Politica

T-red, elevate a Pescara 52mila sanzioni. Centrosinistra: “Altro che sicurezza stradale, per il Comune solo uno strumento per fare cassa”

“Lo dimostrano i dati della Municipale sui sinistri occorsi agli incroci designati”

Pescara. Se consideriamo il periodo che intercorre dal 28 dicembre 2020 ad oggi, ovvero da quando è entrato in funzione il sistema di rilevamento delle infrazioni semaforiche “Velocar Red&Speed”, più noto come T-red, sono state elevate 51.737 sanzioni, di cui 25.280 per transito con semaforo rosso e 26.457 per mancato rispetto della segnaletica orizzontale. È quanto viene fuori da una risposta ad un accesso agli atti del gruppo PD.

Nello specifico, la metà delle prime riguarda l’intersezione Via Michelangelo – Via Ferrari, mentre più di un terzo delle seconde provengono dalle telecamere installate – solo a fine ottobre – in piazza Duca D’Aosta, via D’Annunzio e piazza Le Laudi.

Proprio in questi giorni molti cittadini, pescaresi e non, si sono visti recapitare le prime multe. Le contravvenzioni variano a seconda della violazione del Codice della Strada commessa: in caso di passaggio col rosso sono previsti la decurtazione di 6 punti della patente e il pagamento di 122 euro (entro 5 giorni), che diventano 172 dal sesto al sessantesimo giorno; in caso di cambio di corsia o arresto del veicolo oltre la striscia bianca trasversale posta sulla carreggiata, la sottrazione di 2 punti e l’esborso di 35,20 euro (entro 5 giorni) o 47,80 (fino a 60). Importi che aumentano di 1/3 se la violazione è perpetrata tra le 22 e le 6 del mattino.

Diversi cittadini ci hanno contattato lamentando la ricezione di una quantità smisurata di sanzioni, dovute talvolta, più che a comportamenti gravi e irresponsabili, a piccole leggerezze o disattenzioni, quali oltrepassare quel tanto che basta la linea d’arresto in prossimità del semaforo – posizionata spesso in verità, come nel caso di quello in Piazza Le Laudi, ad una distanza eccessiva dall’apparecchio, ipotesi che in questo caso sembra avvalorata anche dal numero delle sanzioni elevate per questa specifica infrazione – o attraversare magari l’incrocio nel momento in cui è già scattato l’arancione e senza avere contezza dell’imminenza del rosso, un’ambiguità facilmente risolvibile mediante il ricorso ai cosiddetti “dispositivi countdown” che, mostrando il tempo residuo di accensione, potrebbero scongiurare un’infinità di contravvenzioni. Ricordiamo in questa sede come ne avessimo sollecitato l’installazione con un apposito ordine del giorno presentato in Consiglio Comunale e bocciato dalla maggioranza di centrodestra. Oltretutto il costo di un impianto per il conto alla rovescia ammonta, per l’intero incrocio, a circa 7000 euro, una spesa irrisoria.

Entrando però nel merito dei provvedimenti adottati dalla Giunta Comunale, abbiamo sempre avuto il sospetto che, al di là dei proclami sulla sicurezza stradale, l’impiego dei T-red fosse dettato soprattutto dalla volontà di fare cassa.

Ripercorrendo l’iter amministrativo, scopriamo che nel novembre 2020 l’Amministrazione Masci aveva demandato alla Polizia Municipale “l’individuazione delle intersezioni stradali, dotate di impianti semaforici, ove si riscontra un rilevante margine di pericolosità, sulle quali è opportuno procedere ad installazione di ulteriori telecamere c.d. T-red”.

Pertanto, una volta ricevute le indicazioni della Polizia Municipale, nell’aprile 2022 ha deciso di confermare le 6 telecamere già presenti nei seguenti tre incroci:

– via Tiburtina – via Stradonetto;

– via Enzo Ferrari – via Michelangelo;

– via Tirino – via Strada Colle Renazzo;

e di installare altre 6 telecamere “in prossimità di incroci ritenuti potenzialmente pericolosi”, cioè quello tra Corso Vittorio Emanuele II, Piazza Italia, Piazza Duca D’Aosta e via Caduta del Forte e quello tra via Gabriele D’Annunzio e via Conte di Ruvo.

La ditta risultata vincitrice ha infatti proposto, nella sua offerta, la fornitura di altri 3 dispositivi (per un totale di 15), che la Giunta ha scelto di destinare – facendo sempre riferimento ai dati forniti dalla Polizia Municipale – alle intersezioni: via Conte di Ruvo – via Gabriele D’Annunzio, e via Primo Vere – P.za Le Laudi (quest’ultima in entrambe le direzioni).

Per questo motivo, con apposito accesso agli atti, abbiamo richiesto copia dello studio e dei dati del Comune, per verificare se la decisione sia stata effettivamente dettata da ragioni oggettive legate alla sicurezza stradale o da altre finalità. Dalla risposta del Comune, relativa all’incidentalità negli incroci cittadini degli ultimi 5 anni, emergono diversi aspetti interessanti.

