli importi, che da una prima analisi si scosteranno di pochissimo rispetto agli attuali. Tutto questo deve fare un’Amministrazione nelle condizioni in cui si trova il Comune oggi. È un’azione difficile, ma che potremo continuamente migliorare collaborando e procedendo tutti verso una stessa rotta”.

“Ringrazio la Giunta e la struttura amministrativa che si sono adoperate per concludere il lavoro sul piano – così il presidente del Consiglio comunale Luigi Febo – Un lavoro andato avanti nonostante i rallentamenti causati dal Covid e i casi di contagio avuti in seno all’Ente. Va chiarito che si tratta di un piano che è materia viva, in progress, non è una cosa statica, perché segue sia le capacità di risposta dell’Ente, dei cittadini, sia le attività che possiamo mettere in campo anche in vista di norme che usciranno, come in materia di semplificazione. È un piano che ha respiro, perché nonostante la situazione che abbiamo di fronte, noi non stiamo tagliando, ma restituendo servizi alla città. Nel 2018 in Consiglio sono passate delibere che chiudevano gli asili, il trasporto, mettevano in vendita le farmacie, tagliava il 10 per cento al piano sociale, venivano aumentate le tariffe della mensa e dell’IMU per rispondere alle richieste della Corte dei Conti di affrontare la situazione già grave. Il nostro Piano, pur agendo sui conti, riapre gli asili, attiva servizi nuovi, potenzia la macchina amministrativa per rimetterla in moto. I due punti che affronteremo subito riguardano la capacità di riscossione e l’azione sul contenzioso. Sono due problemi che hanno messo in ginocchio Chieti: faremo uno sforzo per riorganizzare la riscossione dell’Ente, perché solo così potremo dare servizi e un futuro nuovo e dignitoso alla città”.

“Il centrodestra dovrebbe votare per il Piano e ringraziarci, perché la situazione finanziaria, se fossero rimasti classe dirigente, li avrebbe portati sicuramente al dissesto – così l’assessore Enrico Raimondi – Avremmo potuto farlo anche noi, tirando i remi in barca e dando la colpa a chi ci ha preceduto, con il conseguente controllo della Corte dei Conti su tutti gli atti della precedente Amministrazione per accertare le responsabilità. Invece con il piano di riequilibrio stiamo dando una possibilità concreta alla città. Non è un passo facile, comporterà scelte riorganizzative che consentiranno al piano di reggersi, ma è certo un’azione positiva che in questi anni è mancata. Le favole raccontate da chi governava prima non reggono più, noi stiamo facendo quello che avrebbero dovuto fare loro: dare alla città una possibilità di ridurre il disavanzo spalmandolo secondo gli anni del piano. Se saremo bravi potremo risolvere anche prima di quanto stabilito dalla legge, così da riuscire a reintrodurre nella tassazione locale le riduzioni, le esenzioni e le diminuzioni, rimodulando le scelte che abbiamo dovuto compiere per fare ciò che non è stato tentato prima”.

“Siamo entrati nella coalizione per mettere a servizio le nostre capacità – così il capogruppo di Chieti c’è, Enzo Ginefra – La gestione precedente ha creato un debito enorme, nonostante il fatto che quando si governa una città si dovrebbe invece agire per migliorare la vivibilità dei cittadini e produrre una gestione virtuosa. Noi abbiamo trovato l’opposto, perché tutto il bilancio era basato sulle anticipazioni di cassa. Con senso di responsabilità ci siamo messi in trincea facendo la nostra parte per cambiare le cose, chi non lo farà ne avrà la responsabilità, perché evitare alla città il fallimento economico e politico è una responsabilità enorme. Lo Stato ci dà un binario da seguire, attraverso l’accesso a un fondo rotativo pari a circa 300.000 euro per abitante: 15 milioni che serviranno a far fronte a questa azione di risanamento. L’alternativa è il dissesto, non ce n’è altra. Il problema non è la rimodulazione delle tariffe di qualche decimo, da domani inizierà un percorso per cui tutti i cittadini dovranno contribuire al sostentamento della città in modo equo e secondo la propria capacità contributiva, per restituire dignità a Chieti e, soprattutto, ottenere in cambio i servizi che non hanno ricevuto”.

