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“Si continuano a tagliare anche piante sane paventando pericoli, ma le soluzioni sono altre”. Il WWF chiede un Regolamento del verde e comunicazioni trasparenti ai cittadini

Chieti. Ennesima segnalazione di taglio di alberi a Chieti, questa volta in via della Liberazione nel cortile del palazzo che ospita Agenzia delle entrate e altri uffici pubblici. Sono stati recisi cedri apparentemente sani e ormai imponenti. Abbiamo cercato informazioni in Comune, acclarando il fatto che su quei tagli i competenti uffici municipali non sono stati consultati. Ci sono stati però comunicati altri imminenti sacrifici. Il verde urbano, al di là della sua collocazione in spazi pubblici o privati, appartiene alla intera collettività e va salvaguardato e potenziato, non drasticamente ridotto come sta recentemente accadendo a Chieti così come in molte città.

La motivazione che si utilizza per giustificare gli abbattimenti è sempre la stessa: potenziale pericolo per la pubblica incolumità. A parte che il potenziale pericolo è spesso determinato da incuria o errori umani, non va mai dimenticato che esistono anche soluzioni alternative al taglio che vanno da interventi fitosanitari all’ancoraggio di piante eventualmente insicure. E in ogni caso ogni albero tagliato dovrebbe essere sostituito da una pianta nuova.

Non ci soffermiamo sui benefici del verde urbano, trattati in tante altre occasioni. Alcune richieste vanno tuttavia ribadite e a gran voce:

Occorre approvare e applicare un Regolamento del verde pubblico e privato (a Chieti in stallo in attesa della normativa regionale di riferimento) che possa guidare le scelte della pubblica amministrazione tenendo sempre in primo piano l’esigenza di implementare e non ridurre le aree naturali all’interno delle città. Tanto per fare un esempio, ogni scuola dovrebbe trasformare il proprio cortile in uno spazio verde.
Occorre avviare concrete strategie anche a livello municipale per contrastare i cambiamenti climatici attraverso decementificazione, potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali e del trasporto pubblico non inquinante con la creazione di aree sempre più vaste chiuse al traffico o con traffico limitato.
Occorre favorire una comunicazione davvero trasparente nei confronti dei cittadini, ai quali non basta dire: “abbatteremo quell’albero perché pericolante” ma bisogna spiegare chi lo ha dichiarato pericolante, sulla base di quali analisi (a vista o strumentali) e da quale essenza e quando sarà sostituito.
I cambiamenti climatici devono indurci ad una rigenerazione urbana che renda le nostre città più resilienti e confortevoli per chi le abita. Le difficoltà economiche, che indubbiamente le nostre amministrazioni devono affrontare, non bastano a giustificare la scelta apparentemente meno onerosa, e non possono diventare una scusa per comportamenti autolesionistici, come il taglio sconsiderato, che servono soltanto non a risolvere i problemi ma ad aumentarli.

 

Nella foto: operazioni di ancoraggio per mettere in sicurezza un Cedro. (foto WWF Chieti-Pescara).

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