Politica

Centrosinistra: “La decisione del Comitato Via è una scappatoia che danneggia Pescara e tutto l’Abruzzo”

Pescara. “Per quanto concerne la realizzazione della sede regionale nell’area di risulta, assieme ai gruppi di centrosinistra al Comune di Pescara abbiamo sostenuto la nostra contrarietà nella battaglia al Comitato Via per la Valutazione preliminare sul progetto. Lo abbiamo fatto depositando Osservazioni e presentandoci in audizione. Oggi vogliamo commentare la decisione del Comitato.

Nel farlo, eviteremo di ripetere le anomalie e gli errori già oggetto degli interventi di Italia Nostra e della Stazione ornitologica abruzzese, che ringraziamo per aver preso parte al Comitato Via. Ci soffermeremo piuttosto su alcuni aspetti riguardanti il giudizio del Comitato Via e in particolare sulla Valutazione preliminare.

Il Comune di Pescara ha sottoposto al Comitato VIA una richiesta di Valutazione preliminare. Si tratta di un procedimento (da concludersi di norma, come in questo caso, entro 30 giorni) volto ad escludere la valutazione di assoggettabilità a VIA, cui invece fu sottoposto il progetto originario del 2017 e che venne tra l’altro attivata dallo stesso Comune nel 2020, quando furono approvate le modifiche proposte dal Sindaco Masci rivelatisi poi fatali per l’insuccesso del bando.

Questa volta il Comune di Pescara ha deciso di non adottare la procedura di verifica di assoggettabilità a VIA, optando per la più agile Valutazione Preliminare, nonostante le modifiche fossero ben più consistenti rispetto al 2020. Questa scelta, abbinata alla particolare fattispecie – la realizzazione della sede della Regione all’interno dell’area di risulta – e alla natura del Comitato VIA, fa sorgere più di un dubbio.

Il giudizio del Comitato VIA accoglie con tre righe di conto la richiesta del Comune, ma lo fa unicamente in base allo stralcio di un lotto di 10.000 m/q su cui verrà realizzata la sede regionale. Questo giudizio ci fa riflettere su 4 aspetti:

– La sede della Regione ha ripercussioni negative. Il Comune di Pescara, pur specificando nella scheda di sintesi allegata alla richiesta, così come nelle controdeduzioni alle osservazioni del consigliere Blasioli, che il progetto sottoposto prevede solo lo stralcio del terreno dove verrà realizzata la sede della Regione (“prescindono dalla sede regionale”), ha elencato in entrambi i documenti numerose argomentazioni per sostenere i benefici della sede regionale, raffrontandoli con quelli delle due palazzine residenziali del progetto originario. Si è spinto fino a considerare il numero delle ore di utilizzo della struttura da parte dei dipendenti, la negazione che nella nuova sede ci fossero uffici di front office e uffici delle strutture politiche, a confrontare il progetto con quello del giudizio del VIA del 2017 (tralasciando il 2020) e via dicendo. Argomentazioni che tuttavia non sono state prese in considerazione dal Comitato, che ha approvato la valutazione solo per lo stralcio dell’intervento di 10.000 mq e non sulla sede regionale che “non risulta oggetto della presente istanza”. Una magra consolazione per noi, le associazioni e i cittadini che si sono attivati. Per farla breve: le nostre ragioni sono giuste, ma si è trovato il modo per non esaminarle. In questa sede vale la pena considerare la possibilità che, in base all’Allegato II – bis art. 7 del D. Lgs. 152/2006, solo le aree con una superficie superiore a 40 ettari e solo i parcheggi pubblici superiori a 500 posti siano oggetto di esame del VIA. Così facendo, la sede della Regione, il vero progetto impattante sulla pianificazione di quelle aree, rischia di eludere la valutazione ambientale. Intravediamo inoltre un escamotage finalizzato ad accelerare i tempi e scongiurare il referendum. Infatti, a norma dell’art. 34 del TUEL, l’Accordo di programma tra Regione e Comune (Accordo di programma tra Pubbliche amministrazioni) costituisce variante dello strumento urbanistico se ratificato entro 30 giorni dal Consiglio Comunale. C’è il rischio insomma che, una volta firmato l’Accordo di Programma, la ratifica del Consiglio comunale possa evitare ogni possibile partecipazione della città determinando una rapida conclusione della procedura;

– Il Consiglio comunale non ha mai votato la stralcio di quell’area di 10.000 mq e mai lo ha attribuito alla Regione Abruzzo. In sostanza, il Comitato VIA ha accolto lo stralcio di 10.000 mq di verde dall’area centrale di Pescara quando i Consiglieri comunali sanno bene che per trasferire un metro di terreno occorre il passaggio in Consiglio Comunale. L’unico atto infatti è stato adottato dalla Giunta Comunale, nelle segrete stanze, con Delibera di Giunta n. 73 del 14 febbraio 2022 con cui ha preso atto della localizzazione. Lo ha deciso in pratica la Giunta, incompetente a farlo, nel giorno di San Valentino, forse per sugellare il grande amore tra Comune di Pescara e Regione Abruzzo, se è vero che basta il riconoscimento della idoneità di un lotto per la sede della Regione per legittimare la presentazione di un progetto che prevede lo stralcio di un’area di 10.000 mq e la valutazione del Comitato. Ricordiamo che il progetto:

o Non mai è stato portato, né approvato in Consiglio Comunale;

o Non ci sono obblighi a carico della Regione per questo trasferimento;

o Non è mai stato discusso con la città;

o Non è mai stata sottoscritta la Convenzione con la Regione Abruzzo (che doveva essere sottoscritta entro il 30 novembre 22) e tanto meno l’Accordo di Programma;