“Il 18 gennaio del 2020 il dirigente della Ragioneria del Comune metteva al corrente la classe dirigente e i Revisori che le cifre stavano diventando pesanti e che si doveva intervenire – così Alberta Giannini, capogruppo de La sinistra con Diego – Ma anziché prendersi la responsabilità di fare ciò che stiamo facendo noi, cioè dare a questa città una ripresa, hanno fatto campagna elettorale e così è successo che al posto di aprire prima il terminal e il tunnel per recuperare gli stalli di piazza San Giustino che sarebbero andati persi per la riqualificazione, hanno aperto prima quel cantiere, dopo una stasi di dieci anni e hanno fatto promesse a cui non potevano fare fronte, come quella sui 6 milioni di euro in arrivo dall’Europa che Chieti sta ancora aspettando. La nostra denuncia è una presa di coscienza della situazione, abbiamo 78 milioni di passività e domani ci accolleremo la responsabilità di votare i debiti che hanno fatto altri. Lo facciamo perché vogliamo bene alla città e dichiarare dissesto significava bloccarla e anche non restituirle quanto dovuto, perché ci sono le famiglie di Chieti fra i debitori del Comune e ci sono ditte che hanno lavorato e non sono state pagate e hanno chiuso. L’unico dato positivo ereditato, paradossalmente, è stato quello sull’organico, ridotto a 209 unità e che grazie alla ricognizione dell’assessore Raimondi riusciremo anche ad ampliare fino alle 300 unità concesse dal Piano, quindi avendo persino un margine per assumere. Molto faremo sulla trasparenza, perché va spiegato a tutti come sia stato possibile produrre un debito simile chiudendo tutti i servizi e non appena la pandemia lo consentirà, faremo incontri pubblici in tutta la città”.

“I cittadini il 4 di ottobre hanno scelto di votare noi per cambiare la rotta della gestione fatta fino ad allora – così Silvia Di Pasquale di Chi ama Chieti – Ci si dice che abbiamo aumentato tariffe, tasse, aliquote, ma chi ci ha scelto lo sapeva già che avremmo dovuto farlo e sapeva anche che avremmo lavorato sodo per costruire, insieme, una Chieti migliore. Fino ad oggi abbiamo pagato tasse altissime senza avere benefici e servizi dal Comune, da oggi in poi la situazione cambierà e di giorno in giorno, se potremo farlo, cercheremo soluzioni migliori. È quella del risanamento la strada da percorrere, non ce ne sono altre, le avremmo proposte”.

“Stiamo per varare un piano di riequilibrio, non parliamo di predissesto perché è al risanamento che guardiamo – così Luca Amicone del Movimento 5 Stelle – Ci siamo arrivati perché quando le entrate correnti non coprono le uscite, si deve stabilire in quale direzione andare. È stato chiaro il parere positivo dei Revisori dei conti sul piano, si deve agire per recuperare liquidità, così siamo stati costretti a rimodulare le tariffe. Ma con l’approvazione si accede al fondo che ci consente di risollevarci e operare per rimettere a posto la macchina amministrativa. Bisogna ripartire da lì e dall’esigenza che le due partecipate offrano un servizio migliore ai cittadini. Questo non può accadere in un mese e serve una nuova cultura sia dell’Amministrazione, da rendere più efficiente investendo sulla competenza e sulla volontà dei dipendenti, sia sui cittadini, offrendo risposte e servizi e interloquendo con loro, per dargli anche la possibilità di capire qual è il proprio ruolo”.

“Il PD è una forza politica che a nessun livello istituzionale ha mai abdicato al suo ruolo di responsabilità, assumendosi l’onere della scelta governativa, per costruire sempre migliori prospettive – così Barbara Di Roberto per il gruppo Pd – L’obiettivo che ci poniamo è riprogrammare il futuro della città. Abbiamo voluto e sostenuto il sindaco Ferrara alla guida della città e continueremo a sostenerlo, con l’esecutivo. Approveremo il piano, consapevolmente e non senza preoccupazione per i tempi e alcuni passaggi dell’azione di risanamento. Lo faremo con la consapevolezza che si dovrà lavorare sulla riscossione, rendendola certa e dunque si dovrà agire sulle partecipate, affinché tutti paghino tutto e tutti paghino meno; si dovrà supportare il sociale, perché nessuno venga lasciato indietro e risolvere un’inefficienza cronica della macchina amministrativa. Un processo già iniziato in questi primi 6 mesi di governo attraverso una riorganizzazione dell’Ente che ha consentito già di tagliare i costi e aumentare alcuni servizi. Faremo la nostra parte anche come consiglieri, attraverso lo strumento della delega, per mettere in campo altre azioni positive e competenze e offrire qualcosa di più alla città rispetto a ciò che ha avuto in questi anni”.

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