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È uscito “La democrazia da Erodoto ai nostri giorni”, il nuovo libro di Matteo Nanni VIDEO

Francavilla al Mare. È uscito il volume “La democrazia da Erodoto ai nostri giorni” – Editore Rivista Abruzzese – seconda uscita dell’autore Matteo Nanni, dopo la pubblicazione di “Giuseppe Ciavatta Notaio”.
Matteo Nanni ci ha gentilmente concesso un’intervista.

– È uscita la tua fatica letteraria, com’è nata?
– È nata grazie al professor Giglioni che durante le lezioni di Filosofia all’Università di Macerata ha posto a noi studenti di indagare su alcuni temi, sulla democrazia diretta ateniese, sui sofisti, sulla tirannide, su Erodoto. Durante queste lezioni abbiamo indagato su questi aspetti. Prendendo spunto dai temi che il professore ci ha proposto ho indagato sulla figura di Erodoto e sull’origine delle Democrazia ad Atene nel V secolo a. c. Diciamo che Erodoto, definito da Cicerone il padre della storia è il primo ad illustrarci le forme del Governo e questo lo fa in un dialogo tra Otane, Megabizo e Dario, in questo dialogo i tre parlano delle tre forme di Governo: dell’Oligarchia, della Monarchia e del Governo del popolo, ovvero della Democrazia. In questo quadro vengono illustrate quali sono le migliori forme di Governo e poi viene indagata un po’ la società ateniese. Grazie a questi spunti ho fatto un omaggio ad Aristotele, successivamente a Macchiavelli che fu il primo ad illustrarci l’avvento di un grande tema della storia, quindi lo Stato-Nazione, poi ho indagato due grandi eventi di fine ‘700 che sono la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione Americana. Due rivoluzioni che hanno cambiato il volto della storia, che hanno definito i progetti di questi nuovi Stati. Per quanto riguarda l’America, al termine della Rivoluzione Americana si sono costituiti gli Stati Uniti d’America, invece per quanto riguarda la Francia, che deriva da un qualcosa di diverso perché veniva da uno Stato assolutistico, è cambiata la forma di Governo, si è aperta di più alla partecipazione del popolo alla gestione della cosa pubblica. Poi, grazie a degli studiosi ottocenteschi, ho indagato sulle figure di Tocqueville, Constant e Lincoln, dei personaggi che hanno aiutato ad illustrare e a mettere sul campo, soprattutto per quanto riguarda Lincoln, questo tema della Democrazia, dell’importanza dello Stato e del Governo del popolo. Successivamente ho parlato del grande Mazzini che fu il primo a stabilire l’importanza dell’istruzione delle masse popolari, quindi fu il primo a dirci che bisognava istruire le masse e che tutti potevano accedere ad un Governo del popolo anche grazie all’istruzione e alla possibilità. Successivamente un doveroso ringraziamento ai padri costituenti che si sono sintonizzati sulla Democrazia diretta ateniese e ci hanno aiutato ad esprimere quei concetti di democrazia ateniese e li hanno espressi nella nostra Costituzione. Una Costituzione oggi definita rigida per il semplice motivo che, venendo da un periodo di guerre e di totalitarismi, queste Costituzioni sono rigide nel senso che ci sono delle limitazioni all’esercizio del potere. Ad esempio, una cosa che mi viene in mente, è che neanche la totalità dei nostri parlamentari prevede il cambiamento della forma repubblicana. Questo è importante perché ci sono dei limiti e questi limiti sono intesi nella Costituzione.

– Ci puoi tracciare un raffronto tra la società di Erodoto e quella odierna?
– La società di Erodoto era basata sul “noi”, la società di oggi è basata sull'”io”, questo ce l’ha espresso Constant che ci dice che la libertà degli antichi è quella libertà che si intende come collettività, cioè l’uomo è libero all’interno della collettività e della società. Invece la libertà dei moderni, la nostra libertà, è individuale, una libertà basata sul fatto che noi siamo all’interno della società e vogliamo che lo Stato non si intrometta troppo nei nostri affari. Siamo nella società ma nella realtà vogliamo essere liberi, questa è una distinzione all’interno del mondo greco-ateniese su queste questioni. Facciamo un altro esempio: la Democrazia diretta ateniese prevedeva la partecipazione di tutti i cittadini ateniesi di maggiore età, quindi superiore ai 18 anni, tutti i cittadini di sesso maschile potevano partecipare alla vita pubblica, quindi alle elezioni e alle due grandi istituzioni che erano il Consiglio e l’Assemblea dei cittadini. Questo fu un unicum della storia, oggi questa forma di Democrazia diretta non è possibile replicarla, oggi viviamo delle Democrazie rapresentative dove deleghiamo il potere a reappresentanti, questa è una differenza rispetto alla società ateniese.

– Anche sulla scia del tuo primo lavoro, che tipo di accoglienza ti aspetti?
– Spero una buona accoglienza, nel primo lavoro ho indagato sulle scritture notarili di fine ‘800 e ho tratteggiato un quadro storico e sociale di paesi come Miglianico, Francavilla al Mare, Casalbordino, Casacanditella, Fara Filiorum Petri e Ripa Teatina. Ho delineato, attraverso gli atti notarili ed uno studio di questi paesi, un quadro storico e sociale. Invece in questo secondo libro ho indagato le origini della storia, considerando che Erodoto, definito da Cicerone il padre della storia, non si può iniziare a non indagare dalla figura principe della storia che è Erodoto. Grazie a Erodoto sono riuscito ad elaborare un percorso dove mi sono formato e informato su un tema così complesso come la Democrazia. Questo tema che sono riuscito ad ampliare e a scrivere, ringrazio particolarmente il professor Di Virgilio, grazie alle sue conversazioni è nato questo secondo libro che poi è stato accolto dalla rivista abruzzese nei suoi quaderni, di cui ringrazio il professor Emiliano Giancristofaro he ha scelto di inserire questo volume su “La Democrazia da Erodoto ai nostri giorni” nella rivista abruzzese.

– Come ti sei appassionato alla storia?
– La mia passione per la storia nasce fin da piccolo grazie ai racconti dei nonni sulla guerra e sulla nostra famiglia. Le vicende di guerra sono attuali e ci aiutano a studiare il presente e a studiare com’era la società agli inizi degli anni ’20, ’30 e ’40 del secolo scorso. I nostri nonni sono nati in delle società in cui vi erano dei regimi, questi regimi hanno delineato l’Italia di allora e hanno delineato anche nelle coscienze dei giovani di allora alcune tematiche. Queste tematiche che poi i nostri nonni hanno sviluppato sono importanti da capire perché ci aiutano ad illustrare, a guardare il presente e ad illustrare il nostro futuro. Si spera un futuro nel quale i cittadini si appassionino alla cose pubblica e quindi vogliano tornare a partecipare, ma per tornare a partecipare alla vita pubblica del Paese a mio avviso c’è bisogno della ricostituzione dei partiti che devono dare risposte ai cittadini e devono essere il fulcro della Democrazia.

 

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