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Punti Nascita, Febbo: “D’Amario conferma pesanti criticità”

L’Aquila. “Sui punti nascita l’unica certezza è che si sta creando una situazione di caos assoluto che porterà solo ed esclusivamente a pesanti criticità. Mentre Forza Italia continua la battaglia per evitare che i danni ricadano sui cittadini, emergono ulteriori e preoccupanti dettagli sul piano voluto da Paolucci e D’Alfonso, se si leggono con attenzione le dichiarazioni del Direttore della Asl di Pescara D’Amario, ascoltato mercoledì scorso in Commissione di Vigilanza”. E’ quanto dichiara il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo.

“Innanzitutto – spiega Febbo – D’Amario ammette che “ha cercato di interagire tecnicamente ma questo tipo di decisione sui punti nascita non è stata partecipata ai direttori generali”. Primo aspetto gravissimo confermato da un professionista che avrebbe potuto dare un fattivo contributo alla riorganizzazione forte di oltre 30 anni di esperienza regionale e nazionale. Inoltre il direttore della Asl di Pescara sottolinea che “quando si valuta un punto nascita si utilizzano tre criteri: la sicurezza, la fruibilità e la copertura geografica. La commissione ha utilizzato solo un criterio e cioè il numero dei parti”. D’Amario pensa che “l’Assessore Paolucci abbia recepito un giudizio di esperti che non hanno utilizzato tutti criteri e questo potrebbe portare a una scopertura di importanti aree, come ad esempio la zona Vestina, la Val del Fino, il Cerrano, fino a Campo Imperatore e fino a Teramo compreso il Giuliese”. Secondo D’Amario quindi c’è stato un problema di approccio. E’ chiaro che lui, come direttore generale di una Asl, ha dovuto recepire il decreto commissariale altrimenti avrebbe rischiato provvedimenti disciplinari e quindi la rimozione.
Si è passati poi al problema “messa in sicurezza” che stando alle direttive nazionali, come evidenziato da D’Amario, vuol dire avere, oltre alla struttura, un minimo di 9 ginecologi, minimo 9 neonatologi e minimo 14 ostetriche. Questo è l’investimento in una chiave di personale e quindi attualmente molti punti nascita non sono a norma e non sono in sicurezza. Altro punto estremamente grave e sconcertante. Poi sulle conseguenze derivanti dalla chiusura dei punti nascita – aggiunge ancora Febbo – D’Amario ha sottolineato come l’ospedale di Pescara rischierà il collasso in quanto sarà invaso da oltre 4 mila parti. Questo vuol dire altresì che la struttura sarà “invasa da altri professionisti che verranno a fare la libera professione intramenia su Pescara” per portare le pazienti altrove”.
Quindi allo stato attuale – evidenzia Febbo – l’unica struttura chiusa, ovvero Ortona, non si capisce davvero perché abbia cessato la sua attività. La questione sicurezza è da scartare visto che il Bernabeo aveva il maggior numero di requisiti, il numero dei parti superava quota 500 e tra l’altro Ortona avrebbe scongiurato l’invasione dei professionisti su Pescara evitando che i parti diventassero “merce di scambio”. Alla luce delle dichiarazioni di D’Amario – conclude il Presidente della Commissione di Vigilanza – e anche di quanto viene ribadito nell’ultimo decreto dell’11 novembre del Ministro Lorenzin ci attendiamo una rivisitazione dell’intera problematica con la contestuale sospensione delle chiusure dei punti nascita di Ortona e Atri (Sulmona e Penne hanno già ottenuto la sospensione) e se ciò non dovesse accadere mi auguro che abbiano un peso sulle decisioni future anche della giustizia amministrativa (che si esprimerà il prossimo 16 dicembre); auspico altresì che il diritto alla salute prevalga su scelte politiche strumentali, illogiche e dannose”.

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