Politica

Teologia, arte e musica per spiegare il significato del Natale

Chieti. Partecipati sono stati gli incontri sulle origini dell’Iconografia delle Annunciazioni e della Natività, che si sono svolti al Museo Barbella e al Palazzo Lepri, promossi dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Chieti e dall’Associazione ArteMind in collaborazione con Theatema e l’Aps Luca Romano.Di rilievo è stata la riflessione di Don Settimio Luciano, che si è intrattenuto sul saluto dell’angelo a Maria secondo la mistica Meister Eckart.- Se Maria non avesse prima generato spiritualmente Dio, -ha messo in evidenza- egli non sarebbe mai nato corporalmente da lei. Ed è questo il vero significato della fede: avvertire la visita di Dio nell’anima. E questo passaggio teologico è riscontrabile nell’arte. Evidenti sono i simboli ricorrenti nelle Annunciazioni: la colonna- Cristo, la colomba-Spirito Santo, la porta e la finestra-l’entrata del divino nell’umano, l’arco-l’allenza tra Dio e il suo popolo, il numero 3-la Trinità. —Nella grande maggioranza delle Annunciazioni lo schema iconografico esprime-come ha sottolineato la prof.ssa Angela Rossi-—la sorpresa di Maria, che resta turbata all’annuncio,l’amore puro, verginale, simboleggiato dal giglio, che l’Angelo porta in mano,—la modestia e l’umiltà di Maria, rese attraverso l’atteggiamento schivo e la semplicità degli arredi,—la devozione di Maria al Signore, esplicitata mediante il libro della Parola di Dio o di preghiere aperto davanti a lei. Attraverso un excursus delle Annunciazioni nei secoli,partendo dall’arte paleocristiana al Rinascimento fino al 900′, i vari movimenti artistici hanno saputo arricchire questi elementi fondamentali, conferendo al tema dell’Annunciazione esiti di straordinaria bellezza. Anche attraverso i quadri dei più celebri artisti, che hanno rappresentato la Natività, i singoli personaggi: il Bambinello, Maria, Giuseppe, il bue e l’asino, gli Angeli, i pastori e i Magi sono stati esaminati dettagliatamente dalla prof.ssa Angela Rossi in ogni loro atteggiamento e significato teologico e iconografico. Interessante è stato l’intervento del prof.Mario Canci, che ha osservato come anche la musica pastorale degli zampognari e dei pifferai, caratteristica propria dell’Abruzzo, ha avuto un ruolo molto importante nella devozione popolare, trovando nelle esecuzioni dialettali il suo carattere più vero e tradizionale. Brillanti sono state le conclusioni delle moderatrici Pielisa Di Felice e Sara Caramanico, che hanno messo in luce le tematiche trattate in modo sintetico e appropriato.

Hanno arricchito questo ciclo di incontri dedicati all’arte, alla musica del Natale Camilla Carlone, Giorgia Di Fulvio, Stefania Chiarolla, Maria Cristina Stumpo, allieve della Scuola del Teatro Marrucino, con la regia di Giuliana Antenucci, che hanno recitato poesie di Saba, Quasimodo e riflessioni di Giovanni Paolo II, Maria Teresa di Calcutta riguardanti i temi natalizi.

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