FIVRA (Fabbriche Isolanti Vetro Roccia Associate), l’associazione dei principali produttori di lane minerali (lana di roccia e lana di vetro per isolamento), in merito all’articolo sull’abbandono sul ritrovamento di rifiuti speciali a Montesilvano (http://www.metropolitanweb.it/cronaca/item/23892-montesilvano-quintali-di-rifiuti-speciali-abbandonati-sulla-strada-a-ridosso-dell-ex-discarica-di-villa-carmine.html), condanna l’abbandono di rifiuti e ricorda che gli stessi devono essere trattati in accordo alla legislazione vigente.
“Si puntualizza però – si legge in una nota – che le lane minerali non sono un materiale pericoloso, nemmeno quando diventano un rifiuto.
Infatti la IARC (International Agency for Research on Cancer, massimo esperto in materia ed afferente all’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito le lane minerali sono state inserite nel gruppo 3 “non classificabile come cancerogeno per gli esseri umani” (cfr. http://monographs.iarc.fr/ENG/Classification/latest_classif.php).
L’Unione Europea mantiene una classificazione più cautelativa, ma anch’essa riconosce che le lane minerali sono sicure se conformi alla “Nota Q” (ovvero bio-solubili, come quelle prodotte dai soci FIVRA).
I rifiuti costituiti da lane minerali possono essere classificati come pericolosi, ma ciò è una scelta di comodo per evitare di effettuare i necessari test per caratterizzare correttamente il rifiuto.
Tutto ciò è stato confermato dal documento “Le Fibre Artificiali Vetrose (FAV) – Linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute”, approvato dalla Conferenza Stato/Regioni, su proposta del Ministero della Salute, in data 10 novembre 2016 (cfr. http://www.fivra.it/it/approfondimenti/27_fibre-artificiali-vetrose-fav-aggiornamento-delle-linee-guida-del-ministero-della-salute).
Per i motivi sopra esposti, vi chiediamo di correggere il suddetto articolo, ad esempio sostituendo la parola “pericolosi” con “speciali” (infatti i rifiuti speciali sono quelli derivanti da attività industriali; possono essere pericolosi o non pericolosi ma in ogni caso devono essere gestiti da società autorizzate)”.