Cultura e eventi

Pescara, Massimiliano Di Pillo su barriere anti intrusione in centro

Pescara. “Il 17 e il 18 di agosto del 2017 a Barcellona due attentati terroristici di matrice islamica procurano 16 morti e 136 feriti, sconvolgendo il mondo intero e mettendo tutta Europa in allarme. Tre giorni dopo in Prefettura a Pescara, si riunisce il “Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica”, dove il Prefetto chiede formalmente di applicare tutte le norme che il Decreto Minniti prevede. Il giorno successivo due rappresentanti del Comune di Pescara dell’ufficio manutenzione strade e dell’ufficio mobilità, accompagnati da un componente del Comando della Polizia Municipale, eseguono un sopralluogo.

Al sopralluogo segue, l’indomani, un contatto con la ditta Pace Dino da parte del Comune di Pescara, per fornire con una determina di somma urgenza: 20 new jersey 2mt x 1mt, 20 blocchi di cemento 70cm x 70cm x 30cm, più la verniciatura delle stesse barriere e di altri 20 new jersey di dimensioni 3mt x 1mt.

Il 24 agosto 2017 mentre la Ditta Pace Dino posiziona le barriere anti intrusione, il Sindaco del Comune di Pescara emana un’ordinanza che attraverso una ben definita mappatura, delinea una zona del centro della città dove le stesse barriere sono state posizionate, rendendo operative le richieste del Ministero dell’Interno.

Non passa neppure una settimana, e ci si rende conto che il posizionamento delle barriere crea disagio non solo ai residenti della zona, ma anche e soprattutto ai mezzi di soccorso che non posso entrare nelle strade e completare il proprio servizio. Cosi il 30 agosto viene definito un tavolo tecnico, con la presenza di tutte le istituzioni coinvolte nella problematica, evidenziando soprattutto la seguente problematica: le strade sono praticamente isolate a qualsiasi mezzi di soccorso.

In una intera giornata gli interlocutori del tavolo tecnico, come si evince da un verbale degli uffici preposti del Comune di Pescara, chiedono il riposizionamento delle barriere che, nel frattempo, qualcuno ha già inappropriatamente spostato dalla sede definita in un’apposita mappa concertata anche con le Forze dell’Ordine. Oltre questo verbale, pare che non ci siano stati altri incontri o richieste. A distanza di quasi 16 mesi escludendo i 40 new jersey posizionati sul marciapiede della riviera, i blocchi di cemento che avrebbero dovuto impedire o almeno rendere difficoltoso l’ingresso in 6 strade del quadrilatero centrale della città, sono fuori dalle sedi definite e preposte.

Se i blocchi di cemento fossero solo spostati, il problema sarebbe oltre quello di non rispettare le direttive del Ministero e quindi l’ipotesi di mettere in pericolo i pedoni che si trovassero a passare per quelle strade, anche quello di aver speso inutilmente circa 16.000€, con conseguente sperpero di denaro pubblico. Quello che però più stupisce, è che molti di questi blocchi oltre a essere spostati dalla sede originaria, sono posizionati sulle strisce pedonali ed in alcuni casi anche davanti a scivoli, fondamentali per i cittadini con handicap, che si trovano bloccato il passaggio da questa “barriera architettonica innaturale”. A tutto questo vanno aggiunte le innumerevoli segnalazioni di cittadini che distratti o magari in orario serale con poca visibilità, sono inciampati sopra gli stessi blocchi di cemento riportando piccole escoriazioni oltre ad un gran spavento.

Purtroppo quello che è accaduto a Strasburgo come in tante altre capitali europee, difficilmente sarà debellato se non con un’integrazione capace di tramutare la cultura dell’odio in un percorso di vera integrazione. Nel frattempo non ci rimane che difenderci da questa follia terroristica, senza fare il verso ai “Ministri della paura”, ma ripristinando una condizione di sicurezza che permetta ai cittadini di vivere in serenità la propria strada.

Gli operatori di pubblica sicurezza sicuramente non avranno più intralci nel proprio lavoro, ma ai disabili in carrozzina che non potranno usufruire del marciapiede occluso da questi blocchi di cemento e ai cittadini che inciamperanno negli stessi, qualcuno dovrà pure rispondere. Queste sono quelle piccole attenzioni anche e soprattutto verso i cittadini più deboli, che questa amministrazione in 54 mesi non ha mai avuto, e che invece in molte storie come questa rendono la vita un pò più semplice a chi di certo non ha scelto di sederi volontariamente su una carrozzina”. Lo afferma in una nota il portavoce del M5S al Comune di Pescara, Massimiliano Di Pillo.

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