Cultura e eventi

A.C. Caramanico. Razzismo e insulti contro il giocatore Cheikh Gueye

Caramanico. L’ A.C. Caramanico 1989 esprime piena e incondizionata solidarietà al proprio giocatore di colore, reso oggetto di molteplici insulti di stampo razziale, avvenuti durante la gara Pro Celano – Caramanico del 28/02/2016, eventi accaduti nell’assoluto e assordante silenzio della dirigenza locale.

 

Questi i fatti. Il ragazzo si chiama Cheikh Gueye, classe 1995. Sesta giornata di ritorno del girone B di 2^categoria. Fin dal suo ingresso in campo nel secondo tempo, il ragazzo è stato più e più volte provocato e schernito con molteplici insulti razzisti, che hanno portato ad una sua conseguente e comprensibile reazione. Cheikh è stato espulso ma la cosa non finisce qui: il giocatore della squadra avversaria che lo ha insultato maggiormente, decide di abbandonare il campo da gioco (con la partita ancora in corso) e di scavalcare la recinzione, con l’intento di dirigersi verso il pullman della nostra squadra, dove in quel momento era riparato Cheikh. Trattenuto dai presenti, il giocatore della Pro Celano scavalca nuovamente la recinzione e torna in campo. La stessa cosa si è ripetuta a fine partita, con l’aggiunta di calci e pugni verso il nostro pullman.

Nei prossimi giorni porteremo doverosamente gli incredibili fatti accaduti all’attenzione dei competenti organi federali. Intanto, fin da sabato prossimo in occasione della gara interna con il Collarmele, non mancheremo di sottolineare la natura solidale e libertaria della nostra associazione. In sintesi, #Nous Sommes Tous Cheikh – Saremo tutti Cheikh.

L’ A.C. Caramanico 1989 condanna da sempre ogni forma di razzismo e di ignoranza. Riteniamo, infatti, che non basti essere contro il razzismo ma bisogna combattere l’ignoranza, perché il razzismo non è altro che il frutto dell’ignoranza. Ancora peggio quando forme di razzismo vengono manifestate con violenza. Il nostro sodalizio è da sempre contro ogni forma di violenza; preme ricordare le innumerevoli attività di sensibilizzazione svolte in passato, una per tutte quando nel 1993, senza sponsor, la nostra prima squadra disputò l’intero girone di andata con la scritta “Pace in Bosnia” stampata sulle maglie.

La società, pertanto, vuole ribadire la propria vicinanza al ragazzo, a Cheikh, e lo farà sempre quando qualcuno vuole mettere in discussione valori assoluti come la tolleranza e la civile convivenza. Infine, sottoscriviamo in pieno le parole che un giusto pronunciò mezzo secolo fa: “Fino a quando il colore della pelle non sarà considerato come il colore degli occhi noi continueremo a lottare” (E. Guevara).

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