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Pettinari: “Ortona, Francavilla, San Giovanni Teatino e Atessa, le strutture sanitarie minori che chiedono giustizia”

Chieti. E’ un bacino di utenza di circa 71mila abitanti quello servito dal Presidio Ospedaliero Barnabeo di Ortona. Un ospedale che sorge in una città in cui vi è un’importantissima bretella autostradale, una presenza industriale importante con realtà come la Turbo Gas, il porto. Insomma un bacino di utenza sostanzioso ed un territorio che potrebbe aver bisogno di interventi di primo soccorso e non solo. Eppure l’Ospedale è stato clamorosamente depotenziato disegnando la strada per quello che molto probabilmente sarà l’epilogo: la chiusura. Quella del declassamento degli ospedali minori è una vera e propria piaga d’Abruzzo, a sostenerlo è il consigliere regionale Domenico Pettinari, che punta il faro sulla situazione dei piccoli centri del territorio teatino. “Hanno chiuso il reparto di ortopedia, chirurgia d’urgenza, ginecologia ostetricia, punto nascita , pediatria , oculistica , otorino laringoiatria e, cosa più allarmante, un depotenziamento drastico del Pronto soccorso. I risultati del riordino del Piano sanitario anche in questo territorio vanno a massacrare la sanità pubblica, sminuendo eccellenze riconosciute in tutta Italia, come era proprio il reparto di ostetricia e punto nascita di Ortona. Non possiamo che sostenere” continua Pettinari “la grande battaglia sul territorio che stanno portando avanti i numerosi comitati di cittadini a tutela del diritto alla salute. Chiediamo pertanto il ripristino del pronto soccorso h 24, la riapertura del punto nascite ed il ripristino di tutti quei reparti strategici che servono ad una città attiva e viva come Ortona”.

In materia sanitaria, al fianco di Pettinari, le emergenze del territorio compreso tra Francavilla, San Giovanni Teatino ed Atessa vengono espresse dai rispettivi consiglieri comunali del M5S Livio Sarchese, Mario Cutrupi e Emilio Falcone.
E’ grave constatare come Francavillla al Mare, Comune di ben 26.000 abitanti circa, non disponga di un’ambulanza del 118 medicalizzata 24 ore su 24 per l’intero anno” afferma Livio Sarchese “ Forse molti non sono a conoscenza che a Francavilla al Mare opera una ambulanza del 118, 24 ore su 24, medicalizzata, solo tre mesi all’anno, quelli estivi, mentre vi sono Comuni meno densamente popolati come Lama dei Peligni (1250 abitanti); Torricella Peligna (1303 abitanti); Casoli (5631 abitanti) e Villa Santa Maria (1350 abitanti) ai quali il servizio è garantito tutto l’anno. Nei restanti nove mesi, dalle 21,00 alle 7,00, l’ambulanza giunge da Chieti”.
“La ragione di questa anomalia non può essere giustificata con il fatto che a venti minuti vi sono gli ospedali: si consideri che, in tal modo, i tempi di percorrenza si raddoppiano e la possibilità che un’emergenza accada quotidianamente, è molto più elevata in rapporto alla popolazione residente con il più che evidente rischio di prestare soccorso in ritardo.”
“Per il Centro Vaccinale di San Giovanni Teatino dipendente dalla ASL di Chieti” sostiene Mario Cutrupi “gli utenti continuano a ricevere solo promesse. Locali inadeguati, quando addirittura non a norma, organico carente, orari non adeguati alle esigenze territoriali. Gli utenti, dai neonati agli anziani, si trovano a doversi divincolare, tra obblighi ed esigenze, in sole due mattine ogni settimana. Il personale, praticamente una sola addetta, in un ciclo giornaliero costretta a raggiungere punte di 60 somministrazioni. Non va meglio per l’adiacente struttura ASL, dove ad essere carente sono sempre di più i servizi. Insomma i cittadini ricevono sempre meno di quello che continuano a pagare sempre di più”.
“Non comprendiamo il comportamento della Regione, riguardante la chiusura dell’Ospedale di Atessa” interviene anche Emilio Falcone “ Eppure la giunta D’Alfonso è appoggiata da Abruzzo Civico, i cui componenti oggi amministrano la nostra città. Negli ultimi 3 anni di amministrazione Regionale, cosa hanno fatto per evitare che ci portassero via l’Ospedale? Un territorio come quello di Atessa e dei comuni dell’intera Val di Sangro, che grazie alla presenza della Zona Industriale produce 1/3 del PIL regionale, non può restare privo di servizi essenziali posti a tutela della salute pubblica. E bisogna comunque ricordare che il diritto alla salute è fondamentale e irrinunciabile per ogni singolo cittadino.”

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