Politica

Luciano Acocella dirige all’Opera Royal di Liegi dirige “La Favorite” di Donizetti

Liegi. A Liegi da giovedì 16 fino al 28 novembre 2017 all’Opéra Royal de Wallonie-Liège andrà in scena “La Favorite” per la regia di Rosetta Cucchi e la direzione musicale del Maestro Luciano Acocella (co-produzione con La Fenice di Venezia). Quarta operafrancese di Gaetano Donizetti, La Favorite è il risultatodelviaggiodelcompositore a Parigi e delsuodesiderio di conquistare un nuovopubblico: ispirato al dramma Les Amants malheureux di Arnaud de Baculard, a metàstradatra la Grand Operafrancese e lostile vocale italiano, riscosse un enormesuccesso. Eppure, oggi, il titolo non è cosìfrequentementerappresentato: ne parliamo con il Maestro Luciano Acocella. L’intervista.
Secondo Lei, perché “La Favorite” negliultimianni ha avutopocafortunaneicartelloni dei teatriitaliani e non solo?
La Favorite figuravanelrepertorio de l’Opéra fino al 1918 per un totale di quasi 700 rappresentazioni. Fu aspramentecriticata da Berlioz, cheperaltro non tollerava in queglianni la presenza di Donizetti chepraticamenteavevamonopolizzato il mondoliricoparigino, ma convenivacheessarappresenta il passaggiodonizettiano da un’ortodossiastilisticapuramenteitaliana verso quella più francese. La critica ne diede dei giudizialterni, probabilmente perché essaera il risultatodell’adattamento di altredueopere l’Ange de Nisida e l’Adelaide, che non andarono in scena per vari motivi, con inserzionimutuate anche dalla Maria Stuarda. Forsequestadiscontinuitàstilisticarappresentò, per la criticadell’epoca, la debolezza di questolavoro.
Quando si ascolta la Favorite, non ci si trovadavanti alla classicaopera di stampopuramentebelcantistico, qualora si considerasse Donizetti solamente un autoreepigono di quellostile. I trattidrammatici con un impianto da Grand Opera, preludono alla spintaromanticachetroveremoespressapienamentenellatrilogiaverdianadegliannicinquanta, Rigoletto, Trovatoree Traviata.
L’attesapotrebbe in questosensoesseredeludente, ma alcune pagine di grande intimità, i concertati, uniti ad un finale emozionante, risultanoessereprofondamenteispirate e appartenenti al più autenticostiledonizettiano.
In unarecensione si leggeche “La Favorite rappresenta il punto più alto dellaproduzionefrancese di Donizetti”: lei è d’accordo?
Risultasempre difficile fareunaclassifica, o perlomenoparametrare le opere di un autore. Certamentetra le opereseriefrancesi, ma non solo, la Favorite occupa un posto di privilegio. Tuttavia non dobbiamodimenticare l’ultimo lavoro di Donizetti, il Dom Sébastien e tra le operecomiche La Fille du régiment, chetra l’altro è dellastessaepocadella Favorite.
Qual è la difficoltà più grande e affascinante allo stesso tempo dellapartitura?
L’architetturadell’opera è complessa, i recitativi sono articolati e la strumentazione è piuttostomassicciasoprattuttonellasezionedegliottoni. Contenere le sonorità pur mantenendone i trattidinamici e le articolazioni è una delle sfideche si debbonoaffrontare non solo in quest’opera, ma in generale in questotipo di repertorio. Si aggiungono i ruoli dei due protagonistiprincipali, Leonor e Fernand, chedevonoaffrontarelinee di canto impervie, ma anche pervase da intimità e lirismo, e devonoessereaffrontati da grandi cantanti, che per fortuna sono presentinelnostrocast, Sonia Ganassi e CelsoAlbelo.
Non è la prima volta che lei dirige un’opera a Liegi: come trova il pubblicobelga?
Ritorno in questoteatrodopocinqueanni, ma ricordo un pubblico appassionato, caloroso e competente.
Viaggiandopotràfarecertamente dei paragoni: lostatodell’opera in Italia in checondizioni si trovaattualmente?
Gliultimianni di crisidell’Italia e dell’Europa si sono fortementeriflettutisulmondodellacultura in generaleed in particolaresullamusica. Per far vivere la lirica e la sinfonica ci voglionomolterisorse, soprattutto se la si vuolerendere ad un eccellentelivelloqualitativo. E queste ultime sono state falcidiate in ragionedell’equilibrio dei contipubblici. In più in Italiaormai da tempo si registra unacertadisaffezione verso musicaclassica e lirica in favore di altre forme di intrattenimento, più facilmentefruibili, ma di dubbiocontenutoqualitativoededucativo.
Mi rendocontoche è difficile, ma se potesseriassumere la sua carriera in tretappe, qualimomentisceglierebbe e perché?
Sì, in effetti non è facile rispondere. Più che di tappepreferiscochiamarlopercorso, che un giorno iniziò e, trastrade di montagna, burronipericolosi e dolcipianure, non si è ancoraconcluso. Sicuramenteposso dire che la Francia e il Belgio, Liège in particolare, hannorappresentatomomentiimportantidellamiavitaartistica, e ai qualisaròsempregrato di avermidato la possibilità di esprimermi.
Fra le Operequal è “La Favorita” del Maestro Luciano Acocella?
Amo molto l’ultimo Verdi e Puccini, ma non di meno Mozart, Rossini e Donizetti. Il repertoriofrancesenegliultimianni mi ha molto sedotto. Ma l’ultimaoperachevado a dirigere è sempre la mia “favorita”.
Ci può dire qualcosa anche su “Maria Callas, une Passion, un Destin” del 24 novembre?
La domandasarebbemegliorivolgerla ad Alain Duault, che ha ideatoquestopercorsosullavitadella Callas, attraverso le grandi ariedelsuorepertoriochesarannointerpretate da Beatrice Uria-Monzon. Laddove Alain, con la sua consueta maestria narrativa, ci condurrànelmito mai tramontato di questa grande cantante. Giovanni Zambito.

Related posts

Udc Pescara su proposte per far fronte ad aumento luce e gas

redazione

Pescara, Cuzzi alla Antonelli al Premio Eccellenze

admin

Lascia un Commento

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. OK Continua a leggere

Privacy & Cookies Policy