Politica

Approvata la nuova Legge istitutiva Pescara

Pescara. “Da oggi abbiamo una nuova legge che ci condurrà alla fusione di Pescara, Spoltore e Montesilvano con la costituzione di una nuova città, che si chiamerà Pescara, di 200mila abitanti, che rappresenta un sogno realizzato, quello di un grande centro competitivo nel centro Italia affacciato sull’Adriatico. Abbiamo raggiunto il risultato grazie alla buona volontà di tre sindaci e per rispettare tutti i passaggi abbiamo fissato insieme penalità, step di verifica, scadenze, e disponiamo dei finanziamenti necessari grazie alle attività pregresse dei nostri parlamentari come gli onorevoli D’Alfonso, Pagano e il senatore Bagnai. Finalmente tutti hanno compreso che si va verso la realizzazione del sogno e che era preferibile viverlo da protagonisti piuttosto che subire il commissariamento della Regione”. Sono le parole con cui il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri ha salutato l’approvazione con i voti della maggioranza di centrodestra e del consigliere Sara Marcozzi, e il voto contrario dei gruppi di opposizione, la nuova legge sull’istituzione della città di Pescara.
“Il punto centrale di un lungo processo di gestazione è stato il Referendum popolare – ha ricordato in aula il Presidente Sospiri – che si è espresso a favore della costituzione della nuova città. Secondo le leggi della Repubblica italiana il Presidente della Regione Abruzzo aveva la possibilità di scegliere sul dare seguito o meno all’esito referendario e siamo andati avanti con una norma articolata. E siamo arrivati a celebrare le ultime elezioni comunali che ci hanno consentito di eleggere le attuali amministrazioni; in mezzo c’è stata la tragedia del Covid, le difficoltà di una guerra, le ritrosie delle amministrazioni di Montesilvano e Spoltore alla fusione stessa. Abbiamo atteso la data limite del 2022, alcuni Comuni ci hanno chiesto il rinvio al 2024, ma a quel punto abbiamo aperto una riflessione non solo sul consenso, ma soprattutto su ciò che era giusto fare e oggi siamo convinti che quel sogno che diventa realtà, la costituzione della città nuova, fissa in modo concreto quali sono i temi, quali i tempi e le risorse finanziarie. È facile dire che occorre farlo subito, che non è difficile organizzare servizi, coordinare i Piani regolatori, programmare gli investimenti, ma non è realistico. Oggi i sindaci di Montesilvano e Spoltore hanno la piena consapevolezza che la fusione è una realtà ineludibile, sulla quale non si torna indietro. La Regione Abruzzo, grazie alla grande professionalità dei nostri uffici, ha redatto un progetto di legge straordinario e il tempo che abbiamo guadagnato lo utilizzeremo per compiere quel percorso che non è stato fatto sino a oggi. Ho grande fiducia nei tre sindaci coinvolti, sono convinto che realizzeremo un ottimo lavoro, approvando una legge che farà scuola, che sarà un punto normativo di riferimento per tutto il Paese. Il ringraziamento va, ovviamente, al Governatore Marsilio, agli Uffici regionali e a tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione, che hanno dato il proprio costruttivo contributo per accompagnare il cambiamento. Ora entro settembre ci aspettiamo di ricevere la prima relazione sulla fusione dei primi tre comparti strategici, tra cui i Servizi sociali, e soprattutto ci attendiamo la bozza del nuovo Statuto da approvare prima della fine dell’anno”.
Così il sindaco di Pescara, Carlo Masci: «La nuova Pescara si chiamerà solo Pescara, com’è giusto che fosse e come avevo auspicato sin da subito.
La legge approvata oggi dal Consiglio regionale ha deciso secondo logica e secondo la storia di conservare il nome della città dannunziana per la realtà urbana da 200.000 abitanti che sta vedendo la luce grazie alla fusione con Montesilvano e Spoltore voluta da un referendum nel 2014 e da una legge regionale.
Ringrazio il presidente Marco Marsilio, il presidente Lorenzo Sospiri e i consiglieri regionali per la decisione che contribuisce a scrivere una pagina importante della storia del nostro territorio, secondo lo spirito che animò la nascita del capoluogo nel 1927, già vaticinato da Vittorio Emanuele II al momento dell’unità d’Italia e realizzato per intercessione di Gabriele d’Annunzio e Giacomo Acerbo.