Una semplice delibera di idoneità e un protocollo d’intesa tra Comune di Pescara e Regione Abruzzo, che non fa nascere obblighi reciproci, sono stati dunque ritenuti sufficienti rispettivamente dal Comune di Pescara per dare per fatto il trasferimento di quel terreno alla Regione e dal Comitato Via per approvare la valutazione preliminare senza che nessuno si fosse mai espresso in Consiglio comunale sulla cessione dell’area, la seconda furberia dopo quella relativa allo stralcio dell’area.

– In questa fattispecie, in particolare, la scheda presentata dal Comune al VIA e il giudizio di quest’ultimo espunge dalla valutazione del Comitato la realizzazione della sede della Regione e mortifica qualsiasi valutazione futura, trattandosi di un lotto di 10000 mq, pertanto non sottoponibile a nuovo giudizio del Comitato VIA, cosicché questo organismo ha valutato un progetto di circa 15.900.000,00 € ma non si è espresso, né si esprimerà mai su un palazzone che ne costerà almeno 50.

– Autorizza e spinge eventuali futuri richiedenti, in tutto Abruzzo, a sottoporre al Comitato VIA un maggior numero di richieste di Valutazioni preliminari, attraverso lo stralcio, in maniera analoga a questo progetto, delle aree su cui incidono gli elementi impattanti (come in questo caso la sede della regione).

Di queste criticità procedurali informeremo il Presidente della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale-VIA-VAS, Massimiliano Atelli, che ha già ricevuto le nostre osservazioni inviate al Comitato VIA. E non escludiamo un’interrogazione parlamentare sul punto.

Vogliamo invece dare una risposta al “Sindaco che non ama la trasparenza e la partecipazione”, quando si compiace nel paragonare i due edifici residenziali previsti nel primo progetto di centrosinistra con una sede della Regione di 20.000 mq di superficie edificabile, 60.000 metri cubi di realizzato e 6000 mq (1mq/mc) di parcheggio interrato riservato alla Regione, che soppianta 10.000 mq di verde.

Il nostro progetto prevedeva quelle realizzazioni in quanto avevamo portato avanti un appalto in concessione di € 160.650.117,44, per cui il vincitore avrebbe progettato, realizzato e gestito l’area.

Quel progetto, Masci lo ha affondato in più occasioni:

Prima dall’opposizione, con centinaia di osservazioni in aula (non consentendoci il secondo passaggio necessario per la variante),
una volta Sindaco, impiegando ben 2 anni prima di far fare al progetto il secondo passaggio in aula;
appesantendolo poi finanziariamente con opere, tra cui la ormai leggendaria pista da sci artificiale, che hanno allontanato gli investitori.

Ora Masci paragona quel progetto ad un progettino sminuente per l’area centrale di Pescara, di appena 15 Mln di euro (tutti fondi Masterplan, lasciati peraltro in eredità dal centrosinistra). Malgrado le opportunità offerte dai fondi PNRR, il Sindaco non è difatti riuscito ad intercettare nuove risorse, finendo per dare ospitalità al cemento della sede della Regione Abruzzo. Ma c’è di più. È interessante infatti ricordare come Masci, che ora equipara la colata di cemento della Regione Abruzzo ai due edifici residenziali di 4800 mq (3000 mq a nord e 1800 a sud) inseriti per bilanciare un investimento privato di quasi 170 milioni di euro, si esprimeva sul progetto precedente, che nel giugno del 2020 veniva presentato come: “polmone naturale”, “parco tematico”, “architettura caratterizzante”. E ancora: “l’estetica delle aree di risulta sarà uno degli elementi identitari di una nuova e moderna funzionalità urbana”, “il nuovo volto della Città”, “scommessa che siamo sicuri di vincere”. Fino al luglio 2021, quando Masci lo denominò “il più grande intervento urbanistico-edilizio mai fatto dal Comune di Pescara!”.

Nel corso dell’audizione del Comitato sono emersi infine altri aspetti, dei quali – come sottolinea il consigliere Piero Giampietro – discuteremo il 12 dicembre nel corso del primo e unico Consiglio Comunale straordinario richiesto del centrosinistra, con l’obiettivo di stimolare il confronto tra politica, associazioni, portatori d’interesse e cittadini sul progetto dell’area più importante di Pescara”. Si legge così in una nota del consigliere regionale Antonio Blasioli e dei consiglieri comunali di centrosinistra Stefania Catalano, Marinella Sclocco, Giovanni Di Iacovo, Mirko Frattarelli, Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli e Marco Presutti.

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