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Referendum No Triv: Si della Cassazione, ora la decisione della Corte Costituzionale

Chieti. Con due ordinanze adottate giovedi 26 novembre, la Corte di Cassazione si è espressa favorevolmente nei confronti dei sei quesiti referendari no triv, così com’erano stati formulati e depositati il 30 settembre scorso dai delegati del Consiglio Regionale d’Abruzzo e di altre nove Regioni (Basilicata, Puglia, Marche, Sardegna, Calabria, Liguria, Molise, Veneto, e Campania) contro l’art.38 dello Sblocca Italia e l’art.35 del decreto Sviluppo. Ora si attende la decisione della Corte Costituzionale che si pronuncerà con sentenza entro il 10 febbraio 2016.

 

Entusiasta il Sottosegretario Regionale con delega all’Ambiente Mazzocca (Sel): “Finalmente una bella notizia. Il primo round è stato vinto, a dimostrazione della giustezza del nostro operato, della sua opportunita’ e incisivita’ nonostante alcuni detrattori ci avessero snobbato. Per la prima volta in Italia viene legalmente validato un referendum richiesto dalle Regioni che hanno dimostrato di saper fare squadra: in dieci hanno raggiunto il doppio del quorum richiesto, e ciò non e’ da sottovalutare, ma stanno anche estendendo la base del consenso no triv. Per questo ci vedremo il 9 dicembre a Roma, per definire ulteriori passi in tema di comunicazione istituzionale (e non) anche e soprattutto nei confronti delle otto Regioni che sul tema non si erano espresse”.

 

Questa la denominazione ufficiale dei quesiti referendari

Primo: Attività di prospezione, ricerca, coltivazione di idrocarburi e stoccaggio sotterraneo di gas naturale. Abrogazione delle norme sull’attribuzione del carattere di interesse strategico, di indifferibilità ed urgenza delle opere relative, nonché del vincolo preordinato all’esproprio dei beni in esse ricompresi;

Secondo: Piano ministeriale, previa intesa con la conferenza unificata, per le attività di prospezione, ricerca, coltivazione di idrocarburi e stoccaggio sotterraneo di gas naturale. Abrogazione sia della limitazione dell’intesa alle attività su terraferma, sia della disciplina prevista per la mancata intesa (recante una procedura semplificata per l’esercizio del potere sostitutivo) e per rilascio di titoli abilitativi nelle more di adozione del piano;

Terzo: Titolo concessorio unico per le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi. Abrogazione della disciplina della sua prorogabilità;

Quarto: autorizzazioni, previa intesa con le Regioni, rilasciate per le opere strumentali allo sfruttamento degli idrocarburi. Abrogazione della disciplina prevista per la mancata intesa e recante una procedura semplificata per l’esercizio del potere sostitutivo;

Quinto: mancata intesa con le Regioni sugli atti inerenti alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. Abrogazione della disciplina recante, in tal caso, una procedura semplificata per l’esercizio del potere sostitutivo;

Sesto: divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Abrogazione della norma di esenzione da tale divieto per i procedimenti concessori in corso al 26 agosto 2010 e per i procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi a titoli abilitativi”.

 

Doriana Roio

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