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Lago di Barrea e fiume Sangro tra divieto di balneazione e scarichi. La SOA scrive agli enti

L’Aquila. “Il lago di Barrea anche per il 2018 sarà completamente non balneabile e il fiume Sangro, in pieno parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, rischia di continuare a ricevere reflui non adeguatamente depurati.

La Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, in vista della stagione estiva in cui aumenta la pressione antropica su strutture di depurazione inadeguate, ha scritto a numerosi enti, dai comuni ai ministeri, per ribadire la necessità da un lato di agire sugli scarichi dei depuratori che hanno mostrato criticità nel recente passato e dall’altro di emanare specifiche ed adeguate ordinanze di divieto di balneazione assicurando la relativa sorveglianza per evitare l’esposizione dei cittadini a situazioni di pericolo per la salute.

La SOA ha evidenziato che la Regione Abruzzo, con Deliberazione di G.R. n.169 del 21 marzo 2018, ha chiarito, ad abundantiam visto che era del tutto chiaro già con le norme vigenti, che è vietata la balneazione nei bacini lacustri non soggetti a monitoraggio e non individuati tra quelli idonei allo scopo.

L’Associazione lo scorso anno aveva sollevato per prima la questione della non balneabilità del lago di Barrea nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ricevendo all’inizio addirittura risposte del tutto incomprensibili dagli enti locali che evidentemente non avevano ben chiare le norme in materia.

Inoltre era stato evidenziato lo stato pietoso del fiume Sangro, le cui acque non rispondono agli obiettivi di qualità europei, ed erano state segnalate le irregolarità di diversi depuratori della zona, da quello di Pescasseroli a quello di Barrea.

Nonostante le reiterate note, fondate su dati inoppugnabili, le risposte sono state pari a zero sul fronte della risoluzione delle problematiche.

Ad esempio, si è continuato a scaricare nel Sangro liquami non adeguatamente trattati quando era necessario, in considerazione dei limiti strutturali degli impianti, dotarsi di impianti mobili o provvedere a smaltire parte del refluo in altre strutture caricandolo e trasportandolo con autobotti, come avvenuto in altri casi sulla costa.

Alle nostre plurime note non ha inteso rispondere l’Ente Parco. Non sappiamo cosa abbia fatto nel frattempo, ad esempio, se abbia emanato l’ordinanza prevista dalla legge per impedire il ripetersi di fatti contrari alle norme di tutela del Parco.

Auspichiamo che tutte le inadempienze riscontrate lo scorso anno non si ripetano e che gli enti assicurino interventi a tutti i livelli per evitare problemi sia sugli impianti sia ai fruitori di territori così belli ma così maltrattati”. Si legge così in una nota della Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS.

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