Cronaca

FIAB Teramo: “Il diritto al parcheggio non esiste”

Teramo. “Il diritto al parcheggio non esiste”. È quanto afferma la FIAB Teramo anche in risposta alle tante polemiche dei giorni scorsi relative alle multe elevate alle auto in divieto di sosta a Piazza Garibaldi, in prossimità degli edifici scolastici.
“Tutti vogliono tornare alla natura… ma nessuno ci vuole andare a piedi” continua FIAB – “Professori e studenti, anziani e ragazzini, professionisti ed operai… tutti vogliono più ambiente, più energie rinnovabili, stili di vita più aderenti ai cicli naturali… a patto, però, di non cambiare una virgola dei nostri comportamenti attuali”.
A chiacchiere, infatti, secondo l’associazione cicloambientalista, siamo tutti “ambientalisti”, ma quando occorre fare qualche piccolo sacrificio, o modificare i nostri stili di vita, la storia cambia.
È, quindi, normale chiedere parcheggi gratuiti sotto casa, sotto il posto di lavoro, sotto il negozio o davanti all’ingresso della scuola come per i genitori degli alunni della scuola elementare Michelessi che, benché preavvisati dall’Amministrazione comunale, e nonostante la presenza di un parcheggio multipiano a poche decine di metri, continuano pervicacemente a parcheggiare in divieto di sosta su piazza Garibaldi.
Peccato che, in una città con un tasso di motorizzazione pari a 899,49 vetture ogni 1.000 abitanti, con 54.957 residenti e circa 49.400 vetture circolanti, considerando anche quelle che arrivano da fuori comune, si creerebbe la necessità di oltre 60.000 parcheggi e più per accontentare ogni singolo impiegato, ogni singolo professore, ogni singolo commerciante, ogni singolo studente, che volesse recarsi a lavoro, o a scuola, con il proprio mezzo privato. Parcheggi che, considerando un’area di occupazione di mq 12,5 per posto auto, avrebbero bisogno di 750.000 mq di aree pubbliche per accontentare tutti; 75 ettari di spazio pubblico che potrebbe essere destinato a piazze, giardini, aree giochi, luoghi di socializzazione.
Ma l’auto, in Italia, e Teramo non fa eccezione, è sacra, e si è ancora convinti che sia il mezzo migliore per spostarsi, anche solo per percorrere poche decine di metri.
Eppure un’auto rimane parcheggiata, in media, per il 92% del suo utilizzo. E soprattutto chi si reca a lavoro con la sua vettura la lascia, ferma, dalle 6 alle 10 ore, ad occupare spazio pubblico. Posteggio che nulla porta al commercio, né alle altre attività produttive, perché è un parcheggio di stazionamento, spesso di un veicolo che ha trasportato un solo individuo. Senza contare che mantenere un’autovettura costa, in media, oltre 4.000 euro l’anno!!!
Quindi sarebbe opportuno non chiedere più parcheggi per tutti, ma mezzi pubblici più efficienti, una mobilità pedonale e ciclabile reale, la possibilità di non essere obbligatoriamente legati all’uso dell’automobile ma di potersi spostare a piedi, in bicicletta, in monopattino o con il trasporto pubblico, con vantaggi per tutti, anche per chi deve necessariamente utilizzare l’auto.
“Occorre aumentare le aree pedonali – sottolinea FIAB Teramo – istituire le zone scolastiche, in cui è garantita una particolare protezione dei pedoni e dell’ambiente, delimitata lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e di fine; installare stalli per il parcheggio delle biciclette di fronte a scuole, uffici pubblici, aree di interesse culturale, commerciale, sportivo, ecc. ed attuare una seria politica di mobility management individuando le figure necessarie in Comune e negli altri Enti ricadenti nel territorio comunale”.
“Plaudiamo alle iniziative del Comune di Teramo – conclude il presidente di FIAB Teramo, Gianni Di Francesco – ma occorre essere ancora più incisivi. Servono percorsi ciclabili in sede propria, il potenziamento del trasporto pubblico locale, un’urbanistica più attenta alla tutela dello spazio pubblico, anche riprendendo progetti come la Teramo-Mare ciclabile e la pedonalizzazione di spazi urbani come Piazza Dante. «Un Paese è sviluppato non quando i poveri posseggono automobili, ma quando i ricchi usano mezzi pubblici e biciclette». Lo ha detto l’ex sindaco di Bogotà, Gustavo Petro… e dovrebbe farci riflettere, ogni giorno.”

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