Cultura e eventi

Ance Pescara: per i Sindaci gli edifici continueranno a crollare

Pescara. Si sono svolti ieri altri due incontri con i Comuni nell’ambito della Campagna “Obiettivo ComunE” promossa dall’Ance Pescara per monitorare lo stato di salute delle infrastrutture e del patrimonio immobiliare pubblico, al fine di garantire la sicurezza, intercettare i canali di finanziamento e coordinare insieme alle amministrazioni degli enti locali le azioni per il territorio.
Dal colloquio con i Sindaci di Tocco da Casauria e di Torre dei Passeri, Riziero Zaccagnini e Piero Di Giulio, è emerso un elemento sul quale siamo chiamati a riflettere con molta attenzione: i progetti di demolizione degli edifici ritenuti pericolosi e spesso già dichiarati inagibili vengono spesso respinti dal Governo con una “diminuzione” dell’intervento che, così, da demolitivo diventa spesso di solo miglioramento o al massimo di pseudo-adeguamento sismico.
Viene spontaneo da rilevare che di fronte ai fatti di cronaca che ci rimandano i crolli di qualche edificio, le indagini che poi vengono aperte su chi non ha fatto il proprio dovere, se il Comune o il Costruttore, partono già monche di una verità che va cercata a monte del percorso, e non già nel suo mezzo o addirittura a valle. Le scuole sulle quali è stata riscontrata una grossa criticità strutturale e per le quali è stato redatto un progetto di demolizione, come parte del plesso di 8 corpi di Torre dei Passeri e la scuola Stromei di Tocco, SONO SOLO L’ESEMPIO DI ALTRE CENTINAIA DI SCUOLE DEL NOSTRO PAESE: rischiano di essere declassate come già accaduto ad altre negli anni scorsi. Chi risponderà in caso di crolli? Il Governo che ha rigettato la demolizione o i Comuni, i Sindaci, gli Impiegati, i Tecnici, i Costruttori eccetera? Il costruito ad oggi è per il 35% da demolire, sono dati. Ma v’è di più. Abbiamo belle case ma senza strade, luci, marciapiedi e via dicendo. I servizi essenziali. Una delle strade di accesso a Tocco, per fare un esempio, sta scendendo a valle e forse verrà addirittura chiusa condannando all’isolamento intere aree abitate. E’ regresso, questo o no? La soluzione c’è, ed è una normativa nazionale che intervenga in materia. Ad oggi si continua a procedere senza senso con bandi e gare assegnando risorse al più bravo, invece che intervenire in base ad un criterio di emergenza. Insomma, stiamo andando avanti a testa bassa, come i muli, limitandoci ad applicare la regoletta. Il Governo deve preparare invece UN PROGRAMMA PLURIENNALE DI FINANZIAMENTO CHE FACCIA PARTIRE OGGI UN CANTIERE CHE NON SI FERMA PIÙ PER I PROSSIMI VENTI ANNI. E per questo deve stanziare una somma importante e di lunga durata, da assegnare man mano secondo l’ordine di emergenza degli edifici strategici: per primi gli edifici maggiormente in pericolo e via di seguito a scalare, fino all’ultimo. Non c’è un altro criterio. Tutto il resto sono parole… e crolli a seguire. Solo un cenno, infine, al pareggio di bilancio che paralizza i Comuni, anche quelli virtuosi, anzi, questi di più perché si vedono portare via i soldi che hanno saputo bene amministrare: è necessario che venga elaborato da addetti ai lavori un sistema capace di consentire ai Comuni l’IMPIEGO DEGLI AVANZI DI BILANCIO PER LE OPERE PUBBLICHE. Nelle pieghe infinite della normativa un sistema per smuovere i lavori pubblici esiste. E’ sicuro, cerchiamolo SUBITO. Il re è nudo: decida adesso e per la nostra Comunità, non per Bruxelles.

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