La visione della città che verrà ha trovato la sua concretezza al tempo del governo regionale dei presidenti Gianni Chiodi e Nazario Pagano, quando io ho rivestito il ruolo di assessore al bilancio e agli enti locali.
La Pescara del XXI secolo è dunque destinata a diventare più grande, più importante e più attrattiva».
Il commento dei consiglieri regionali Antonio Blasioli e Silvio Paolucci: “Il Gruppo Regionale del Partito Democratico ha espresso oggi voto contrario sul progetto di legge che modifica l’originaria legge istitutiva della Nuova Pescara. E questo malgrado l’accoglimento di parte delle proposte che avevamo avanzato nel corso delle audizioni svolte in Commissione.
Nello specifico:
– l’inserimento tra le condizioni per lo slittamento al 2027 dell’adozione dello statuto entro il prossimo 30 settembre, aspetto che per noi costituisce un passaggio fondamentale per accelerare il processo di fusione, sensibilizzare la cittadinanza e agevolare l’associazione delle funzioni;
– la possibilità per i Comuni di impiegare i fondi preventivati – che restano di 300mila euro, ma non più divisi in due tranche da 150mila euro, bensì in una di 200mila e un’altra da 100mila – anche per ricorrere a esperti esterni allo scopo di giungere ad uno statuto adeguato ed efficiente;
– l’eliminazione di qualsiasi ipotesi di discrezionalità da parte dei Presidenti di Consiglio e Giunta Regionale in merito al rinvio al 2027, i quali, rispetto alla prima stesura della legge, avranno esclusivamente la facoltà di prendere atto del lavoro di accertamento svolto dagli uffici;
– la costituzione – ai fini di una maggiore trasparenza – di un albo dei sostenitori, aperto ad associazioni, singoli cittadini e portatori di interesse, che potranno iscriversi in un’apposita sezione dei siti istituzionali e saranno invitati, almeno una volta l’anno, alla conferenza dei capigruppo per essere aggiornati in merito al percorso di fusione.
Modifiche che tuttavia non giudichiamo sufficienti, poiché avremmo preferito che lo statuto, una volta approvato, non potesse essere più modificato fino all’istituzione della nuova municipalità in caso di rinvio al 2027. Avevamo inoltre richiesto che la Regione procedesse alla nomina di un certo numero di coordinatori – scelti tra i dirigenti e i responsabili di servizio dei tre comuni, dunque esperti di macchina amministrativa – di cui avvalersi nella difficile fase di gestazione.
Ma la nostra contrarietà in sede di voto è legata innanzitutto al metodo. L’affannosa maratona odierna in Consiglio Regionale, che ha portato all’approvazione di una legge costituita da quasi 50 commi concentrati in un unico articolo, avrebbe potuto essere evitata. Molti degli emendamenti presentati nella giornata di oggi erano infatti gli stessi proposti in Commissione, ed è proprio in quella sede che sarebbe stato preferibile giungere ad un accordo. Purtroppo è mancata la volontà di approdare in maniera ordinata ad una legge condivisa, sia per motivi politici che per mancanza di tempo, a causa del grave ritardo accumulato in questi anni, che ha di fatti precluso la nascita della Nuova Pescara nel 2024. La consiliatura è iniziata nel 2019, perché si sono persi quattro anni per la nuova legge?”.
“Benvenuti alla sagra dell’ipocrisia”. Sintetizza così il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, l’approvazione della norma sulle Disposizioni per l’istituzione del Comune di Nuova Pescara, avvenuta oggi in Consiglio regionale con il voto contrario anche del M5S . “Un’opera di ingegneria politica – continua – che oggi il centrodestra si impegna a celebrare come “grande risultato”. Il testo, però, butta fumo negli occhi a cittadini e amministratori comunali e non è altro che la certificazione di un enorme ritardo di questa Giunta sulla fusione dei comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore. Siamo riusciti comunque, con senso di responsabilità, a correggere un po’ il tiro di una norma che era completamente sbagliata e che nasconde tra le sue righe un’ingarbugliata matassa normativa che renderà il processo di fusione tutt’altro che fluido. La verità è che il popolo si è espresso quasi dieci anni fa attraverso il referendum del 2014 e a oggi si dovranno aspettare altri 4 anni prima di dar voce a quella richiesta. C’è poco da festeggiare, a perdere non è solo la città di Pescara ma l’intero Abruzzo” conclude.

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