L’intersezione in cui si è registrato il maggior numero di incidenti nell’ultimo quinquennio è via Stradonetto – via Tiburtina (con una media di 3 incidenti l’anno), seguita da via Enzo Ferrari – via Michelangelo (poco meno di 3). Medie poco rilevanti che si abbassano ulteriormente per quanto concerne gli incroci Corso Vittorio Emanuele – Via Caduta del Forte – Piazza Duca d’Aosta, e Via Conte di Ruvo – Via G. d’Annunzio, dove a malapena si è verificato un incidente l’anno. Insomma, numeri sostanzialmente bassi, a fronte delle multe elevate, che non giustificano né l’installazione dei T-red né la loro permanenza.

Giungiamo infine ai due casi limite: gli incroci Via Luisa d’Annunzio – Piazza Le Laudi, e Strada Colle Renazzo – Via Tirino. Entrambi hanno una media inferiore ad un incidente l’anno, eppure la Giunta Masci ha ritenuto, a questo punto incomprensibilmente, che quegli incroci fossero pericolosi.

La riflessione che nasce dall’analisi di questo report è che l’attivazione dei dispositivi in oggetto non sia affatto dettata da questioni legate alla sicurezza, a meno che non si voglia sostenere che un sinistro all’anno costituisca un indice di pericolosità per un incrocio. Ulteriori dubbi sorgono poi sui criteri per le localizzazioni, che sembrano contrastare con l’evidenza dei dati forniti dalla Polizia Municipale. Piazza Le Laudi, per esempio, in base ai dati sull’incidentalità risulta meno pericolosa dell’incrocio tra Piazza della Repubblica e Corso Vittorio Emanuele, eppure questo è sprovvisto di telecamere. Oppure: perché si sceglie, come prima installazione, l’incrocio Via Tirino – Strada Colle Renazzo e non quello Via G. d’Annunzio – Via Italica dove è riportato un maggior numero di incidenti?

La risposta la individuiamo nella ricerca di nuovi strumenti per fare cassa, a discapito dei cittadini pescaresi e di coloro che attraversano quotidianamente la nostra città. Una modalità che, oltre a non avere nulla a che vedere con il proposito di incrementare la sicurezza per i fruitori della strada – intenzione che cozza peraltro con la lunga sequela di scelte scellerate compiute su Viale Marconi – sembra non curarsi delle difficoltà arrecate a molte famiglie. Altrove, per esempio nel Comune di Milazzo, le denunce che ne sono scaturite hanno indotto l’Amministrazione locale a prendere atto della “problematica sociale” sospendendo l’attivazione dei T-red per alcune fattispecie di violazioni del Codice della strada, a causa dei “notevoli disagi economici e psicologici” annessi. Infatti, la ripetuta decurtazione dei punti della patente per una disattenzione trascurabile quale fermare il veicolo oltre la linea d’arresto, che non costituisce un pericolo per la circolazione, può determinare financo l’impossibilità di recarsi al lavoro.

È evidente dunque, da questa analisi approfondita, come i sistemi di rilevazione adottati a Pescara siano spropositati rispetto alle presunte esigenze di sicurezza. Chiediamo quindi che il Comune di Pescara si doti subito dei semafori countdown (o conto alla rovescia) – il cui acquisto potrà essere senz’altro finanziato dagli introiti delle innumerevoli sanzioni irrogate – al fine di scongiurare almeno le “multe beffa”, e alla scadenza dell’appalto rimuova queste apparecchiature-sanguisuga emulando il Comune di Milazzo almeno per le multe comminate per la violazione della segnaletica orizzontale.

I consiglieri comunali annunciano battaglie in sede di approvazione del bilancio per ottenere quantomeno l’installazione dei dispositivi countdown: «Oltretutto – dice Francesco Pagnanelli – la Giunta sta ragionando sulla possibilità di estendere i T-red anche ai semafori di viale Marconi, a quanto pare ormai prossimi all’attivazione, col rischio di un aumento esponenziale del numero delle sanzioni, che è già esorbitante». «Per quanto riguarda gli incroci di piazza Duca D’Aosta e piazza Le Laudi sono già pervenuti 154 ricorsi amministrativi – sottolinea Stefania Catalano -. Numeri che minano la credibilità di un’Amministrazione che sembra più interessata a ripulire le tasche dei cittadini piuttosto che sensibilizzarli ai comportamenti virtuosi». «Sotto il profilo giuridico, a nostro giudizio è evidente come a danno dei cittadini venga esercitato un eccesso di potere – conclude Marco Presutti -, in quanto dai dati sull’incidentalità non si configura l’esigenza di ricorrere a strumenti così sofisticati, proprio per questo reputiamo alte le probabilità che i ricorsi vengano accolti».

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