Politica

Nella rubrica di Michele Fina affrontato il tema della storia dell’energia

L’Aquila. Ospite del 65esimo incontro della rubrica di Michele Fina “Dialoghi, la domenica con un libro” è stata Grazia Pagnotta, docente di storia dell’ambiente all’Università Roma Tre. E’ stato presentato il suo libro “Prometeo a Fukushima. Storia dell’energia dall’antichità ad oggi” (Einaudi).

Fina ha ricordato che si tratta in generale di un “tema affrontato più volte nel percorso della rubrica. Questo libro ha richiesto molto lavoro, è un mix di storia delle tecnologie, delle invenzioni, delle innovazioni, delle scelte politiche. E’ un testo per tutti, non solo per chi fa questi studi a livello accademico. Ci fa capire che molti elementi nella storia sono stati determinati dall’energia, quasi tutti i salti di carattere energetico accompagnano i salti storici. Un altro fattore presente nel testo riguarda le strade dell’approvvigionamento energetico: seguendole si capiscono gli equilibri geopolitici. Un ulteriore tema affrontato quanto mai attuale è quello della transizione energetica, in cima agli impegni e al lavoro internazionali, ma c’è tanto da fare. Occorre cambiare le politiche degli Stati: di positivo c’è una giovanissima che si è mobilitata per mettere al centro di questi temi. C’è bisogno di consapevolezza che si trasformi in politica”.

Pagnotta ha esordito spiegando il titolo: “Fukushima racchiude l’imperativa necessità dell’uomo di avere energia, lo sforzo che compie e la sua piccolezza di fronte agli eventi che riesce a dominare solo in parte. Sulla storia dell’energia mancavano studi approfonditi, un filo che mettesse assieme i frammenti. Può sembrare inconsueto accoppiare la parola storia alla parola energia, ma ha un posto importante nella storia dell’uomo, senza di essa le società non potevano svilupparsi”. Nel corso del dialogo l’autrice ha fornito alcuni commenti sui periodi chiave, affrontati nel libro: “Il Novecento è stato il secolo più energivoro, con le conseguenze ambientali che ne sono derivate. La seconda metà dell’Ottocento è stato un periodo di grandi scoperte, quasi tutto quello che utilizziamo viene da quel periodo. Dal punto di vista dell’acquisizione di nuove fonti energetiche è stata importante la scoperta del carbone come fonte energetica, che ha consentito le alte temperature. Poi la scoperta dell’elettricità ha significato una trasformazione repentina nella vita delle città, rendendola più ricca, e delle persone. In realtà in tutta la storia dell’umanità è stato presente il mix energetico: questo è un grande insegnamento per il futuro, non possiamo affidarci solo a una fonte, bisogna guardare alle filiere corte”. La correlazione tra energia e geopolitica arriva nel Novecento: “Basta guardare agli Stati del Medio Oriente che si sono formati in virtù della spartizione delle sfere di influenza per lo sfruttamento del sottosuolo. Dalla fine del Novecento è diventata articolata la geopolitica del gas naturale, in particolare in Europa. Alcune delle fonti rinnovabili di positivo hanno anche il fatto che hanno meno a che vedere con elementi di geopolitica”.

Secondo Pagnotta oggi la transizione energetica è “più declamata che praticata. I Paesi e gli organismi internazionali dovrebbero fare un salto nel loro impegno. Non gioca a favore della transizione il fatto che i governi hanno durata breve, e non sono nella condizione di impegnarsi in scelte di lunga durata”.

La registrazione del dialogo è disponibile qui https://fb.watch/6omw3f_WGh/

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