Cultura e eventi

Copagri: “La Regione Abruzzo sta penalizzando gli allevatori che esercitano il pascolo”

Pescara. “Nel 2015 con una nota formale inviata all’assessore alle Politiche Agricole della regione Abruzzo a firma dei presidenti di Cia, Confagricoltura e Copagri fu sottoposta l’attenzione sul pericolo che avrebbero corso molti allevatori che portavano il loro bestiame al pascolo se non si fosse esplicitato e chiarito bene i contenuti delle Delibera di Giunta Regionale (D..G.R.) 583 del 6/7/2015 dove si fissava il parametro del carico bestiame (U.B.A.) per ogni ettaro pascolato”.
Si legge così in una nota della presidenza regionale della Copagri Abruzzo, che prosegue: “Il pericolo che avrebbero corso gli allevatori regionali era concreto se, il parametro richiamato nella D.G.R., non avesse avuto un concetto “estensivo” della norma ivi prevista di 0,1/U.B.A. per ogni ettaro pascolato da considerare nell’arco di almeno 60 giorni di calendario.
A sommesso avviso delle scriventi Confederazioni sindacali agricole questo carico era riferibile in maniera letteralmente corretta così come scritto nella D.G.R. 583 del 6/7/2015 e non, come erroneamente interpretato dagli uffici della Direzione Regionale Agricoltura, per sull’intero anno solare!!!
Questa errata interpretazione, nell’assegnazione dei titoli pac avvenuto proprio nell’anno 2015, ha prodotto gravi perdite economiche a diversi allevatori regionali contribuendo così ad aggravare la loro già difficoltosa situazione reddituale e contribuendo in concreto alla chiusura di molte aziende zootecniche.
Il concetto richiamato dalle scriventi Organizzazioni Professionali Agricole non era campato in aria ma faceva riferimento a scelte che anche regioni limitrofe all’Abruzzo, come l’Umbria, avevano già compiuto nel medesimo senso sia per consentire il maggior presidio possibile del territorio che garantire un maggiore reddito agli allevatori ed alla zootecnia estensiva.
La nostra regione, nonostante richieste verbali ed una specifica riunione del tavolo verde, ancora decide cosa fare, non ha fornito un interpretazione autentica e rinvia una decisione che risulti definitiva qualunque essa sia.
Da parte nostra, nel riconfermare la bontà nei contenuti della richiesta avanzata a suo tempo unitamente a Cia e Confagricoltura Abruzzo, sollecitiamo la regione a dire e scrivere una parola chiara ponendo fine a questa “telenovela” ma sperando che il tutto si risolva a favore degli allevatori che dovrebbero avere non solo un attenzione maggiore ma anche una tutela politica ed istituzionale più autentica e rispettosa del loro duro lavoro”.

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